La “voragine nei conti” non si vede: debito/pil sotto il livello pre-Covid nonostante il superbonus
- Postato il 23 settembre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
Non servono stravolgimenti per riscrivere la narrativa sui conti pubblici. Basta una revisione Istat. Siamo andati avanti per mesi in un clima in cui non passava giorno senza che fosse agitato lo spettro della “voragine nei conti pubblici”, evocando immagini drammatiche come il “Vajont fiscale” per descrivere le conseguenze del superbonus e degli altri incentivi edilizi. I dati ufficiali diffusi ieri dall’Istat restituiscono un’immagine molto più solida della finanza pubblica italiana.
Insieme al consistente aumento della pressione fiscale, salita di 1,3 punti in un anno, il dato più significativo riguarda la revisione al rialzo del Pil nominale del 2023: rispetto alla stima pubblicata a marzo scorso, l’incremento è di 11,2 miliardi di euro. Ma se si prende come riferimento la prima stima ufficiale diffusa da Istat, quella di marzo 2024, la differenza sale addirittura a 57 miliardi. Un balzo che non può essere liquidato come una correzione marginale: cambia in modo sostanziale il rapporto tra le grandezze macroeconomiche fondamentali.
Il rapporto debito/Pil per il 2023, che nella prima lettura fatta lo scorso anno era stato fissato al 137,3%, scende ora al 133,9%, un livello non solo inferiore a quanto inizialmente previsto, ma addirittura più basso di quello registrato pre-pandemia, arrivato nel 2019 al 134,2%. In altri termini: il peso del debito sul prodotto nazionale è oggi minore di quanto fosse prima delle crisi pandemica e energetica che hanno colpito l’Italia negli ultimi cinque anni.
Questo ribaltamento delle proporzioni è il risultato di una crescita nominale più sostenuta del previsto, ma anche della riclassificazione di componenti strutturali della domanda interna, in particolare il settore delle costruzioni. È proprio lì, infatti, che si concentra la parte più significativa della revisione. Nelle quattro pubblicazioni fatte in un anno e mezzo, il contributo al Pil dato dal comparto edilizio nel 2023 è stato corretto al rialzo di 35,1 miliardi di euro, pari a circa il 60% dell’intera revisione del Pil nominale. In termini nominali, il Pil del settore costruzioni nel 2023 è cresciuto dell’85% rispetto al 2019, in termini reali del 60%.
Non si può non vedere in questo dato il riflesso diretto degli incentivi fiscali messi in campo negli ultimi anni. Il superbonus, insieme alle altre misure di agevolazione edilizia, ha generato un aumento dell’attività economica che oggi, a distanza di tempo, si dimostra più rilevante di quanto ipotizzato nelle stime iniziali. Per mesi si è insistito sul costo fiscale dell’operazione, sulla complessità del meccanismo dei crediti d’imposta, sui rischi di frodi e sulle difficoltà di gestione. Tutti elementi reali, ma che hanno finito per oscurare l’altra faccia della medaglia: l’effetto moltiplicativo degli investimenti attivati, l’aumento dell’occupazione nel settore e il contributo diretto alla crescita del Pil.
Un dato su tutti, che merita di essere sottolineato: nel 2023, anno in cui sono maturati oltre 10 miliardi di euro di crediti edilizi da superbonus, quindi con effetti diretti sui conti pubblici in termini di “cassa”, il rapporto debito/Pil è continuato a scendere, -4,4 punti in un anno, confermando una dinamica di contenimento del debito proprio mentre si stavano scaricando a bilancio i costi di quelle misure. Se la narrazione dominante parlava di una finanza pubblica sul filo del rasoio, i dati dimostrano che l’Italia non solo ha evitato il tracollo, ma ha saputo mantenere una traiettoria di sostenibilità, pur con tutte le difficoltà del contesto.
Naturalmente, il discorso non finisce qui. Per il 2024, Istat prevede un lieve incremento del rapporto debito/Pil, stimato al 134,9%, circa un punto percentuale in più rispetto al 2023. Ma si tratta, ancora una volta, di un dato provvisorio, suscettibile di ulteriori revisioni nei prossimi mesi. Come confermato anche dal recente miglioramento del rating assegnato da Fitch, il quadro complessivo dei conti pubblici italiani, alla luce delle ultime rilevazioni, si presenta molto meno fragile di quanto raccontato, anche per ragioni politiche, fino a pochi mesi fa. Non si tratta di negare i problemi, né di assolvere in blocco le scelte fatte nella fase emergenziale. Ma è evidente che l’allarmismo con cui sono stati trattati i bonus edilizi, e in particolare il superbonus, ha spesso travalicato i limiti di un’analisi seria.
L'articolo La “voragine nei conti” non si vede: debito/pil sotto il livello pre-Covid nonostante il superbonus proviene da Il Fatto Quotidiano.