Lancia LC2: quando Italia – Germania si giocò a Le Mans

  • Postato il 3 luglio 2025
  • Auto D'epoca
  • Di Virgilio.it
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L’Italia non è sempre stata ai vertici della velocità. C’erano anni in cui il dominio delle corse endurance era tedesco, e le migliori aziende dello stivale si unirono per sfidare i colossi. Anni di Davide contro Golia interpretati da Lancia contro le Porsche 956 dei primi anni Ottanta.

Dalle vittorie nei rally alla pista

In quel periodo Lancia ha già una grande storia di vittorie nei rally, ma nelle gare di durata la storia è ben diversa: nel mentre la 037 subentra alla Stratos fuori dalle strade asfaltate, in circuito il cavallo di razza è la Beta Montecarlo Turbo. Una vettura nata dall’incontro di eccellenze italiane dell’automobilismo come Pininfarina e Dallara, che permettono a Lancia di guidare il Mondiale Marche per due anni di fila, tra il 1980 e 81.

Nei piani di Cesare Fiorio, storico direttore sportivo del marchio, c’è qualcosa di più ambizioso: riportare la casa torinese alla vetta dell’eccellenza del motorsport, con un prototipo in grado di giocarsela alla pari con Porsche, Jaguar e i grandi costruttori impegnati nel neonato Gruppo C del Campionato Mondiale Sport Prototipi. L’obiettivo è chiaro: vincere a Le Mans e battere la Porsche 956. Per riuscirci, serve un progetto completamente nuovo e servono alleanze. Così arriva la livrea Lancia Martini, nasce la collaborazione con Dallara per lo sviluppo del telaio e con Ferrari per il motore: un V8 da 2.6 litri derivato da quello della 308 GTBi, sovralimentato con due turbocompressori KKK.

Nasce la Lancia LC2

La Lancia LC2 debutta nel 1983. Bellissima, affusolata, disegnata da Gian Paolo Dallara per sfruttare al massimo l’aerodinamica e garantire alte velocità sul dritto. Il telaio è in alluminio con rinforzi in fibra di carbonio e kevlar. Il peso contenuto (circa 850 kg) e il motore Ferrari, portato fino a 840 CV, fanno della LC2 un progetto incredibile. La livrea Martini Racing completa il quadro: un tricolore da corsa che ancora oggi fa battere il cuore agli appassionati.

 Lancia LC2 Martini con livrea ufficiale
Ufficio Stampa Stellantis
Versione della Lancia LC2 con livrea Martini Racing, simbolo delle ambizioni italiane nelle corse di durata degli anni 80

Velocissima ma sfortunata

Sulla carta, la LC2 è una rivale credibile per la Porsche 956. In pista è spesso più veloce, specialmente nelle qualifiche. Ma la pura performance sul giro non basta. Il prototipo italiano soffre di problemi cronici di affidabilità: la pressione aerodinamica sugli pneumatici è insostenibile, la gestione del motore turbo è delicata, il cambio cede sotto sforzo, la macchina consuma più carburante delle tedesche e necessita di più soste ai box. Nonostante tutti questi limiti, la LC2 ottiene alcune vittorie di categoria e diversi podi, ma non riesce mai a vincere a Le Mans. Nel 1983, al debutto, è costretta al ritiro. Nel 1984 e 1985 il copione si ripete: prestazioni brillanti con migliori tempi sul giro vanificati da guasti meccanici o incidenti.

Nel 1986 arriva il ritiro ufficiale dal Campionato Sport Prototipi, concentrando le risorse sul rally con la Delta S4 e poi con la Delta Integrale. Ma la LC2 continua a correre con team privati fino al 1991, portando avanti con orgoglio un’eredità tecnica e sportiva che ancora oggi è ricordata con affetto.

L’eredità della LC2

La Lancia LC2 non ha vinto Le Mans. Non ha conquistato titoli mondiali. Ma ha lasciato un segno. È stata l’ultima vettura italiana a tentare seriamente di battere le regine del Gruppo C con un progetto interamente nazionale. Sotto il sogno di Cesare Fiorio si sono unite Lancia, Dallara, Ferrari e anche Abarth nell’84 per ridisegnare il cambio. Ha portato in pista il meglio della meccanica e dell’aerodinamica italiana, ha sfidato i limiti, ha fallito, ma ha fatto sognare.

Oggi la LC2 è una vettura preziosa, tanto che l’ultima venduta nel 2023 è stata battuta all’asta per 2.2 milioni di euro. Avvistata poche volte dal vivo, ha lasciato tutti senza fiato quando ha acceso il suo V8 Ferrari al Goodwood Festival of Speed. Un ricordo di un’epoca in cui Lancia, con coraggio e passione, ha provato a cambiare la storia delle corse.

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Virgilio.it