L’allarme di de Pascale: “L’Emilia-Romagna non riesce più a curare i pazienti che arrivano da altre regioni”
- Postato il 7 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da “motivo d’orgoglio” a grande problema. Per il presidente della Regione Michele de Pascale, la pressione dei tanti cittadini che arrivano da altre regioni per curarsi in Emilia Romagna rischiano di “intasare” il sistema sanitario locale: “Non ce la facciamo più“, dichiara il governatore a 24 Mattino su Radio24. “In questo momento – spiega de Pascale – il problema principale dell’Emilia-Romagna è il nostro storico motivo di orgoglio e cioè l’enorme pressione di persone da fuori regione che si vengono a curare qui. Non ce la facciamo più, non riusciamo più a soddisfare i nostri cittadini e l’enorme pressione delle altre regioni che si vengono a curare in Emilia-Romagna e ci stanno intasando il sistema e lo dico con rispetto”, continua il governatore.
“Troppo bassi i finanziamenti alla sanità”
Citando l’articolo 32 della Costituzione che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività – definendolo “il più ambizioso del mondo” perché “dice di curare tutti, anche gli indigenti” – de Pascale sottolinea che questo si scontra con il fatto che l’Italia riserva “al finanziamento della sanità la cifra più bassa dei Paesi europei”. Questo “non è possibile”, aggiunge il governatore del Partito democratico, precisando che “non è una responsabilità del governo Meloni” ma “è in assoluta continuità con i governi che l’hanno preceduto, di ogni colore politico“.
“Sanità sta diventando un clic day”
Michele de Pascale parla anche delle liste di attesa sulla diagnostica: “Abbiamo un alto livello di inappropriatezza e questa è la vera sfida che deve essere innescata sulle Regioni”. “Il sistema che prescrive deve essere appropriato. La sanità in Italia – continua – sta diventando un po’ un clic day, i primi mille che premono il bottone ricevono una prestazione, e questo è inaccettabile, perché ogni prestazione a chi non ne avrebbe bisogno è una prestazione che stiamo togliendo ad un’altra persona, che rinuncia“. Questo, ha concluso de Pascale, “è impopolarissimo da dire, ma la sanità segue l’offerta se non la regolamentiamo“.
Lega: “Ha ragione, Non possiamo essere ospedale d’Italia”
Le dichiarazioni di de Pascale vengono rilanciate da Alan Fabbri, sindaco di Ferrara ed esponente della Lega: “Non posso che dargli ragione, perché lo dico da tempo: l’Emilia-Romagna non può farsi carico di tutti. Non possiamo pensare che le regioni più organizzate diventino l’ospedale d’Italia, mentre altre continuano a non garantire standard minimi di efficienza e qualità. Ecco perché – aggiunge – il tema del federalismo deve tornare ad essere centrale: le Regioni devono poter essere più autonome, altrimenti continueremo ad avere una nazione a doppia velocità”. L’allarme lanciato dal governatore “merita un approfondimento serio”, secondo la consigliera di Forza Italia in Emilia-Romagna, Valentina Castaldini, che però avverte: “Se si decide di limitare questa mobilità, bisogna essere consapevoli che ci saranno delle conseguenze“. “Proprio perché l’Emilia-Romagna è meta di tanti pazienti da altre regioni, è giusto che lo Stato riconosca un contributo aggiuntivo. Ma se si scelgono politiche che ‘chiudono i confini‘ a una sola domanda interna, allora bisognerà essere coerenti e ammettere che maggiori risorse statali andrebbero destinate alle Regioni del Sud“, conclude Castaldini.
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