L’afflusso di grano dal Canada trattato con Glifosato danneggia la produzione torinese
- Postato il 15 marzo 2025
- Economia
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Anche l’agricoltura torinese è influenzata negativamente dall’ingente importazione di grano canadese, essiccato precocemente con Glifosato.
Questo flusso crescente di grano riduce i prezzi che i nostri agricoltori ricevono per un prodotto che non rispetta le stesse normative di sicurezza alimentare e ambientale che sono obbligatorie per le nostre aziende agricole. L’importazione riguarda principalmente il grano duro, essenziale per la produzione di semola destinata anche ai pastifici industriali del Torinese. Tuttavia, una parte significativa riguarda anche il grano tenero, soprattutto quello “di forza”, utilizzato per la produzione di lievitati, che rappresenta circa il 5% del mercato torinese.
Coldiretti Torino sottolinea l’importanza del grano per le campagne locali, che ormai riveste un ruolo sempre più cruciale: infatti, le coltivazioni di grano coprono oltre 20mila ettari, con una produzione di grano tenero superiore a 1 milione e 50mila quintali. A livello nazionale, gli arrivi di grano sono aumentati del 68%, ma i prezzi per gli agricoltori sono in calo, nonostante un raccolto ridotto del 20%, e le scorte nella Ue stanno diminuendo.
L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti sulla base di dati Dg Agri relativi alla campagna commerciale 2024/2025 (da luglio a dicembre 2024). Dal Canada sono arrivate 392mila tonnellate di grano duro, con un incremento del 68% rispetto alla campagna precedente, e si prevede un ulteriore aumento all’inizio del prossimo anno. Questo grano è trattato con Glifosato prima della raccolta, un procedimento vietato nel nostro Paese. Coldiretti chiede una maggiore uniformità delle normative, basata sui principi di reciprocità e trasparenza.
La situazione potrebbe peggiorare a causa dei dazi. Secondo la Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan, la guerra commerciale tra USA e Canada potrebbe ridurre l’acquisto di cereali da parte degli Stati Uniti, con l’effetto di indirizzare maggiori quantitativi verso altri mercati.
A livello globale, si prevede una riduzione delle scorte di grano nell’Unione Europea per l’annata 2024-25, passando dal 6% al 4%, mentre le scorte negli Stati Uniti e in Cina sono destinate ad aumentare, rispettivamente all’8% e al 53%. Tuttavia, la scarsità di prodotto non si riflette sui prezzi per gli agricoltori, a causa delle importazioni ingiuste di cereali trattati con sostanze vietate in Europa. Ad esempio, nella coltivazione del grano turco vengono utilizzati pesticidi come il Carbendazim (fungicida sospettato di effetti cancerogeni), il Malathion (fungicida dannoso per le api), il Cyflutrin (insetticida cancerogeno) e il Glifosato (essiccante vietato in Italia). Lo stesso trattamento viene utilizzato anche sul grano canadese e russo, che spesso contiene altre sostanze non consentite nell’Unione Europea, come l’erbicida Fenoxaprop P ethyl. Il grano ucraino, invece, è trattato con Chlorothalonil, fungicida sospettato di essere cancerogeno.
In risposta a questa situazione, Coldiretti ha intrapreso azioni nei porti per monitorare gli arrivi di grano straniero, chiedendo controlli più rigorosi alle frontiere riguardo alla qualità e salubrità dei prodotti importati, nonché il rispetto dei principi di reciprocità, per garantire che tutti i prodotti agroalimentari in entrata nel nostro Paese rispettino gli stessi standard ambientali, di sicurezza e di tutela dei diritti dei lavoratori, come avviene per gli agricoltori italiani.
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