L’anziana sfrattata dal Vaticano ottiene altri tre mesi. Unione inquilini: “Proprietà sorda, ha continuato a pretendere lo sgombero”

  • Postato il 21 novembre 2024
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un rinvio di tre mesi. E’ quanto ha ottenuto la signora Anna, inquilina dell’immobile in via del Gonfalone a Roma, di proprietà del Capitolo di San Pietro in Vaticano, dove stamattina si è presentato l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto per finita locazione. “La proprietà si aspettava l’intervento delle forze dell’ordine, che invece non si sono presentate: ci sono rimasti male”, racconta la segretaria nazionale dell’Unione inquilini, Silvia Paoluzzi, che ha mediato in favore dell’inquilina, una donna di 65 anni con diverse patologie certificate dai servizi sociali. A chiedere di rinviare l’intervento della forza pubblica, infatti, sono anche l’assessorato alle politiche sociali del Municipio e quello del Comune, che evidenziano “una condizione di estrema fragilità, come certificato dalla relazione prodotta dal personale dell’ufficio municipale preposto”, e la loro volontà di offrire gli strumenti necessari a una soluzione dignitosa.

L’Unione inquilini ha chiesto un rinvio di almeno sei mesi, “per aprire un’interlocuzione col Vaticano oppure per permettere al Comune di dare seguito agli impegni presi e garantire il passaggio di casa in casa in modo adeguato e dignitoso”, spiega Paoluzzi. Ma la proprietà non ha voluto sentire ragioni, rispondendo al tentativo di mediazione con un veto e precise istruzioni perché il legale inviato a rappresentarla ribadisse la richiesta di sgombero immediato. A tirare le somme è stato l’ufficiale giudiziario, che di fronte alle comunicazioni del Comune e alla volontà di trovare una soluzione ha rinviato tutto di tre mesi. “Soluzione comunque insoddisfacente per la proprietà, che ha voluto mettere a verbale la sua contrarietà e la richiesta di un nuovo accesso nel minor tempo possibile”, racconta Paoluzzi con un certo stupore.

“Ho provato a ricordare le parole del Papa, che nei giorni scorsi si è appellato alla Chieda di Roma per dare immobili a chi non ha casa“, racconta la segretaria alla fine di una lunga mattinata. “E’ stata dura, nemmeno l’imminente inaugurazione del Giubileo è servita a smuovere la proprietà dalla volontà di rientrare in possesso dell’appartamento nel più breve tempo possibile”. Il contratto era stato firmato nel 1993 tra la donna e il Capitolo di San Pietro in Vaticano, il collegio di chierici che sovrintende alla vita spirituale della basilica di San Pietro. La missione, si legge nel preambolo alla statuto, “contempla l’accoglienza dei pellegrini, la predicazione della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti e la condivisione dei beni nella carità. Tra questi collegi, costituiti in Capitoli dall’Autorità ecclesiastica, si è sempre distinto, per probità di vita, dottrina e servizio a Dio e ai fratelli, quello istituito presso l’omonima Basilica Vaticana disciplinato dal presente Statuto”.

Nei tre mesi concessi alla signora Anna, promette l’Unione inquilini, “continueremo a chiedere un tavolo col Vaticano, perché la signora non è morosa e allo sfratto per finita locazione la proprietà potrebbe ovviare regolarizzando nuovamente l’inquilina”. Sullo sfondo della vicenda, l’arrivo di un anno santo che rischia di esasperare ulteriormente l’emergenza abitativa. Perché a Roma, ormai, anche le famiglie in grado di presentare le necessarie garanzie fanno fatica a trovare una casa e l’arrivo di milioni di fedeli e turisti “spingerà ulteriormente i più redditizi affitti brevi“, spiega Paoluzzi, che nella Capitale conta cinque sfratti al giorno senza passaggi di casa in casa. Significa che le famiglie finiscono sulla strada. “Anche il comune, che ha recentemente votato una mozione per la sospensione degli sfratti durante il Giubileo, è chiamato a parlare col Prefetto per dare seguito a questo impegno con iniziative concrete e davvero efficaci”.

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