La trappola a Raoul Bova parte di “un sistema per ricattare i vip”? Le indagini e le versioni di Martina Ceretti e Federico Monzino (che non coincidono)

  • Postato il 30 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Ciao sono un amico di Ceretti, abbiamo un bel gossip tra Marti e Raoul. Abbiamo audio e tutto”: queste le parole – stando a quanto riporta Repubblica – scritte da Federico Monzino Fabrizio Corona lo scorso 5 luglio. “Marti” e “Raoul” sono Martina Ceretti e Raoul Bova, e il “bel gossip” che il 29enne propone all’ex re dei paparazzi è ‘concreto’ per via di un lunghissimo scambio di messaggi tra i due protagonisti, avvenuto sulla posta privata di Instagram (dal 2023 a oggi) e di un audio inviato dall’attore alla modella, ormai virale sui social. Passano pochi giorni e si arriva all’11-12 luglio, quando Bova riceve molti messaggi (una quarantina, scrive sempre Repubblica) da un anonimo numero spagnolo: oggetto dei messaggi, la richiesta di un “regalo” per evitare che il materiale sulla liason con la 23enne venga reso pubblico e, nello specifico, consegnato proprio a Corona. Non si fa riferimento al denaro ma l’obiettivo è chiaro. Bova risponde che “è un reato” e aggiunge “io non cedo” e va quindi a sporgere denuncia. La procura di Roma apre così un’inchiesta condotta dal pm Eliana Dolce. S’indaga per tentata estorsione sugli audio rubati e al momento sono state sentite come “persone informate sui fatti” Martina Ceretti, Federico Monzino e Fabrizio Corona. E stando al Corriere della Sera, questo sistema ricattatorio potrebbe essere stato messo in atto non solo con Raoul Bova ma anche con altri vip (Repubblica parla di ‘ipotesi sistema per ricattare i vip’). Da chi? Il 25 luglio Corona, che ha avuto i materiali sul “bel gossip”, lo rende noto nel suo programma su Youtube Falsissimo e presto tutta la storia diventa virale.

CERETTI – MONZINO: DUE VERSIONI CONTRASTANTI

Martina Ceretti, 23 anni, modella e influencer da 100 mila follower, ha chiuso (o momentaneamente sospeso, ndr) il proprio profilo Instagram ma solo dopo avere postato, a poche ore dalla messa in onda di Falsissimo, alcune storie: “Ci tenevo a dire la verità. Non ho mai voluto che venisse pubblicato nulla. Quando Corona era a casa di Federico Monzino non ho mai fatto alcuna videochiamata in cui dicevo di far sentire l’audio. Non ho mai avuto a che fare con queste persone e mi dissocio da tutto ciò. Mi ha descritto come una ragazza che non sono, è molto facile giudicare una persona dalla copertina”. Poi però la modella, sentita dagli investigatori, cambia versione e dice di aver condiviso con il suo amico Federico Monzino il materiale riguardante la storia con l’attore ma di averlo fatto “senza secondi fini“. Una versione quella della 23enne alla quale è stato sequestrato il telefono (così come a Corona e a Monzino, ndr) che cozza con quella del pr 29enne: “Ho inviato tutto io a Corona. Martina mi aveva mandato il materiale e mi aveva dato il consenso. Pensava che quelle chat potessero aiutarla ad avere visibilità“. A Repubblica il rampollo ha parlato di un obiettivo: “In un primo momento l’idea era quella di far diventare famosa Martina, cosa che lei desiderava. Io ho fatto solo da tramite. Il materiale non è stato quindi rubato o trafugato, ma condiviso volontariamente: Martina era con me, a casa mia, ed era consapevole di quanto facevamo insieme, il passaggio è avvenuto col suo consenso diretto, senza alcuna modifica o manipolazione”. Come mai le versioni dei due – che secondo il ragazzo “non sono solo amici, qualcosina in più” – sono diverse? Che ruolo hanno in questa storia Ceretti e Monzino? Chi si nasconde dietro il misterioso ricattatore? Si tratta di un sistema ricattatorio che coinvolge più vip? “Federico Monzino ha preso le distanze dai messaggi inviati a Raoul Bova, affermando di non essere lui l’autore, e dice di aver inoltrato chat e messaggi audio dell’attore a Fabrizio Corona e che la sua amica Martina Ceretti ne era a conoscenza”, le parole dell’avvocato di Monzino, Sirio Serafinelli, all‘Adnkronos.

LA VERSIONE DI FABRIZIO CORONA

“Non c’è un solo passaggio di ogni singola puntata che non venga affrontato con l’avvocato Chiesa. L’audio e le chat di Raoul Bova mi sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer. Non c’è stata alcuna acquisizione fraudolenta del materiale. E nel momento in cui una delle protagonista dei questa vicenda dà il consenso, il problema diventa solo suo. Quanto alla presunta violazione della privacy (possibile altro reato che potrebbe configurarsi, ndr) mi viene da ridere”: questa la versione dell’ex re dei paparazzi, pubblicata sotto forma di Instagram stories sul profilo del suo programma, Falsissimo. E ancora: “Vogliono darmi il materiale di Bova con l’unico scopo di far diventare famosa Martina (…). Il consenso me lo hanno dato loro. Il problema successivo quale è stato? Sotto l’effetto di sostanze, Federico Monzino e Martina Ceretti – come mi ha riferito la polizia – hanno contattato Raoul Bova per chiedergli dei soldi in cambio della mancata pubblicazione, all’interno di Falsissimo, del materiale in questione. Il tutto avvenuto totalmente a nostra insaputa. Vale la pena ricordare che le puntate vengono chiuse giorni prima della messa in onda”.

LE INDAGINI

Mentre Federico Monzino nega di avere mandato i messaggi ricattatori a Raoul Bova, secondo il Corriere della Sera “i riscontri investigativi sembrerebbero tuttavia raccontare una realtà ben diversa. E potrebbero portare a un aggravamento della posizione della modella, che al momento non è indagata”: questo quanto scrive il quotidiano di Via Solferino.

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Il Fatto Quotidiano

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