L'attesa in Israele per la liberazione di altri 11 ostaggi di Hamas

  • Postato il 29 gennaio 2025
  • Di Agi.it
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L'attesa in Israele per la liberazione di altri 11 ostaggi di Hamas

AGI - Attesa in Israele per la liberazione di nuovi ostaggi, dopo che Hamas ha consegnato la lista dei prescelti. In tutto saranno undici questa settimana, di cui otto domani e altri tre sabato. Tra coloro che dovrebbero riacquistare la libertà domani, dopo oltre 480 giorni in cattività, ci sono l'israelo-tedesca Arbel Yehoud, la soldatessa Agam Berger e l'80enne Gadi Moses, insieme a cinque thailandesi, mentre sabato saranno tre uomini, le cui generalità saranno rese note più avanti. La notizia è stata celebrata dal Forum dei familiari degli ostaggi che ha messo l'accento su "il sacro dovere e il diritto morale di riportare a casa tutti i nostri fratelli e sorelle".

 

"Non ci arrenderemo nè ci fermeremo in nessuna fase finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa, fino all'ultimo", hanno aggiunto.

 

Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco a Gaza il 19 gennaio, camion carichi di aiuti sono entrati nell'enclave palestinese devastata dalla guerra. Tuttavia, due alti funzionari di Hamas hanno accusato Israele di rallentare la consegna di aiuti cruciali come carburante, tende, macchinari pesanti e altre attrezzature che "secondo l'accordo, sarebbero dovuti entrare durante la prima settimana della tregua", ha detto un funzionario.

 

"Avvertiamo che i continui ritardi e la mancata risoluzione di questi punti influenzeranno la naturale progressione dell'accordo, incluso lo scambio di prigionieri", hanno avvertito dal gruppo militante palestinese. Accuse "completamente false" per lo Stato ebraico che, tramite un portavoce del Cogat, ha fatto notare come tra domenica e le 11 di oggi, "3.000 camion sono entrati a Gaza" mentre in base all'intesa dovevano essere "4.200 in sette giorni".

 

Intanto, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re giordano Abdallah II hanno ribadito la loro ferma opposizione al 'trasferimento' dei palestinesi di Gaza nei loro Paesi, come suggerito nei giorni scorsi dal presidente Usa Donald Trump, tra l'entusiasmo dell'estrema destra messianica al governo in Israele. Una simile iniziativa sarebbe "un'ingiustizia a cui non possiamo prendere parte", ha affermato il leader del Cairo. Da parte sua, il monarca di Amman ha sottolineato la "necessita' di mantenere i palestinesi sulla loro terra e di garantire i loro legittimi diritti, in conformità con la soluzione dei due Stati".

 

Continua il ritorno degli sfollati nel nord di Gaza, la zona della Striscia più colpita dall'esercito israeliano: secondo l'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) oltre 376.000 abitanti sono arrivati nella parte settentrionale della Striscia, comprese le città di Yabaliya, Beit Lahia e Beit Hanoun, da lunedi', mentre per Hamas, i numeri sono più alti e superano i 500.000. A Gaza si sarebbe recato l'inviato per il Medio Oriente della nuova amministrazione Usa, Steve Witkoff, che secondo la stampa ha visitato il corridoio di Netzarim con il ministro per gli Affari Strategici israeliano Ron Dermer, prima di incontrare a Gerusalemme il premier Benjamin Netanyahu. 

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Agi.it

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