Latte Alto Adige: un’eccellenza che nobilita il territorio
- Postato il 3 luglio 2025
- Di Panorama
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Orgoglio e rispetto. Sono i sentimenti nutriti per la natura, gli animali e il lavoro quotidiano dalle persone che abitano i masi, le fattorie e i rifugi di montagna che abbiamo incontrato e apprezzato in una tre giorni immersiva in Alto Adige dedicata alla scoperta del mondo latte.
Conoscere da vicino la vita degli allevatori e delle famiglie che ad alta quota si prendono cura senza sosta e con estrema dedizione dei loro animali – bovini razza grigio alpina e capre in particolare -, provvedendo sette giorni su sette alle loro necessità, è quanto di più arricchente si possa registrare e «portare a casa».
Un tour, quindi, capace di trasformare la vacanza in un viaggio introspettivo che esorta a domandarsi, ad esempio, come possano condurre una vita così remota dalle attrazioni urbane e così sacrificante e faticosa senza battere ciglio. Anzi, con la gioia tipica di chi si considera investito di un grande privilegio. Quello di vivere in un territorio spettacolare, in cui le uniche leggi da rispettare sono quelle imposte dalla natura e dai suoi cicli, e di alzarsi ogni mattina con il sorriso negli occhi e la gratitudine nel cuore.
Ti chiedi come possano reggere a una sveglia che non ammette rinvii e che, nei migliori dei casi, suona tra le quattro e mezzo e le cinque. È l’orario in cui ha inizio la serie di incombenze richieste dal bestiame, dalla stalla, dall’attività del maso che, nella maggior parte dei casi, è ereditario. Come l’Herrischn Hof, a Moso in Val Passiria, che appartiene da generazioni alla famiglia Haller, in cui abbiamo pernottato assaporando l’incanto del paesaggio montano che circonda la proprietà, sapientemente ristrutturata per annettere un agriturismo di gran gusto.

È composto da due appartamenti affacciati sulla valle – e dotati, tra l’altro, di una connessione talmente veloce da fare invidia a quella delle grandi città -, che ospitano vacanzieri predisposti a un’esperienza autentica di vita rurale. L’atmosfera è quella dell’accoglienza familiare che i coniugi Werner e Judith, insieme ai loro bambini Felix, Anna, Sofia e a nonna Rosa, condividono con generosità e garbo, spalancando le porte della loro intima quotidianità.
Herrischn Hof è un’azienda agricola con allevamenti di capre e bovini da latte. Socio della Latteria Mila, conta su 16 capi che producono da 200 a 260 litri al giorno tra mungitura serale e mattutina. Il trasporto immediato tramite camion cisterna consente la lavorazione in giornata del latte proveniente da questo come da tutti gli altri masi alpini dell’Alto Adige.
Conferito in latteria (sono nove quelle attive), viene raffinato entro 24 ore con l’ausilio delle tecnologie più moderne. L’organizzazione in forma cooperativa permette a tutte le aziende, e quindi anche alle più piccole e geograficamente ai margini, di accedere al mercato, alimentando lo sviluppo di una filiera etica e sostenibile in grado di salvaguardare un prezzo equo. Un impegno corale, che assicura standard qualitativi elevati e un giusto riconoscimento ai contadini, in cui il Marchio Qualità Alto Adige riveste un ruolo cruciale, garantendo la provenienza dai masi di montagna, il benessere degli animali, l’assenza di OGM nell’intera catena (dal mangime alla lavorazione) e il rigoroso controllo qualità da parte di enti indipendenti.
Un modello virtuoso che ci è stato dettagliatamente illustrato sia dal presidente della Federazione Latterie Alto Adige, Joachim Reinalter, incontrato in occasione della visita alla Latteria Mila Latte Montagna Alto Adige di Bolzano, sia dal presidente della Latteria Sociale Merano, Thomas Egger, che ci ha accolti al Maso Brunnerhof (ad Avelengo sopra Merano) insieme ai proprietari Helmut e Bettina Alber.
Ogni tappa è stata associata alla degustazione dei prodotti lattiero-caseari che arrivano sulle tavole dei sudtirolesi, fieri ambasciatori di eccellenze inimitabili. Accompagnati dalla sciatrice meranese Elisa Platino, che fa parte della squadra nazionale italiana di Coppa del Mondo, abbiamo potuto apprezzare non solo il gusto, che ha la prerogativa di essere superlativo anche per chi del latte non è un fanatico, ma anche i benefici nutrizionali di tutti i suoi derivati all’interno di un’alimentazione sana e bilanciata.
Per chi, come lei, pratica sport a livello professionistico diventa infatti fondamentale saper calibrare l’apporto dei nutrienti in funzione dello sforzo richiesto in allenamento o in gara. Con Elisa, che pur viaggiando molto non riesce a immaginare di poter vivere altrove, abbiamo testato le qualità del latte fieno (prodotto da mucche nutrite in maniera particolarmente naturale), dello Skyr (ottenuto dal latte scremato addensato con caglio e batteri di acido lattico), del burro, cui tradizionalmente veniva data forma in stampi di legno intagliati in modo che ogni “lingotto” risultasse decorato con motivi ornamentali, e degli insuperabili formaggi prodotti dal Caseificio biologico Psairer, altra sosta irrinunciabile di un viaggio che lascia più di un segno.