La “tregua” di Putin per convincere Trump

  • Postato il 29 aprile 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
La “tregua” di Putin per convincere Trump

Vladimir Putin

Share

Putin ringrazia Kim e si prepara alla parata con gli alleati. Peskov: Mosca in buonafede. Ma detta le condizioni di pace


In una nota diffusa al pubblico il Cremlino ha fatto sapere nella giornata di ieri, lunedì 28 aprile, che il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato un «cessate il fuoco nei giorni dell’80esimo anniversario della Vittoria [nella Seconda guerra mondiale], valevole dall’8 all’11 maggio, durante questo periodo tutte le operazioni militari vengono interrotte».

PUTIN RINGRAZIA LA COREA DEL NORD


Sempre lunedì 28 aprile, il Presidente russo ha anche ringraziato ufficialmente la Corea del Nord e il suo leader Kim Jong-un «per il loro aiuto nella liberazione della regione di Kursk dalle forze ucraine; hanno compiuto il loro dovere con onore e valore, ricoprendosi di una gloria imperitura». Dalla Russia fanno sapere che le truppe nordcoreane sono state dispiegate nel Kursk in seguito all’attivazione dell’articolo 4 del “Trattato di Partenariato Strategico Globale”, firmato tra i due Paesi nel giugno dello scorso anno. Un vero e proprio asse Mosca-Pyongyang, dunque.

IL CESSATE IL FUOCO ANNUNCIATO DA PUTIN


Ma torniamo al cessate il fuoco annunciato ieri. Si tratta della seconda tregua temporanea che Mosca dichiara negli ultimi tempi, facendo seguito a quella pasquale indetta il 20 aprile di questo mese. Come accaduto per lo scorso cessate il fuoco, anche in quest’occasione il comunicato del Cremlino precisa che «in caso di violazione da parte ucraina le Forze armate della Federazione Russa forniranno una risposta adeguata ed efficace».

TREGUA TEMPORANEA


Un’occasione speciale, quindi, ma certamente non si può fare a meno di notare che questa seconda tregua temporanea arriva a pochi giorni dalle critiche ricevute dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il quale, in un post sui social a poche ore dal funerale di Papa Francesco, aveva detto: «Non c’era motivo per cui Putin avrebbe dovuto lanciare missili su aree civili, città e paesi, negli ultimi giorni. Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo prendendo in giro, e deve essere trattato diversamente, con sanzioni “secondarie” o “bancarie”? Troppe persone stanno morendo!».

UCRAINI NON CONVINTI


Ma l’uscita di Mosca non convince neanche gli ucraini. Nel pomeriggio è arrivato anche il commento di Kiev, affidato al ministro degli Esteri Andrii Sybiha: «Se la Russia vuole veramente la pace, deve cessare il fuoco immediatamente. Perché aspettare fino all’8 maggio? L’Ucraina è pronta a sostenere un cessate il fuoco duraturo, stabile e completo. Ed è questo il nostro obiettivo».

LA CASA BIANCA


Dalla Casa Bianca ha parlato l’addetta stampa Karoline Leavitt, che ha sottolineato come gli Stati Uniti stiano lavorando per un cessate il fuoco permanente, dichiarando ai giornalisti nella sala stampa della Casa bianca che il presidente americano sia sempre più frustrato dai comportamenti delle autorità russe e ucraine. Insomma, un’accoglienza piuttosto tiepida alla tregua temporanea di Mosca.

IL PORTAVOCE DI PUTIN, PESKOV


Tuttavia, a sottolineare la predisposizione della Russia alle trattative diplomatiche è intervenuto anche il portavoce del Presidente russo, Dimitri Peskov, che in mattinata aveva ribadito la disponibilità di Mosca a negoziare una risoluzione del conflitto senza precondizioni: «Più volte, il presidente ha già confermato la disponibilità della parte russa, senza alcuna condizione, ad avviare un processo negoziale con l’Ucraina per giungere a una direzione pacifica». Ancora una volta il portavoce ha osservato che l’Ucraina «dovrebbe intraprendere qualche azione in questo senso. Hanno un divieto legale in tal senso. Ma finora non vediamo alcuna azione». Il riferimento è a un decreto ucraino del 2022 che vieta alcun tipo di trattativa con il Presidente russo.

LE PAROLE DI LAVROV


Alla carota di Peskov ha però fatto da contraltare il bastone di Sergei Lavrov, ministro degli esteri russo. In un’intervista uscita sul quotidiano brasiliano “O Globo” (Lavrov è in Brasile per i lavori del G20) il ministro ha risposto a una domanda su quali siano le condizioni di Mosca per una risoluzione finale del conflitto, Lavrov ha ribadito quanto già ripetutamente detto da vari funzionari governativi: la non adesione dell’Ucraina alla Nato, la riaffermazione del suo status di neutralità e il riconoscimento internazionale della Crimea e delle quattro regioni annesse come parte della Russia. Lavrov ha comunque ringraziato l’attuale amministrazione americana, che a sua detta starebbe cercando di capire «le cause profonde della crisi».

TRUMP E LA VITTORIA DIPLOMATICA


Naturalmente le dichiarazioni dei contendenti mirano a “portare acqua al proprio mulino”. Donald Trump vuole ottenere quella vittoria diplomatica che aveva promesso in campagna elettorale, e la vuole ottenere al minor prezzo possibile in termini economici e militari, senza dover sborsare altri miliardi in aiuti bellici a Kiev e siglando il “trattato sui minerali” che da ormai due mesi è in fase di negoziazione.
L’Ucraina mira a ottenere quanto più la sua posizione di debolezza le permette, il cessate il fuoco permanente permetterebbe a Kiev di riorganizzarsi e darebbe ai Paesi europei il tempo di aumentare la produzione di materiale bellico da fornire a Kiev; inoltre, qualunque sia l’accordo di pace che verrà siglato (e se verrà siglato) la Russia non ha mai osteggiato l’ingresso di Kiev nell’Unione Europea, il futuro dell’Ucraina pare dunque essere legato a Bruxelles.

IL CESSATE IL FUOCO


Per la Russia il cessate il fuoco non ha alcun valore strategico. Mosca ha più uomini, più mezzi e un’economia molto più sana di quella di Kiev, ecco quindi che si spiegano le “tregue temporanea” che Mosca ha annunciato per Pasqua e per il giorno della Vittoria: sono un gesto che Putin compie per ingraziarsi Trump (anche se al momento non sembra funzionare). Il dialogo fra Russia e Stati Uniti, comunque, va avanti. Oltre alle visite di Witkoff a Mosca, anche Lavrov e Rubio si tengono in costante contatto, come confermato dal ministro russo al quotidiano O Globo, è quindi verosimile che quando verrà trovata la quadra finale per porre fine alle ostilità Mosca smetterà di sparare, fino ad allora, ci saranno solo tregue temporanee.


Share

Il Quotidiano del Sud.
La “tregua” di Putin per convincere Trump

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti