L’attivista e filosofo argentino Sztulwark: “Il neofascismo di Milei nasce dalla stanchezza del Paese. Ma regge solo grazie ai soldi Fmi”

  • Postato il 25 febbraio 2025
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Nato a Buenos Aires nel 1971, Diego Sztulwark ha insegnato filosofia all’Università nacional della capitale argentina. Attivista, coordina gruppi di studio di filosofia e politica. È stato membro del Colectivo Situaciones dal 2000 al 2009, con il quale ha svolto un intenso lavoro di ricerca militante completato da pubblicazioni. È coautore di numerosi libri, tra cui Contropotere, scritto con lo psicanalista franco-argentino Miguel Benasayag. Scrive regolarmente sul blog Lobo Suelto.

Javier Milei, ultra liberista, è presidente dell’Argentina da poco più di un anno. Come è cambiato il paese in questo periodo, come sono cambiate la società e la cultura argentine?

Comprendo la domanda ma ti chiedo di lasciarmi rispondere ricostruendo, prima di tutto, da dove ha origine il successo di Milei. Prima che il nuovo presidente iniziasse il suo mandato, nel paese era già in atto un profondo cambiamento. Gran parte degli elettori aveva già deciso di non votare per le coalizioni che si sono alternate al governo negli ultimi decenni. E Milei, un candidato senza partito, ha infatti sconfitto la coalizione peronista e quella guidata dall’ex presidente Macri. Il presidente in carica è insomma l’espressione della stanchezza che ha pervaso la società argentina in questi anni.

Per comprendere come siamo arrivati a questo punto, è necessario tenere presente i fallimenti del governo liberista di Mauricio Macri (2015-2019) e di quello di Alberto Fernández (2019-2023). Anche la pandemia e la lunga quarantena hanno giocato un ruolo nell’accrescere il malcontento popolare. Così come lo ha fatto il susseguirsi i dati negativi sull’economia, sulla precarietà del lavoro e sull’installazione accelerata di nuovi dispositivi di comunicazione digitale. Detto ciò, è piuttosto pacifica l’opinione secondo cui a favore di Milei abbia giocato soprattutto il livello stratosferico raggiunto dall’inflazione. Vorrei concludere quanto segue: penso che se Milei lasciasse oggi il governo, almeno metà della società continuerebbe a condividere la sua visione delle cose.

Cosa è cambiato in concreto? Posso fare un elenco delle principali misure assunte dal governo. C’è stato innanzitutto un taglio enorme alla spesa pubblica: sono stati tagliati i fondi per la sanità e la sicurezza, ci sono state riduzioni delle pensioni, tagli agli stipendi, chiusura di uffici pubblici, contrazione degli stanziamenti per università e centri di ricerca, definanziamento per arte e cultura, sospensione dei lavori nelle infrastrutture, chiusura degli spazi dedicati alla memoria del terrorismo di Stato praticato dalle giunte militari, riduzione del sostegno all’acquisto di medicinali per gli anziani, HIC e rimedi oncologici, minacce al funzionamento delle strutture psichiatriche, attacchi alle differenze di genere.

Allo stesso tempo, a causa di una violenta svalutazione, il Paese è entrato in una recessione che ha comportato, da un lato, un calo dei prezzi e, dall’altro, un numero massiccio di licenziamenti. Nella politica internazionale, il governo si è allineato come mai prima con gli Stati Uniti e Israele. Il presidente Milei nutre una vera e propria fascinazione personale per Elon Musk. Si assiste infine ad una crescita dell’apparato repressivo dello Stato. Dal punto di vista politico-istituzionale, Milei ha una ristretta minoranza parlamentare, ma riesce a negoziare con i governatori e ad approvare leggi fondamentali.

Lasciami fare l’avvocato del diavolo. Alcuni osservatori sottolineano i risultati economici ottenuti da Milei. Il calo dell’inflazione e un mercato valutario più stabile avrebbero posto le basi per una ripresa economica (Fmi stima + 5% nel 2025). Tutto questo con un incremento della disoccupazione tutto sommato contenuto. Questo gli va riconosciuto?

Assolutamente no. Perché dietro quello che dici si nascondono alcuni fatti importanti. Ci sono gravi errori nel modo in cui viene misurata l’inflazione. Il dollaro a buon mercato scoraggia la produzione per il mercato interno. La distruzione di posti di lavoro di qualità produce una diffusa precarietà. È importante capire che l’attuale economia argentina è una questione finanziaria e riguarda settori come il petrolio, le mega-miniere e l’energia. Ma questi settori non creano posti di lavoro né sostengono i consumi popolari.

L’Argentina è un paese industriale, non è una nazione focalizzata esclusivamente sui servizi. L’equilibrio raggiunto dal governo è molto fragile. L’Argentina consuma più dollari di quanti ne incassa e in questo momento il paese dipende, per l’ennesima volta, da un prestito del Fondo monetario internazionale. Senza questo finanziamento sarebbe costretto ad operare una svalutazione che potrebbe innescare un nuovo aumento dei prezzi (il governo può sopportare un nuovo aumento dell’inflazione?). Milei è stata una sorpresa, prima di tutto per il blocco della classe dirigente locale. Dopo il fallimento dei candidati istituzionali, l’ascesa di Milei è stata una condizione per attuare un brutale aggiustamento economico con il consenso elettorale.

Milei ha vinto proponendo una cura choc che in parte sta attuando. In questo, non vedi una certa sincerità rispetto a problemi che, per anni, i governi non sono riusciti o non hanno voluto risolvere, assicurandosi un consenso grazie a politiche assistenziali?

Certamente le tante bugie dei governi precedenti (che parlavano di giustizia sociale quando in realtà non ce n’era traccia) hanno compromesso la credibilità di quella che di solito viene chiamata “classe politica” e che Milei ha ribattezzato “la casta”, ottenendone un chiaro vantaggio. Se per “sincerità” intendiamo il fatto di aver detto l’Argentina aveva bisogno di un cambiamento radicale, cosa che simboleggia brandendo una motosega, allora non ci sono dubbi sulla sua sincerità. Se diciamo che i politici che lo hanno preceduto, affermando che cambiamenti non erano necessari pur sapendo che lo erano, stessero mentendo, credo che stiamo affermando qualcosa di vero. Le persone vedono quindi Milei come “autentico”? Ritengo di si. Personalmente lo considero autentico? È difficile rispondere. Perché per me il pensiero di Milei è fondamentalmente la declinazione argentina di un tipo di potere che opera in tre dimensioni:

1. Imporre un controllo virtuale su tutta la realtà analogica (scansionando l’organico in informazioni e sottoponendole al controllo degli algoritmi). 2 Disarticolare le relazioni sociali in categorie esoteriche (feticizzando al massimo la rappresentazione del valore sociale in nozioni come blockchain, criptovalute e meme-coin). 3 Fare della velocità uno strumento per sottomettere la “casta” (imbrigliata nella lentezza burocratica e negoziale tipica delle istituzioni, questo vale in particolare per il Parlamento e le organizzazioni internazionali) e l’organizzazione popolare (che esprime le sue potenzialità con i tempi lenti della composizione dei corpi in una moltitudine).

Penso che sia necessario capire che il “mileismo” ha delle caratteristiche che non possono essere prese separatamente. L’apparente goffaggine della sua azione è stata finora più un vantaggio che un ostacolo. Molti la celebrano come una dimostrazione di un’ “autenticità” che consente a Milei e al suo entourage di impersonare il ruolo di persone comuni a cui sono state attribuite responsabilità straordinarie. Gli elementi illegali del suo operare vengono relativizzati dall’odio costitutivo della regolamentazione pubblica (distruzione di ogni autorità normativa che interferisce con logiche prettamente commerciali) che è insito in questa tipologia di potere. L’impunità di cui godono si spiega in gran parte con lo stupore che impedisce ancora oggi l’emergere di un altro tipo di forza, che gestisce il potere in modo diverso, ponendogli dei limiti: l’opposizione che abbiamo oggi, invece, non è un contropotere.

Finora, l’intero peso del tentativo di ripristinare l’economia è ricaduto sulle fasce più povere della popolazione. Quale pensi possa essere una vera alternativa all’estrema destra di Milei che offra migliori prospettive per il paese?

In tutta onestà, non lo so. L’economia argentina, come altre, è stata stravolta dal neoliberismo. Come ogni paese, anche l’Argentina deve garantire lavoro, alloggi, istruzione, cibo e assistenza sanitaria a milioni di persone. Un’economia che funziona distruggendo posti di lavoro e ricavando profitti dall’esportazione di materie prime penso sia la peggiore opzione in assoluto. Ma al momento, mi sembra ingenuo parlare di misure economiche senza considerare il problema di come costruire un potere sociale capace di cambiare priorità, istituzioni e linguaggi.

Come valuti questa avanzata internazionale di movimenti di estrema destra che avviene comunque attraverso il voto e regolari elezioni. Da Trump a Milei, da Meloni a Le Pen e Netanyahu, sembrano inarrestabili….

Penso che sia una specie di neofascismo, un’ondata che in questo momento sembra inarrestabile. Tuttavia non dimentichiamo che, negli anni scorsi, sia Bolsonaro, sia Trump hanno perso le elezioni e Milei è solo all’inizio del suo mandato. Ogni onda prima sale e poi scende. Naturalmente assisto a tutto ciò con preoccupazione. Interventi tecnologici nella vita, decenni di neoliberismo, migrazioni dai paesi colonizzati a quelli ricchi, ulteriori incoerenze della sinistra, la perdita di potere degli Stati Uniti e dell’Occidente nel mondo: come possiamo parlare di tutto questo in una risposta di alcune righe? Suggerisco quindi a tutti di impegnarsi il più possibile per capire quanto sta accadendo, di leggere libri per capire una crisi o una quella che possiamo considerare una ridefinizione molto rapida delle cose. È chiaro che il mondo è cambiato e che per ora prevale un’ondata neofascista che sembra accettare senza problemi un genocidio come quello compiuto da Israele in Palestina, o un presidente americano che parla esplicitamente di deportazioni di massa di persone. Io stesso cerco e vorrei riuscire a capire meglio cosa sta succedendo. Ma come si fa, ad esempio, a saperne di più sulla Cina?

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