La svolta asiatica Usa spiana la strada all’intelligence Uk? Cosa succede nella Nato
- Postato il 24 giugno 2025
- James Bond
- Di Formiche
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L’ammiraglio francese Pierre Vandier, comandante supremo alleato per la trasformazione della Nato, ha auspicato che il Regno Unito assuma un ruolo guida nelle operazioni di intelligence dell’Alleanza Atlantica, in un momento in cui gli Stati Uniti stanno spostando la loro attenzione strategica verso l’Asia per contrastare la Cina. Le dichiarazioni Vandier al bisettimanale The House, rivista di riferimento del parlamento britannico, arrivano nella settimana del summit alleato a L’Aja, Paesi Bassi.
L’ammiraglio ha sottolineato l’importanza delle capacità britanniche, come quelle del GCHQ (l’agenzia di signals intelligence), ritenendole fondamentali per i sistemi C4ISR (comando, controllo, comunicazione, computer, intelligence, sorveglianza e ricognizione) della Nato, pensati per prevedere e rilevare attacchi via terra, mare, aria e spazio. Secondo Vandier, il Regno Unito ha nel proprio dna le competenze necessarie per costruire questa nuova generazione di strumenti di sorveglianza e intelligence.
Il riorientamento americano verso l’Indo-Pacifico implica che gli alleati europei dovranno colmare eventuali vuoti lasciati dagli Stati Uniti. In questo contesto, il Regno Unito, membro chiave dell’alleanza di intelligence Five Eyes, assume un ruolo cruciale, soprattutto per quanto riguarda il contrasto alla minaccia russa. Vandier ha avvertito che Mosca potrebbe tentare un attacco opportunistico per testare la coesione della Nato prima che venga raggiunto l’obiettivo del 5% di spesa per la difesa, e ha messo in guardia contro una strategia russa basata sull’indebolimento progressivo degli alleati attraverso incursioni, cyberattacchi e disinformazione, piuttosto che un attacco frontale diretto.
Come si legge in una risposta scritta fornita dal ministero della Difesa britannico pubblicata a febbraio nell’ambito dell’indagine sul contributo britannico alla sicurezza europea lanciata dalla commissione Difesa della Camera dei Comuni, “all’interno della prima linea della Nato, le capacità del Regno Unito garantiscono un’intelligence unica, in grado di attivare strumenti operativi multidominio e multinazionali”. Si tratta, si legge ancora, di “un elemento cruciale, perché – come dimostra la guerra in Ucraina – la possibilità di colpire gli obiettivi più strategici e rilevanti a livello operativo, grazie a informazioni tempestive e precise, può rivelarsi decisiva”.
Si è letto sui giornali britannici che il rapporto con gli Stati Uniti, membro trainante dei Five Eyes, e quello con l’Europa saranno tra i dossier più urgenti per Blaise Metreweli, che dal 1° ottobre prenderà il posto di Sir Richard Moore come capo del Secret Intelligence Service (o MI6), il servizio di spionaggio britannico. Ma, prima cosa, ciò è vero anche, se non ancora di più, per l’attuale C. Inoltre, seconda cosa, rimane da capire quanto la raccolta informativa tramite tecnologie britannica sia in grado di rimpiazzare quella americana. Piuttosto, Londra potrebbe diventare fare da ponte.
In ogni caso, che la proposta arrivi da un ufficiale francese non è un aspetto da trascurare nelle relazioni tra Regno Unito e Francia, ma anche per la sicurezza europea in generale. A novembre, Sir Richard era volato a Parigi per celebrare i 120 della firma dell’Entente cordiale, il patto che ha trasformato vecchi rivali in alleati, con una conferenza assieme all’omologo Nicolas Lerner, fedelissimo del presidente Emmanuel Macron che lo ha voluto al timone della Direction générale de la Sécurité extérieure (Dgse). Sir Richard aveva dichiarato che “il costo del sostegno all’Ucraina è ben noto, ma il costo di non farlo sarebbe infinitamente più alto”. E aveva aggiunto che una vittoria della Russia rafforzerebbe l’asse con Iran e Cina, che finora hanno sostenuto Mosca in modo “transazionale”.