“Lavoro in due atenei a Bari e Roma, da marzo sarò a rischio espulsione”. “Vengo da 10 anni di nomadismo, non finiamo mai di dimostrare”: i ricercatori universitari in piazza contro i tagli
- Postato il 15 novembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il 12 novembre le Assemblee Precarie Universitarie, in circa 20 atenei in tutta Italia, si sono mobilitate e lo hanno fatto per contrastare i tagli e le riforme messe in campo dalla ministra Bernini.
A Roma, sulla scalinata dell’università La Sapienza a pochi passi dalla Minerva, i ricercatori precari hanno sventolato delle rondini di carta per ribadire che loro sono lavoratori e lavoratrici a tutti gli effetti e come tali pretendono i loro diritti.
“Noi abbiamo scelto di usare le rondini come nostro nuovo simbolo – spiega Marco Picciafuochi, ricercatore precario e membro dell’Assemblea di Roma Tre – lo stesso che la ministra Bernini ha scelto per rappresentarci, dicendo che siamo come rondini che si muovono di progetto in progetto. Noi non ci stiamo, questa è una narrazione romantica, ma altrettanto infantilizzante.”
Secondo i dati di Flc Cgil l’università italiana risulta sottofinanziata di circa un miliardo di euro e nel solo 2024 i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) raggiungevano circa 419 milioni di euro.
“Lavoro all’università da circa 10 anni ormai – racconta Carlo, ricercatore precario – con un assegno nell’ateneo di Bari e con un contratto di docenza a Roma Tre. Sono in scadenza nel febbraio prossimo e quindi da marzo sarò a rischio espulsione dal sistema“.
“Dopo 10 anni di nomadismo in diverse università ora ho vinto un particolare tipo di borsa che mi porterà a stare di nuovo i prossimi due anni all’estero – spiega Rossana, ricercatrice precaria di 36 anni – da un lato mi sento fortunata, dall’altro però sento anche tanta stanchezza, come se non si finisse mai di dover dimostrare qualcosa, di essere sempre più produttivo, sempre più flessibile. Ogni anno dovrò di nuovo cambiare tutto e cercare di mettere l’essenziale della mia vita in un bagaglio di 23 kg”.
Nel corso dell’ultimo anno, fanno sapere i ricercatori in piazza, sono scaduti i contratti di oltre 2.500 ricercatori a tempo determinato e 4.000 assegnisti di ricerca nelle università italiane. L’esaurimento dei fondi del PNRR, denunciano i precari, porterà all’espulsione entro l’estate del 2026 di circa 20 mila lavoratori.
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