La Transnistria a secco di gas spegne industrie e riscaldamenti
- Postato il 4 gennaio 2025
- Di Agi.it
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La Transnistria a secco di gas spegne industrie e riscaldamenti
AGI - La Transnistria ha ordinato blackout a rotazione dopo l'interruzione delle forniture di gas russo che questa settimana ha fatto precipitare la regione separatista nel caos. Incuneata tra la Moldavia, cui appartiene e l'Ucraina, da mercoledì non può garantire riscaldamento e acqua calda ai propri abitanti, in seguito alla decisione di Mosca ha interrompere le forniture di gas alla Moldavia a causa di una disputa sui pagamenti. "Gli abitanti della repubblica stanno consumando più elettricità di quanta ne venga prodotta dal sistema energetico", ha affermato il ministero dell'economia della Transnistria su Telegram. Parti della città più grande della regione, Tiraspol, tra cui un quartiere che ospita un ospedale pediatrico, resteranno senza energia, così come città e villaggi più piccoli. Il leader filo-moscovita della regione, Vadim Krasnoselsky, ha affermato che i blackout erano inevitabili a causa della pressione sulla rete. Mercoledì la russa Gazprom ha interrotto la fornitura di gas alla Moldavia a causa di una disputa finanziaria con il governo di Chisinau, nello stesso giorno in cui è scaduto l'accordo di transito del gas tra Mosca e Kiev per il transito attraverso l'Ucraina. Tutte le imprese industriali hanno smesso di funzionare. "La crisi è così grave che non è necessario elencare quali imprese si sono fermate. Tutte sono ferme, a eccezione di quelle che garantiscono la sicurezza alimentare, ha detto ministro dello sviluppo economico della non riconosciuta Repubblica Moldava transnistriana, Sergei Obolonik, citato dal canale Telegram dell'agenzia di stampa Pridnestroviana, "per il settore industriale - non esiste alcuna risorsa energetica". Le autorità esortano i cittadini a raccogliere legna da ardere per scaldarsi.
La sottile striscia di terra è stata di fatto controllata dalle forze filo-russe sin dal crollo dell'Unione Sovietica, ma è riconosciuta a livello internazionale come parte della Moldavia. Le forniture russe tramite l'Ucraina sarebbero state comunque interrotte con la fine dell'accordo di transito, ma Chisinau ha affermato l'anno scorso che Gazprom aveva la possibilità di fornire gas attraverso una rete di condotte che attraversa il Mar Nero fino alla Turchia e poi risale attraverso i Balcani. Il resto della Moldavia è stato risparmiato per ora, grazie alle importazioni di energia dalla vicina Romania. Ma le conseguenze della crisi in Transnistria possono essere pesanti anche sul resto della Moldavia. "Mettendo a repentaglio il futuro del protettorato che ha sostenuto per tre decenni nel tentativo di destabilizzare la Moldavia, la Russia sta rivelando l'inevitabile risultato per tutti i suoi alleati: tradimento e isolamento", ha affermato il premier moldavo Dorin Recean, "per noi questa crisi è volta a consentire il ritorno delle forze filo-russe al potere in Moldavia e a trasformare il nostro territorio in un'arma contro l'Ucraina, con cui condividiamo un confine di 1.200 km". La Russia nega di aver usato il gas come arma per costringere la Moldavia e incolpa Kiev per essersi rifiutata di rinnovare l'accordo di transito del gas, ma il 1 gennaio Gazprom ha sospeso le esportazioni in Moldavia per debiti non pagati per 709 milioni di dollari. Il presidente filo-europeo Maia Sandu ha ottenuto un secondo mandato l'anno scorso e si è impegnata ad accelerare le riforme e consolidare la democratizzazione. Il territorio prevalentemente russofono della Transnistria, che si è separato dalla Moldavia negli anni '90, ha ricevuto gas russo tramite l'Ucraina. A sua volta, la Moldavia riceveva la maggior parte della elettricità che consumava dalla Transnistria, ma con Kiev che ha chiarito che avrebbe fermato il transito del gas dalla Russia, il governo di Chisinau ha preparato accordi alternativi, con un mix di produzione nazionale e importazioni di elettricità dalla Romania. Il governo moldavo si è impegnato ad aiutare l'enclave con "soluzioni energetiche alternative, come sistemi di biomassa, generatori, aiuti umanitari e forniture mediche essenziali" se la leadership separatista accettasse di fatto di restare una regione moldava.
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