Lavoro infinito: interrotti ogni due minuti da email, notifiche e riunioni. Cresce il burnout

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Di Panorama
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Qual è la frase che sentiamo più spesso in queste settimane di ripresa del lavoro post ferie? È stata una giornata infinita…”. E se non fosse solo un’impressione? C’è un colpevole, vero. Ogni giorno in media lavoriamo con 275 interruzioni, 170 mail, una notifica ogni due minuti, 50 messaggi fuori orario. Un tempo frammentato, documentato dal Work Trend Index di Microsoft, che lo rende davvero infinito. E così in Italia un lavoratore su tre è a rischio burn-out (ultimi dati Censis).

Giornate di lavoro infinite tra mail, call, notifiche, riunioni. 275 interruzioni quotidiane

Un lavoratore medio oggi non stacca mai davvero. I numeri del Work Trend Index di Microsoft parlano: 117 e-mail al giorno, in media, lette spesso in meno di 60 secondi. Un flusso che cresce del 6% su base annua, con picchi oltre il 20% in Europa Centrale. E non si tratta solo di posta elettronica: i messaggi via Teams raggiungono quota 153 al giorno per persona, mentre una notifica arriva all’incirca ogni due minuti. Complessivamente, un lavoratore si trova a gestire 275 interruzioni quotidiane. Il risultato è un lavoro sempre più frammentato, scandito da riunioni improvvisate, comunicazioni fuori orario e un dilatarsi costante della giornata lavorativa, che non si ferma mai davvero.
E così gli strumenti digitali, che dovevano semplificare e accelerare la comunicazione, stanno trasformandosi in una fonte di stress e un ostacolo alla concentrazione.
La giornata lavorativa infinita comincia già all’alba, con il controllo compulsivo delle e-mail sullo smartphone per quattro lavoratori su dieci. E da quel momento in poi le comunicazioni non si fermano più. A peggiorare le cose, ci sono le riunioni: il 57% viene fissato all’ultimo minuto e il 50% del tempo utile tra le 9 e le 11 e tra le 13 e le 15, le fasce di massima produttività. Le riunioni serali sono in aumento: quelle dopo le 20 crescono del 16% l’anno, e quasi il 29% dei lavoratori continua a ricevere e-mail fino alle 22. Anche i weekend non sono salvi: il 20% degli impiegati apre la mail già al sabato mattina e oltre il 5% riprende la routine la domenica sera, dalle 18 in poi. Tutto questo mentre il 48% dei dipendenti e il 52% dei manager descrivono il proprio lavoro come “caotico e frammentato”.

Burnout in crescita: 1 lavoratore su 3, soprattutto tra i giovani

L’effetto collaterale è che un lavoratore su tre sperimenta sintomi di burnout: stanchezza cronica, esaurimento emotivo, senso di distacco dal proprio lavoro. I giovani sono i più vulnerabili: il 47,7% dichiara di sentirsi in questa condizione, contro il 28% degli adulti e il 23% dei dipendenti più anziani. Il malessere si traduce anche in comportamenti concreti: il 36,7% si è rivolto a uno psicologo o a un counselor per gestire lo stress da lavoro, mentre il 73% dei lavoratori ammette di non riuscire a trovare un equilibrio tra vita privata e impegni professionali. Tre milioni di persone, secondo il rapporto Censis-Eudaimon, soffrono della cosiddetta “sindrome da corridoio”, cioè il continuo passaggio di ansie e problemi dal lavoro alla vita privata e viceversa.

Autore
Panorama

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