L’Ater vende gli immobili che la Regione comprò per 130 famiglie sotto sfratto. Inquilini di nuovo a rischio

  • Postato il 19 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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O compri casa, o sei fuori: è questo, in sintesi, il contenuto della lettera arrivata una settimana fa a decine di famiglie romane che da anni vivono negli appartamenti Ater di via Pincherle e via dei Colli Portuensi a Roma. Un ultimatum secco, accompagnato dall’avviso che gli immobili, tutti costruiti tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono stati messi in vendita. Chi non acquista sarà sfrattato.

L’acquisto della Regione 16 anni – Gli immobili, con gli inquilini a rischio sfratto, erano stati acquistati dalla Regione Lazio nel 2009 per salvare gli inquilini dagli effetti della speculazione immobiliare. Oggi, quelle stesse case vengono messe in vendita dall’Ater. Non a prezzo calmierato, non con mutui agevolati (come previsto per altre abitazioni Ater in vendita), ma alle stesse condizioni di mercato riservate a chi compra casa nuova da un’agenzia.

“Abbiamo una storia che parte dal 2007-2009”, racconta Emiliano, residente in uno degli edifici a rischio sfratto in via dei Colli Portuensi. “All’epoca queste case erano del vecchio Istituto della Cassa di Risparmio di Trieste, poi acquisito da Unicredit. A un certo punto ci dissero che dovevamo lasciare tutto, ci stavano buttando fuori. Ma grazie a un grande lavoro fatto insieme al Comune e alla Regione, con l’assessore Mario Di Carlo, fu varata una legge ad hoc: stanziarono i fondi per comprare gli stabili e ce li affittarono. Ci promisero che saremmo stati al sicuro. Dopo 16 anni, ci ritroviamo al punto di partenza”.

La storia di Emiliano e le case da ristrutturare – “Io oggi ho 55 anni”, prosegue, “e vivo qui da molti anni. Come tanti altri, pensavamo di esserci messi al sicuro. Invece ci stanno cacciando di nuovo. Ci avevano detto che ci avrebbero fatto uno sconto del 20%, ma non è vero: a me hanno proposto il mio appartamento a 296.000 euro più iva. L’agenzia immobiliare qui in zona vende un trilocale simile a 309.000 euro. Che sconto sarebbe questo?”.

“Parliamo di case vecchie, del ’68, palazzine che cadono a pezzi. Riscaldamenti rotti, porte e cucine danneggiate, facciate pericolanti. L’Ater, che doveva occuparsi della manutenzione, non è mai intervenuta, nonostante le nostre continue richieste. I riscaldamenti, per esempio, sono vecchissimi, paghiamo tanto di riscaldamento ma non funzionano. Se domani compriamo queste case, ci troveremmo a dover spendere anche 50.000 euro solo per rimetterle in sesto. Solo per rifare i frontalini e le facciate servono migliaia di euro a famiglia”. A tutto questo, denuncia Emiliano, si aggiungono le spese tecniche necessarie per procedere alla compravendita – attestato energetico, visure catastali, planimetrie – e il versamento di oltre 1.700 euro solo per avviare la proposta d’acquisto”

Le difficoltà del mutuo, la richiesta d’aiuto – “Io prendo 1.600 euro al mese. Ho provato a informarmi per un mutuo, ma a 55 anni me lo darebbero solo per vent’anni. La rata mi verrebbe 1.300 euro: se pago la rata, non mangio. E questo ammesso che me lo concedano. E io sono uno dei più giovani. Abbiamo una signora con l’Alzheimer, ha 75 anni, vive nel terrore. Un altro signore di 85 anni piange ogni giorno per strada perché ha letto quella lettera. Come si può pensare che queste persone possano acquistare un appartamento in 30 giorni?”

La preoccupazione è alta, e la rabbia cresce. “Nel sito dell’Ater si vantano di aiutare chi compra appartamenti di pregio nel centro storico, con mutui agevolati. E a noi, che siamo qui da decenni e abbiamo sempre pagato, non danno niente. Perché non possiamo avere lo stesso trattamento? Perché aiutano chi compra case di lusso e cacciano chi ha sempre vissuto qui, magari vendendo la nuda proprietà per avere un tetto sopra la testa fino alla fine?” denuncia Emiliano.

Emiliano spiega che loro non vogliono nessun trattamento di favore: “Chiediamo un piano di aiuti per l’acquisto, oppure il mantenimento dell’affitto. Qui nessuno vuole regali, ma un minimo di giustizia. Non si possono buttare le famiglie in mezzo alla strada perché Ater deve far quadrare i conti. Non si risolvono i problemi economici dell’ente caricandoli sulle nostre spalle”.

Il dem Juri Trombetti contro la Regione Lazio e Ater – Il Anche il presidente della Commissione Patrimonio e Politiche Abitative del Comune di Roma, Yuri Trombetti (Pd), esprime forti critiche verso la gestione dell’Ater e della Regione governata da Francesco Rocca (FdI): “Ci siamo meravigliati di questa scelta. Quelle case furono acquistate dalla Regione proprio per evitare che le persone finissero in mezzo alla strada. Non erano destinate a diventare case popolari, ma alloggi in affitto per il ceto medio in difficoltà e a rischio di sfratto. Ora, invece, si pretende di venderle al prezzo di mercato, senza nessuna tutela per chi ci vive. È una follia”.

Trombetti ricorda come il Comune di Roma stia seguendo una strada completamente diversa: “Abbiamo avviato un bando per acquistare noi gli appartamenti invenduti da enti e dare continuità abitativa alle famiglie. È esattamente l’operazione che fece Mario Di Carlo nel 2009. L’Ater, invece, impone un ultimatum agli inquilini senza alcuna garanzia. Ma che senso ha vendere queste case, mentre ci sono centinaia di locali commerciali sfitti e inutilizzati che potrebbero generare entrate senza creare emergenze abitative?” .

Il nodo, secondo Trombetti, è politico: “Ater dovrebbe garantire un diritto sociale, non solo far quadrare i conti. Non può trasformarsi in un’agenzia immobiliare. La Regione deve tornare sui suoi passi. C’è una forte mobilitazione e ci sono precedenti in cui sono stati fatti dietrofront. Sono fiducioso che anche in questo caso, sotto la pressione sociale, si possa trovare una soluzione più equa”.

5 maggio, il Consiglio affronterà la questione abitativa – Una prima apertura potrebbe arrivare proprio dal Consiglio Regionale del Lazio in queste ore. “Seguo con la massima attenzione la situazione delle famiglie residenti negli alloggi Ater Roma di via Pincherle e via dei Colli Portuensi – ha dichiarato Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Urbanistica, Politiche abitative e Rifiuti -. Sono consapevole del momento di vulnerabilità che stanno attraversando le circa 130 famiglie residenti negli alloggi in questione e nessuno ha intenzione di dimenticarsi di loro. Il delicato tema verrà affrontato il prossimo 5 maggio in Consiglio regionale del Lazio con un’audizione in commissione politiche abitative insieme ai vertici di Ater Roma”.

Ma nel frattempo, la mobilitazione delle famiglie non si ferma: il 17 aprile si è tenuta un’assemblea pubblica davanti alle case di via Pincherle. Inquilini, sindacati e alcune forze politiche hanno ribadito che la mobilitazione non si fermerà finché non verrà trovata una soluzione che garantisca il diritto di rimanere in quelle case.

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