“L’amore non uccide. L’Amore, quello vero, non uccide”. Misilmeri saluta Sara Campanella
- Postato il 7 aprile 2025
- Attualità
- Di Paese Italia Press
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di Gian Piero Corso
MISILMERI, 7 aprile 2025 – (gpc) È ancora presto a Misilmeri e come sempre la cittadina alle porte di Palermo si anima della consueta operosità della gente che va al lavoro, delle mamme che portano a scuola i loro bambini. Ma questa mattina l’operosità non è quella di tutti i giorni, tutti i negozi sono chiusi e le mamme hanno deciso di lasciare a casa i loro bambini, ma nessuno ha rinunciato ad essere in piazza, nella Piazza, per onorare e ricordare la memoria di Sara. Sara Campanella uccisa una settimana fa a Messina all’uscita dell’Università che frequentava e dove aveva deciso di laurearsi, voleva diventare un anatomo patologo, insomma una di quelli che fanno le autopsie, quella autopsia “che adesso hanno fatto a lei” continua a dire tra le lacrime mamma Cetty.
Uccisa da Stefano, Argentino fa di cognome, un suo collega e… niente più. Solo collega per Sara, ma lui chissà che “film si era fatto” su questa meravigliosa ragazza.

È ancora presto a Misilmeri, ma la gente sbuca da tutte le vie, scende dai rioni, scende a piedi e si dirige verso la Piazza, il luogo del silenzio, oggi, delle lacrime, dell’ultimo saluto a Sara.
Tanti giovani, famiglie intere, operai, professionisti e tante tante maestre, le colleghe di Cetty, la mamma di Sara. La vogliono bene a Misilmeri, insegnante apprezzata, è di sostegno ai bambini con qualche difficoltà.
Un grande maxischermo a disposizione dei più, i tanti, che non potranno entrare nella Chiesa Madre di Misilmeri, che pure è grande, immensa… ma saranno tanti e verranno anche dai paesi limitrofi. Roberto Lagalla, sindaco di Palermo e presidente dell’Area metropolitana di Palermo, ha emesso l’ordinanza di lutto in tutti i paesi palermitani.

Arrivano tante composizioni di fiori, colori chiari e belli come era Sara.
“Non doveva succedere alla mia piccola, non doveva morire lei. Una mamma non dovrebbe vedere la morte di una figlia”, Cetty lo continua a ripetere, abbracciata dal suo Alessandro, il marito e con accanto sempre l’altro figlio, Claudio.
La Piazza va riempiendosi. Arrivano le autorità militari, di tutti i corpi, semplici militari e altograduati.
Tanti preti, parroci delle chiese dei paesi del vicariato. Striscioni, tanti. Le parole di Sara su tutti: Mi amo troppo per stare con chiunque! Come a dire, l’Amore cerca l’Amore, quello vero, non uno qualsiasi.
È il momento di prepararsi. La bianca bara di Sara esce, portata dai suoi amici, dai colleghi, dagli studenti, suoi compagni delle superiori, dai cugini, dal fratello, dal fidanzato. Una grande applauso liberatorio accompagna il corteo dalla camera ardente, allestita nella Chiesa delle Anime Sante verso la Chiesa Madre, sono pochi metri, ma intensi, forti, dove si libera tutto il dolore di Misilmeri e dei misilmeresi che hanno deciso che Sara è anche loro figlia.
Tutta la mattina e anche tutta la notte è stata una lunga teoria di gente venuta da tanti posti della Sicilia per rendere omaggio a questa delicata “bambina”.

Intanto decine e decine di telecamere e microfoni si piazzano agli angoli della Piazza, tante croniste e cronisti, tutti bravi, pronti a cogliere una emozione, una dichiarazione da trasmettere in diretta con i collegamenti delle varie Tv nazionali. Si perché oggi, suo malgrado Misilmeri è nei titoli di tutti i Tg. Sarebbe stato meglio non esserlo.
Arriva don Corrado, il Vescovo di Palermo; arriva il Presidente, Renato Schifani, ha voluto esserci. Tanti sindaci con i loro gonfaloni, quello di Messina Federico Basile; la Rettrice dell’Università di Messina.
Intanto dentro il Tempio si prega e… inizia la santa Messa.

“Siamo qui, sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Sara. Corpo martoriato. Sacrificato. Vita che ci è stata rubata. Perché? Ancora una volta, risuona un grido: perché? Perché questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Cetty e Alessandro, al fratello Claudio, ai familiari, al fidanzato, agli amici, alla città intera? Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele”. Esordisce così don Corrado, leggendo commosso la sua omelia.
“L’uomo – dice la Bibbia – ha due strade: quella della relazione e quella della violenza. Ma vediamo come la violenza abbia ancora distrutto la bellezza di Sara, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua vocazione professionale e la relazione con l’uomo che lei liberamente aveva scelto di amare. Senza parole. In certi momenti si vorrebbe solo stare in silenzio e piangere sommessamente un dolore indicibile, inaudito”. Continua il presule.

E si commuove ancora quando indica “un corpo che esplodeva di vita, il corpo di Sara che è davanti a noi, esanime e sfigurato da un’inaudita incomprensibile violenza. E in questo corpo trafitto ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza. In particolare sulle donne”.
“L’amore non uccide; l’Amore, quello vero, non uccide”, tuona.
Finisce l’omelia e tanti, forse tutti, vorrebbero prendere il microfono per dire di Sara, per parlare a Sara.
Giovanna Spatari, Rettrice dell’Università di Messina ha letto un messaggio inviato da Sara qualche giorno fa ad un suo professore a cui aveva chiesto di poter fare la tesi nella sua materia. “Sono rimasta colpita dal suo saper comunicare contenuti complessi e importanti in modo chiaro e coinvolgente”. Sara voleva sviluppare un “progetto di ricerca”. E adesso la Rettrice annuncia che è stato avviato l’iter per il conseguimento della laurea in memoria a Sara. Un lungo applauso, in chiesa e in piazza, ha accompagnato questo annuncio.
“Tutta Misilmeri oggi sta facendo a gara per asciugare le lacrime dei tuoi familiari carissima Sara” con voce commossa afferma Rosario Rizzolo, sindaco di Misilmeri.

È la volta delle amiche “ci siamo raccontati tutto, anche le cose più nascoste. Continuiamo a farlo Sara, tu da lassù, stella tra le stelle, e noi qui”; degli amici, dei colleghi. Lettere e pensieri pregni dell’anima di Sara, bella, pura e piena di amore.
La Piazza saluta Sara con un lungo applauso. La gente vorrebbe abbracciare la mamma, il papà, il fratello. Volano verso l’alto decine di palloncini bianchi e le note di Everglow, dei Coldplay, accompagnano l’ultimo viaggio di Sara.
Adesso è il tempo di non dimenticare il sacrificio cruento di questa ragazza. Deve servire a donarci una visione nuova della convivenza, del rispetto, della solidarietà, in una parola… dell’Amore, quello vero che non uccide. (GPC)

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