Lamezia, padre uccide il figlio: emerge il contesto familiare esasperato
- Postato il 4 maggio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Lamezia, padre uccide il figlio: emerge il contesto familiare esasperato
Padre uccide figlio a Lamezia per minacce e reiterate richieste di soldi. La vittima era anche stata denunciata e condannata per estorsione ai genitori
LAMEZIA TERME – Continue richieste di denaro (era anche stato denunciato e condannato per estorsione nei confronti dei genitori) probabilmente per condurre una vita sopra le righe. Quindi minacce con lo scopo di ottenere dei soldi visto che lui non aveva un lavoro e conduceva una vita con qualche eccesso di troppo. E pressioni anche al fratello e alla sorella. A quest’ultima aveva fatto sapere che avrebbe potuto far del male ai suoi figli piccoli se non gli avesse dato dei soldi. E ancora, sopraffazioni e violenze nei confronti della madre, telefonate continue al padre per problemi alle sue auto che il padre più volte si doveva occupare di far riparare. Ma non solo.
L’ultima chiamata è stata poi quella che evidentemente ha fatto letteralmente esplodere Francesco Di Cello che raggiunge il figlio, nasce l’ennesima lite e poi parte un colpo di pistola diritto al volto che uccide Bruno Di Cello, 35 anni, che aveva scelto di vivere da solo, senza un lavoro, con più di un “sogno” come quello di diventare un modello, partecipando anche a qualche evento. Il giovane aveva la passione delle arti marziali, ma anche qualche problema che sarebbe legato al consumo di droga e alcol. Una vita piena di eccessi sarebbe emersa dalla confessione del padre agli inquirenti.
LEGGI ANCHE: Lamezia, padre uccide il figlio: liti, minacce e richieste di soldi
Anni difficili, insomma, che avrebbero portato all’esasperazione Francesco Di Cello, 64 anni, guardia giurata in pensione, al punto tale di armarsi e andare dal figlio per ucciderlo, raggiungendolo la mattina del 2 maggio scorso, in località Marinella, dopo che lo stesso Bruno gli aveva chiesto di chiamare un gommista per un problema, l’ennesimo, che aveva avuto l’auto della vittima (comprata dal padre) ferma da giorni alla Marinella. Lì il giovane ucciso abitava da solo avendo lasciato il tetto familiare a Sambiase.
Il padre è arrivato all’appuntamento, ma fra l’ex guardia giurata e la vittima è nata subito un’altra violenta discussione che si è conclusa con un colpo di pistola diritto al volto della giovane vittima. Attimi che hanno rotto il silenzio della zona della tragedia molto popolata nel periodo estivo.
Sarebbero stati alcuni passanti poi a dare l’allarme notando il giovane in una pozza di sangue chiamando così il 118. Ma all’arrivo dei sanitari per Bruno Di Cello non c’è stato niente da fare.
Il tutto mentre l’ex guardia giurata, con la sua auto, ha raggiunto il commissariato per costituirsi.
Una confessione choc, molto sofferta, quella di Francesco Di Cello: prima quando nella tarda mattinata di venerdì si è costituito al commissariato consegnando la pistola detenuta legalmente, e poi davanti pm Buccarelli che ha disposto il fermo in attesa, nei prossimi giorni, dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip con i suoi legali, gli avvocati Giuseppe Spinelli e Renzo Andricciola.
L’interrogatorio con tanto di confessione di Francesco Di Cello e il suo successivo trasferimento in carcere per come disposto dal pm Buccarelli, non ha comunque chiuso del tutto il cerchio su questa drammatica storia maturata in un contesto familiare molto difficile che si trascinava da tempo. Le indagini, infatti, stanno proseguendo da parte del commissariato di Lamezia che ha sentito gli stessi familiari di Francesco e Bruno Di Cello oltre che conoscenti e vicini di casa proprio al fine di cercare ulteriori conferme rispetto a quanto emerso dalla confessione della guardia giurata in pensione.
Una situazione ancora in evoluzione e con diversi contorni insomma che dovranno essere chiariti (qualche elemento in più in questo senso potrebbe emergere anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip per la convalida del fermo emesso dal sostituto procuratore Buccarelli) a partire dalla ricostruzione degli ultimi momenti che hanno portato al tragico epilogo di una vicenda che alla fine ha distrutto una famiglia molto conosciuta in città, ancora incredula per la tragedia.
Il Quotidiano del Sud.
Lamezia, padre uccide il figlio: emerge il contesto familiare esasperato