La Venere di Kołobrzeg: la statuetta del Neolitico riscrive la storia della Polonia

  • Postato il 4 luglio 2025
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Una statuetta di appena 12 centimetri potrebbe rivoluzionare l’archeologia europea. È la Venere di Kołobrzeg, un’effige neolitica senza occhi, naso o bocca, scolpita in calcare oltre 6.000 anni fa e scoperta in un villaggio della Pomerania. Oggi è stata definita dagli esperti “la scoperta del secolo” in Polonia, paragonabile a quella delle celebri Veneri paleolitiche di Willendorf e Hohle Fels. 

La sua semplicità e il suo mistero affascinano gli studiosi e potrebbero aprire un nuovo filone di ricerca sul culto della fertilità e le popolazioni preistoriche dell’Europa centro-orientale.

Una scoperta che non riguarda solo il mondo accademico, ma che potrebbe risvegliare anche l’interesse dei viaggiatori curiosi verso un lato della Polonia ancora poco noto: quello delle sue radici antichissime, dei villaggi rurali e delle terre fertili che si affacciano sul Baltico.

Lungo il Parsęta è nata la leggenda della Venere di Kołobrzeg

Tutto comincia nel 2002, in un luogo che sembra uscito da una favola baltica: il villaggio di Obroty, immerso nel verde della Pomerania occidentale, a poca distanza dal fiume Parsęta. Qui, un contadino si imbatte per caso in una statuetta di pietra calcarea durante lavori nei campi. L’oggetto passa di mano in mano, fino a giungere al Gruppo di esplorazione della Parsęta in Polonia, grazie a Waldemar Sadowski, membro della Società degli amici del Museo delle Armi Polacche di Kołobrzeg.

Ma è solo nel 2023 che l’archeologo Marcin Krzepkowski, insieme alla Fondazione Relicta, sottopone la statuetta ad approfondite analisi. Risultato? Un manufatto neolitico di oltre 6.000 anni, mai visto prima in territorio polacco.

Gli archeologi la descrivono come una Venere senza volto, ma con chiare fattezze femminili. Il calcare, materiale poco comune per queste opere, solitamente modellate in argilla, rende il reperto ancora più raro. Potrebbe trattarsi di un oggetto rituale legato alla fertilità, forse creato dai primi agricoltori della zona, stanziatisi lungo le sponde del Parsęta.

Questo fiume, oggi meta tranquilla per escursioni e gite naturalistiche, custodiva dunque già migliaia di anni fa tracce della vita umana, in una regione della Polonia che merita di essere esplorata con occhi nuovi, tra archeologia e natura.

Perché la Venere di Kołobrzeg è così importante

La Venere di Kołobrzeg non è soltanto un reperto archeologico affascinante. Secondo gli esperti, il suo ritrovamento potrebbe cambiare la mappa preistorica dell’Europa centrale. “È un pezzo unico per la storia della Polonia e di tutta l’Europa centro-orientale”, ha dichiarato Aleksander Ostasz, direttore del Museo delle Armi Polacche. Ed è proprio qui che la statuetta verrà presto esposta, in una nuova sezione permanente dedicata alle scoperte preistoriche.

Sebbene l’Europa conosca già celebri “Veneri” preistoriche, questa scoperta spicca per il contesto geografico, finora privo di reperti simili, e per l’inconsueto materiale usato. Non è un caso che Krzepkowski e il suo team abbiano avviato uno studio interdisciplinare per analizzare nel dettaglio la composizione, le tecniche di realizzazione e il possibile significato simbolico dell’opera.

La speranza degli studiosi è che il ritrovamento possa fare da catalizzatore per nuove campagne di scavo in Pomerania e portare alla luce altri oggetti rituali dell’epoca neolitica. Intanto, la Venere di Kołobrzeg affascina il grande pubblico: muta, essenziale, ma capace di raccontare storie millenarie che ancora oggi ci interrogano.

E chissà che questa piccola statuetta, venuta dal passato, non riesca anche ad attrarre nuovi viaggiatori interessati alla storia antica della Polonia: un Paese dove ogni foresta, ogni fiume e ogni campo può ancora nascondere misteri pronti a emergere.

Autore
SiViaggia.it

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