La tomba di Dracula è a Napoli? Il mistero della sepoltura di Vlad III
- Postato il 30 giugno 2025
- Di Panorama
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Nel cuore del centro antico di Napoli, tra i chiostri silenziosi del complesso monumentale di Santa Maria la Nova, potrebbe celarsi uno dei più affascinanti enigmi storici d’Europa: la sepoltura del Principe Vlad III di Valacchia, noto ai più come Dracula. Da anni, studiosi e storici dell’arte ipotizzano che le spoglie dell’Impalatore, vissuto tra il 1431 e il 1477, non siano rimaste nei Carpazi, ma siano state traslate nella città partenopea. Un’ipotesi suggestiva che oggi trova nuova linfa grazie alla possibile decriptazione di un’iscrizione enigmatica, finora rimasta indecifrata, incisa sulla presunta tomba di Vlad.
La scoperta e la scritta decifrata
È stato il direttore del complesso, il professor Giuseppe Reale, a svelare i primi risultati di una ricerca condotta da un gruppo di studiosi internazionali, che si sono occupati della misteriosa iscrizione presente nella cappella Turbolo. Secondo le prime interpretazioni, si tratterebbe di un elogio funebre dedicato proprio a Vlad III, figura storica tra le più controverse e mitizzate della tradizione balcanica. Il testo, risalente al XVI secolo, sarebbe dunque un indizio determinante a favore dell’ipotesi napoletana.
Chi era Vlad III di Valacchia
Principe della Valacchia, strategico territorio tra l’Impero Ottomano e l’Ungheria, Vlad III fu una figura politica e militare spietata, ma anche un simbolo di resistenza contro l’avanzata turca nei Balcani. Il suo soprannome, «l’Impalatore», deriva dal metodo brutale con cui giustiziava i nemici: impalandoli. Tuttavia, la sua crudeltà non fu dissimile da quella di altri sovrani dell’epoca, e spesso venne enfatizzata dai suoi oppositori. Nato nel 1431 nella cittadina transilvana di Sighișoara, Vlad era figlio di Vlad II Dracul, membro dell’Ordine del Drago: da qui, il patronimico «Dracula», che significa «figlio del Drago».
Il mito di Dracula e Bram Stoker
Fu però il romanzo di Bram Stoker, pubblicato nel 1897, a trasformare Vlad in una creatura dell’ombra. Il «Conte Dracula» che abita nei castelli nebbiosi della Transilvania e si nutre di sangue umano è una figura in gran parte letteraria, ma ispirata al vero Vlad III. Il mito ha prosperato nel tempo, radicandosi nell’immaginario collettivo e diventando simbolo universale del gotico. Il fascino di Dracula si è nutrito delle leggende locali, ma anche di ambiguità storiche come quella che oggi emerge da Napoli.
L’ipotesi napoletana: tra storia e leggenda
L’idea che Vlad sia stato sepolto a Napoli è emersa nel 2014, quando un gruppo di studiosi italiani — supportati da accademici dell’università di Tallinn — ha individuato una tomba nella cappella Turbolo con simboli araldici insoliti: un drago, riferibile all’Ordine del Drago, e figure egizie, potenzialmente legate al culto dell’aldilà. Secondo questa teoria, Vlad non sarebbe morto in battaglia, ma catturato dai turchi e successivamente liberato grazie all’intervento della figlia, Maria Balsa.
Maria Balsa e la tomba a Santa Maria la Nova
Adottata da una nobile famiglia napoletana, Maria Balsa si sarebbe rifugiata in Italia per sfuggire alle persecuzioni e avrebbe portato con sé il padre. Alla sua morte, Vlad sarebbe stato tumulato nella tomba del suocero di Maria, Matteo Ferrillo, uno dei mecenati più influenti del Rinascimento napoletano. Proprio qui, nella cappella Turbolo del convento di Santa Maria la Nova, si trova l’enigmatica sepoltura ora al centro dell’attenzione.
Un mistero ancora aperto
Se le nuove analisi confermassero l’interpretazione della scritta come epitaffio di Vlad III, l’intera narrazione storica legata al principe valacco e al mito di Dracula potrebbe assumere contorni del tutto inediti. Una leggenda balcanica che approda sotto il cielo di Napoli, in una città che da secoli intreccia sacro e profano, mito e storia, in un racconto senza fine.