L’abitazione segreta, 5 telefoni, 60 schede Sim: i misteri sulla morte di Andrea Prospero. Su Telegram: “Cancellate le chat con lui”

  • Postato il 3 marzo 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Proseguono le indagini sulla morte di Andrea Prospero, il 19enne di Lanciano trovato senza vita il 29 gennaio in un appartamento del centro storico di Perugia. Accanto al corpo è stato rinvenuto un flacone di barbiturici, ma la famiglia continua a non credere all’ipotesi del suicidio. “Questo ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim, due carte di credito non sue non è il figlio che ho conosciuto per 19 anni. Avevo due figli diversi o le cose qui non tornano. Cerco di capire chi fosse Andrea”, dichiara a Repubblica il padre, Michele Prospero, che da oltre un mese cerca risposte sulla vita del figlio nei mesi precedenti alla sua morte. L’ultimo appuntamento noto risale al 24 gennaio, quando Andrea avrebbe dovuto incontrare la sorella a pranzo, ma non si è mai presentato. Il corpo senza vita fu poi trovato dopo 5 giorni a poca distanza dall’ostello in cui era ospitato, in un’abitazione presa in affitto con un’agenzia immobiliare.

Oggi potrebbe essere depositata la perizia medico-legale con gli esiti dell’autopsia e degli accertamenti tossicologici. Nel frattempo, la polizia postale sta analizzando i contatti trovati nei dispositivi elettronici del giovane, mentre la squadra mobile indaga sulla provenienza delle sessanta sim card in suo possesso. Secondo gli inquirenti, un’ipotesi potrebbe essere che il giovane fosse coinvolto in attività di criminalità informatica. Scenario che la famiglia respinge con forza: “Intanto io non credo affatto che mio figlio si sia tolto la vita. O lo hanno ucciso o, al massimo, lo hanno indotto a farlo. È chiaro che Andrea deve essere finito in qualche brutto giro di cui davvero nessuno di noi ha mai avuto nessun sentore”, sostiene il padre.

Un altro dettaglio che era emerso durante una puntata di Chi l’ha visto? è un messaggio comparso su una chat di Telegram, in cui si legge: “Circa due settimane fa è stato trovato morto suicida il ragazzo che aveva queste due @ (con riferimento a come Andrea Prospero era registrato nel gruppo Telegram). Vi invitiamo a rimuoverlo da eventuali gruppi ed eliminare eventuali chat. La postale ha i suoi quattro cellulari e le sim trovate”. Messaggi che se eliminati, sarebbe impossibile recuperare.

Molti aspetti della vita di Prospero restano oscuri. Ufficialmente viveva con la sorella gemella, ma aveva preso in affitto in segreto un appartamento nel centro di Perugia. “Per un mese ha affittato quel locale e nessuno lo ha mai visto – dice ancora il padre a Chi l’ha visto? – Iil motivo è perché non frequentava quel locale. E’ andato in quel b&b solo il venerdì della scomparsa, e credo anche non volontariamente, ce l’hanno portato e lì è successo quel che è successo. E non parliamo neanche di suicidio non si è ammazzato, ne sono convinto al cento per cento. In quell’abitazione non era solo, sicuramente c’erano altre persone. Potrebbe non aver preso lui in affitto quel locale, nessuno ha fatto il riconoscimento né ha consegnato le chiavi di persona”. Prospero si domanda con quali soldi Andrea pagasse l’affitto e cosa facesse realmente in quell’appartamento. Inoltre, sebbene fosse iscritto a informatica, non aveva ancora sostenuto il primo esame e, secondo i compagni di scuola, non eccelleva nella materia. “Si racconta che fosse un genio dell’informatica perso nel Dark Web e nelle criptovalute, ma sono tutte fantasie. Mio figlio non era un esperto, né tanto meno un hacker”.

Prospero era descritto come un ragazzo timido, riservato, con pochi amici fidati. “Era quanto di più lontano possa esistere da ambienti pericolosi. A casa chiedeva il permesso anche per prendere qualcosa dal frigo”, racconta il padre. A Perugia, secondo quanto ricostruito, conduceva una vita apparentemente regolare: frequentava le lezioni, pranzava e cenava con la sorella, studiava il pomeriggio e dormiva in stanza con un compagno. “Nessun segnale, mai. Nessuno ha visto, sentito, nessuno sa nulla. Ma è possibile? Mi appello a chiunque: aiutateci a fare luce su questo mistero”, è l’appello disperato del padre, che teme che il figlio sia stato manipolato e coinvolto in qualcosa di troppo grande per lui. “Quale che sia la verità, anche la peggiore, ho bisogno di conoscerla per andare avanti”.

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