La vicenda della mail contro la Meloni scritta dal giudice che ha deciso il rientro dall’Albania dei migranti

  • Postato il 21 ottobre 2024
  • Politica
  • Di Blitz
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Marco Patarnello è uno dei magistrati del tribunale di Sorveglianza di Roma nonché sostituto procuratore generale in Cassazione. E’ anche uno dei giudici che hanno imposto il rientro in Italia dei migranti dall’Albania. In questi giorni si parla di lui dopo che, aveva definito la premier “un pericolo” in una mail interna destinata ai colleghi. Le sue parole sono state scovate dal quotidiano Il Tempo e rilanciate dalla premier stessa che, sui social, ha commentato laconica: “Così un esponente di Magistratura democratica (la corrente dei magistrati storicamente vicina alla sinistra ndr)”. La Meloni è poi tornata sull’argomento nella giornata di ieri aggiungendo che una quota di magistratura è “politicizzata e ideologicamente prevenuta”.

Che cosa ha scritto il giudice Marco Patarnello

Patarnello, in una mailing list interna dei giudici ha definito la premier con queste parole: “Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”.

Lo stesso giudice aveva però specificato che la magistratura non deve fare “opposizione politica” ma difendere il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Patarnello pensava fosse scontato discutere fra magistrati su come reagire a un attacco così forte della politica nei loro confronti. E invece si è scatenato il finimondo con il giudice che è stato inserito nella corrente cosiddetta delle “toghe rosse”.

Il post della premier Meloni contro il magistrato che ha deciso il rimpatrio dei migranti dall'Albania
Che cosa ha scritto il giudice Marco Patarnello (foto X) – Blitz Quotidiano

Modificare la lista dei “Paesi sicuri”

Le parole di Patarnello seguono le accuse rivolte, alla magistratura, da parte dei politici del centrodestra dopo la decisione presa dai giudici a riguardo del centro di Shëngjin in Albania. Ora i tecnici di Palazzo Chigi sono impegnati nell’elaborazione di un decreto legge che abbia la finalità di modificare la lista dei Paesi sicuri che attualmente rende praticamente inapplicabile l’esternalizzazione dell’accoglienza dei migranti. Il caso Albania, e il rigetto della domanda di convalida dei 12 migranti, impone infatti una revisione dei processi attraverso i quali gli Stati di destinazione dei flussi migratori ne realizzano extra-territorialmente la gestione. Il Consiglio dei ministri vuole ora scrivere un decreto che abbia lo scopo di risolvere la “falla” legata alla definizione di “Paese sicuro”.

La definizione di “Paese sicuro”

Anche in caso venga negata la domanda di asilo, se si tratta di paesi terzi in cui corrono il rischio anche solo in parte di condanne a morte, torture o trattamenti degradanti, secondo la Corte di Giustizia Ue non è possibile per i governi degli Stati membri espellere migranti. Lo scorso 7 maggio, l’Italia stabiliva l’elenco dei Paesi di provenienza di migranti che per l’Italia sono sicuri e lo faceva attraverso un decreto interministeriale. Il Governo tende ora ad elevare quel testo a norma di legge di rango primario, inserendo la lista aggiornata appunto in un decreto legge.

Nordio: “La definizione non può spettare alla magistratura”

Il ministro della Giustizia Nordio, in un’intervista a Repubblica ha spiegato cosa ha portato allo scontro con i giudici: “La definizione di ‘Paese sicuro’ non può spettare alla magistratura, è una valutazione politica pur nei parametri del diritto internazionale”. Nordio, ieri aveva detto chiaramente che i giudici di Roma hanno “esondato” con il provvedimento che ha importo il rientro in Italia dei migranti dall’Albania. Parole che l’Associazione nazionale magistrati ha bollato come gravi e “senza precedenti”. Il ministro, nell’intervista ha aggiunto: “Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare i processi. Ma la diatriba l’hanno iniziata loro. Un buon magistrato dovrebbe comprendere il perimetro delle sue competenze”. Secondo il Guardasigilli “la sentenza della Corte Ue è stata male interpretata dai nostri giudici”.

Tajani: “Neanche l’Italia è sicura. In alcune zone ci sono mafia e camorra”

“Le dichiarazioni su Giorgia Meloni, nella mail dei magistrati, sono inaccettabili”. A dirlo è il vicepremier Antonio Tajani intervistato questa volta dal Corriere della Sera. “C’è un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all’allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni. Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa” ha spiegato il ministro degli Esteri. Che ha aggiunto: “Dicono che un generale non deve fare politica. Sono figlio di un generale dell’esercito. Non diceva nemmeno a noi per chi votava. Ma neanche un magistrato deve essere politicizzato. Come non esistono carabinieri di destra e carabinieri di sinistra”.

“Non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri. Il potere giudiziario non può invadere gli altri due”, ha sottolineato il vicepremier, che ha spiegato ancora: “Io rispetto le sentenze, però i magistrati non possono fare come vogliono. La Corte europea parlava di parti di territorio non sicure ma deve essere venuto meno il controllo, come accade con gli Houti. Altrimenti nemmeno l’Italia è sicura. In alcune zone dove ci sono mafia o camorra, l’Italia è sicura? Con questo principio nulla lo è più, neppure gli Usa, che in alcuni Stati hanno la pena di morte”.

Salvini: “Patarniello andrebbe licenziato”

Questo infine il commento di Salvini su Patarnello. Per il vicepremier, il magistrato “non dovrebbe più essere al suo posto, molto banalmente. Ci sono più di 9mila magistrati in Italia, la stragrande maggioranza fanno liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente. Se qualcuno vede il nemico nel sindaco, nel governatore, nel ministro, è un problema”.

 

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