Lagarde finalmente si arrende: "In arrivo altri tagli sui tassi", cosa cambia (subito)
- Postato il 17 dicembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Lagarde finalmente si arrende: "In arrivo altri tagli sui tassi", cosa cambia (subito)
Christine Lagarde si è finalmente arresa. Con l'economia Usa che è ripartita, quella europea che ninvece scricchiola vistosamente, con le principali economie in affanno e con la domanda che, malgrado l'aumento del potere d'acquisto, non riparte, la capa della Bce ha deciso, per la prima volta in due anni, di prendere il coraggio a due mani e fare il grande annuncio che tutti aspettavano da mesi. «L'attuale posizione politica è restrittiva», ha voluto premettere per non spargere troppo ottimismo. Sia mai. «Ma se i dati in arrivo continueranno a confermare la nostra linea di base» ha detto intervendo a Vilnius, in occasione del decimo anniversario dell'introduzione dell'euro in Lituania, «la direzione di marcia è chiara e ci aspettiamo di abbassare ulteriormente i tassi di interesse».
In termini di orientamento futuro, ha poi spiegato, «in precedenza avevamo detto che avremmo mantenuto i tassi di riferimento sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario». Un errore? Macché. «Questa tendenza», ha precisato Lagarde, «era necessaria in un contesto di elevata inflazione realizzata e di elevata incertezza sull'inflazione futura». Ma, vivaddio, «non riflette più l'evoluzione del panorama macroeconomico, le nostre prospettive di inflazione o l'equilibrio dei rischi a essa correlati. Con il processo di disinflazione ben avviato e i rischi al ribasso per la crescita, questa parzialità nella nostra comunicazione non è più giustificata». Risultato: «Non puntiamo più a una politica sufficientemente restrittiva, ma intendiamo piuttosto fornire una posizione politica appropriata». Alla fine, insomma, ci siamo arrivati. Dopo due anni di terrore monetario, con le decisioni prese a sorpresa, riunione per riunione, si torna ad una politica «appropriata». Si poteva fare prima? Forse sì. Anche se alla Bce non lo ammetteranno mai.
A spaventare la Lagarde sembra sia stata la consapevolezza che in Europa nessuno spende più un euro non perché non ce l'ha in tasca, ma perché ha paura che il futuro riservi brutte sorprese. «Uno dei fattori trainanti della ripresa ritardata», ha detto, «è stata la lenta crescita delle esportazioni, guidata dalle sfide competitive che le aziende dell'area euro devono affrontare». E qui ci sarebbe da discutere parecchio del green deal. Ma il fattore trainante più importante «delle nostre previsioni di crescita inadempiute», ha proseguito, «è stata l'economia interna». Per essere più chiari, «l'inerzia nei consumi è sorprendente dato che ci sono le condizioni per una ripresa. L'occupazione è storicamente elevata e i redditi reali sono in aumento. Male famiglie continuano a risparmiare una quota insolitamente elevata del loro reddito e ad adottare un approccio cauto alla spesa». Insomma, la colpa è di una percezione negativa. Su cui non è difficile ipotizzare che la rigidità dei falchi della Bce abbia influito non poco.
Comunque sia, l'annuncio è una buona notizia per l'Italia, che resta alle prese con un debito mostruoso. I dati di Bankitalia per ottobre indicano un debito in aumento di 19,9 miliardi di euro rispetto al mese precedente, a 2.981,3 miliardi. Ennesimo record. E con l'avvicinarsi di fine anno bisognerà fare i conti con l'uscita completa della Bce da compratore di titoli di Stato. Lo spread italiano, comunque, regge, ieri in lieve rialzo a 115. Gioca a nostro favore la stabilità di governo in Italia. La cui tenuta, almeno per ora, sembra più solida delle fragili certezze della Lagarde.
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