Classe e talento ne fecero un fotografo da grandi rotocalchi femminili, ma fu la sua impagabile ironia a imporlo fra i maestri della fotografia, capace di imprimersi nell'immaginario collettivo grazie ai suoi scatti più irriverenti. E per questi sceglieva una combinazione di due soggetti: quattrozampe e bipedi.
L'americano Elliott Erwitt (1928-2023, nato a Parigi da genitori russi) catturava in bianco e nero l'umorismo della vita quotidiana di una metropoli ricca di iperboli.
Le sue istantanee che vedono per protagonisti cani e piedi umani in giro per New York sono celeberrime e possiamo ammirarle fino al 21 settembre a Roma, a Palazzo Bonaparte, per la mostra dal titolo ben centrato: Icons.. La biografia. Studiò a Los Angeles fotografia e cinema e negli anni '50 servì l'Esercito degli States in Francia e in Germania come assistente fotografo. Lavorò spesso come documentarista, catturando gli eventi del XX secolo e immortalando Fidel Castro e Che Guevara, Marilyn Monroe e Bob Dylan, Marlene Dietrich e Muhammad Alì.
Fu membro della Magnum e ne fu presidente per tre mandati, plasmando l'identità della prestigiosa agenzia in 70 anni di collaborazione. Il suo lavoro abbraccia infatti oltre quattro decenni e si è sviluppato attraverso libri fotogiornalistici, documentari, illustrazioni di campagne pubblicitarie, foto di moda.
Ma anche quando lavorava per la ricca committenza dei rotocalchi internazionali Erwitt metteva una particolare attenzione nel catturare la condizione umana, prendendola un po' in giro all'occorrenza. Non mancava di sottolineare, infatti, gli aspetti umoristici e ironici delle situazioni quotidiane: cogliere l'assurdo di una passeggiata col cane era uno dei suoi piaceri, l'approccio umoristico era la sua firma..