Lando Norris qual è il problema? Errori e distrazioni, "sono un idiota". La crisi del pilota McLaren

  • Postato il 19 aprile 2025
  • Di Virgilio.it
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Come ci si sente ad avere la vettura migliore ma al tempo stesso fare fatica a tirare fuori il meglio da essa? No, non stiamo parlando dei piloti Ferrari anche perché, spiace dirlo, non parliamo certo della monoposto non plus ultra nell’attuale stagione della F1 (anzi, siamo ormai dalle parti della certificazione di quarta forza del campionato). Ci riferiamo in realtà di quello che sta avvenendo in McLaren, con un Lando Norris che, nonostante sia l’attuale leader del campionato dopo quattro appuntamenti, sembra smarrito e poco lucido. E, ahilui, non è la prima volta.

La crisi di Norris: “Sono un idiota”

Eppure parliamo di colui che ha vinto nel primo appuntamento stagionale di Melbourne, andando poi a podio nei successivi tre. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli: pensiamo alle qualifiche del GP del Bahrain della scorsa settimana, in cui con la consueta franchezza e umiltà affermò di avvertire il fatto di deludere il team con le sue prestazioni. Allora si era classificato sesto in griglia, dissipando la possibilità di lottare in Q3 con il compagno di squadra Oscar Piastri (lui invece dritto come una freccia e quasi irreprensibile) per la prima fila.

Passa una settimana e torna la tregenda in qualifica, questa volta in Arabia Saudita. Norris sbaglia finendo a muro nella Q3, salutando così le speranze di una seconda fila accanto all’amico e al tempo stesso nemesi Max Verstappen.

Il britannico in gara partirà dal decimo posto, dopo aver preso un cordolo e contestualmente perso il controllo della sua MCL39, andando a muro con conseguenti danni alla vettura (il pilota fortunatamente è incolume). “Sono un dannato idiota”, ha sbottato nel team radio, con termini un po’ più vernacolari.

Il vulnus di Norris è la tenuta mentale, a quanto pare. Lo scorso anno ha avuto la possibilità di fare il colpaccio, ovvero conquistare il suo primo titolo mondiale, che invece alla fine è andato a quel pescecane dalla tempra in vibranio che è Verstappen, svezzato ad avere uno spirito foderato nel teflon.

Errori e imprecisioni anche nel 2024

L’inglese, dopo il suo primo successo in carriera ottenuto nel 2024 a Miami, aveva poi replicato in Olanda e ad Abu Dhabi, ma alla fine cara grazia se è riuscito a dare il suo contributo al trionfo di McLaren nella classifica costruttori. Certo, la sua stagione non è stata un disastro, poco ma sicuro. Ma sicuramente deficitaria di quel quid che fa transitare un buon, se non ottimo, pilota verso lo status di campione.

E quest’anno il copione si sta ripetendo. Norris sembra avvertire la pressione, non solo dei rivali e delle aspettative su di lui ma pure quella della competizione in casa, contro quel Piastri che è pochissime lunghezze da lui in classifica e che già al GP di Spa dello scorso anno prese a cannonate le sue fragili sicurezze.

Nel 2024 diventò quasi proverbiale la difficoltà di Norris nel gestire una pole, scattando al meglio. Già quello divenne la cartina tornasole della fatica da parte del 25enne nel gestire una responsabilità, onore ed oneri mischiati, di questo tenore. E poi gli errori, come il non aver visto la bandiera gialla esposta durante il GP del Qatar, ed essersi preso una penalità che certo non fece piacere al suo team.

Il problema di Lando Norris

Successivamente vinse ad Abu Dhabi, ma l’impressione è che il povero Norris, a fronte di una nobiltà d’animo dimostrata spesso e volentieri nella sua carriera, abbia un deficit di lucidità, nervi saldi, cinismo, spietatezza e cazzimma.

Un vaso di coccio tra i vasi di ferro dell’attuale F1, rookie e simildebuttanti compresi (citofonare Andrea Kimi Antonelli o Oliver Bearman). Nel frattempo, evitiamo però di massacrarlo al di là della severità dei giudizi: il ragazzo il talento lo tiene, non sta scaldando il sedile, ma in tempi in cui si è infranto il tabù della salute mentale è anche bene cercare di comprendere come non tutti possono avere una tempra inscalfibile. E che per uscirne necessitano dei loro tempi. Sebbene la F1 di oggi abbia tutto fuorché pazienza con i propri piloti.

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Virgilio.it

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