Landini: “Venerdì mobilitazione per Gaza. E il 25 ottobre scendiamo in piazza per i salari e la sanità e contro la guerra”
- Postato il 16 settembre 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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La Cgil lancia una mobilitazione nazionale per Gaza perché, dice Maurizio Landini in conferenza stampa presso la sede nazionale del sindacato, “quello che è accaduto stanotte è inaccettabile, di una gravità senza precedenti”. E così, il sindacato “rosso” si prepara a manifestare venerdì 19 settembre lasciando alle categorie la facoltà di decidere quante ore di sciopero proclamare (la Fiom ha appena indetto 4 ore di sciopero) e alle articolazioni territoriali di organizzare manifestazioni ovunque. Non saranno comprese le categorie che sono sottoposte alle legge sullo sciopero e quindi non si tratta di uno sciopero generale come quello indetto per lunedì 22 settembre dal sindacato Usb, che proprio dalla Commissione di Garanzia sullo Sciopero ha subito quella che definisce “un’intimidazione” e terrà una conferenza stampa mercoledì 17 settembre per spiegare come si svolgerà lo sciopero del 22.
Ma l’incontro con la stampa di martedì 16 da parte della Cgil è servito anche a illustrare il piano di lavoro della Cgil verso un’altra giornata di mobilitazione, la manifestazione nazionale che Landini ha dichiarato indetto per sabato 25 ottobre e che si svolgerà in alleanza, come ormai avviene da tempo, con una rete molto ampia di associazioni e comitati, gli stessi che hanno partecipato alla campagna referendaria dello scorso giugno. La manifestazione sarà una “preparazione alla legge di Bilancio” e avrà come temi centrali quello del salario, della precarietà, della sanità pubblica, dell’istruzione, delle politiche industriali e ovviamente il “no alle politiche di guerra e di riarmo”. La proposta chiave che la Cgil punta a fare per tenere unite le varie rivendicazioni sociali è fiscale: “Tra il 2022 e il 2024 c’è stato un aumento dell’inflazione del 16% e questo si è riversato su un maggior prelievo fiscale in busta paga, il fenomeno che è conosciuto come fiscal drag. Si tratta di 24 miliardi in più prelevati da lavoratori e pensionati che proponiamo vengano redistribuiti”.
A sostegno delle proprie tesi Landini ha illustrato i risultati di un’analisi realizzata con il metodo Wosm (World Open Source Monitoring), un sistema di raccolta e gestione dei dati di tv, stampa, radio, siti web e social network che ha coinvolto, afferma Landini, “25 milioni di persone”. Il risultato è abbastanza netto: il 59% delle persone, (66% tra i giovani under 28) afferma di non essere ottimista “sul futuro lavorativo in Italia nel 2025”. Il 75% (80 tra i giovani) si dice “coinvolto dal problema della precarietà lavorativa” e il 66% (83% tra gli under 28) dice “sì” alla proposta del Salario minimo legale.
Stesso andamento sulla sanità: secondo il 72% in Italia “è difficile curarsi” mentre il 60% dice di aver rinunciato, almeno una volta, a cure o esami per tempi e costi eccessivi. Tutto questo rafforza le ragioni che la Cgil intende mettere in campo – le stesse, in fondo, che ha cercato di affermare con il referendum dell’8 e 9 giugno: Landini ricorda che a quella consultazione ha votato oltre 5 milioni di giovani tra i 18 e i 35 anni, “unica categoria che ha superato il quorum” – e che porterà alla manifestazione di autunno.
Che si svolgerà anche sul tema dei rinnovi contrattuali, a partire da Metalmeccanici, Telecomunicazioni o Pubblico impiego, forti anche di dati sul tesseramento che la Cgil ritiene molto positivi: nel periodo tra giugno 2024 e 2025 la Cgil vanta più 22.493 nuove iscrizioni e oltre 30mila tra coloro che hanno meno di 35 anni. Da qui anche il rilancio di una legge per la democrazia sindacale con meccanismi di misura della rappresentanza anche nel lavoro privato così come avvengono nel pubblico impiego. Sarebbe un modo non solo per estendere la democrazia, ma anche per bloccare il fenomeno dei contratti pirata, dice Landini.
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