La strana storia dei sei candidati di Afd alle elezioni morti all’improvviso
- Postato il 3 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Sei morti, attribuite a cause naturali o non rese pubbliche per rispetto della privacy delle famiglie, stanno scuotendo la politica tedesca. I candidati coinvolti appartenevano soprattutto ad Alternative für Deutschland (AfD), il partito nazionalista che si prepara alle elezioni in Nord-Reno Vestfalia. La coincidenza di morti ravvicinati ha alimentato teorie del complotto, soprattutto online, con utenti che parlano di episodi “statisticamente quasi impossibili”. A rafforzare queste voci è stata la stessa leader di AfD, Alice Weidel, che ha condiviso su X un post dell’economista Stefan Homburg, in cui si ipotizzava l’anomalia numerica degli eventi.
Il ministero dell’Interno del Land ha però chiarito che anche candidati di altri partiti, tra cui Verdi e Spd, sono deceduti nelle ultime settimane. L’obiettivo della comunicazione istituzionale è stato proprio quello di ridurre l’impatto delle speculazioni complottiste, che rischiano di distorcere il dibattito pubblico in piena campagna elettorale.
I candidati AfD e l’effetto sulle elezioni
Nonostante le smentite ufficiali, i casi continuano a destare clamore. Tra i candidati AfD scomparsi figurano Ralph Lange (67 anni), Stefan Berendes (59), Wolfgang Klinger (72) e Wolfgang Seitz (59), tutti deceduti improvvisamente secondo quanto riportato dalla radio pubblica WDR. Alcuni elettori avevano già votato per corrispondenza su schede che riportavano i loro nomi, circostanza che contribuisce ad aumentare lo spaesamento degli elettori.
Il vicepresidente di AfD nel Nord-Reno Vestfalia, Kay Gottschalk, ha dichiarato che al momento non ci sono elementi per sostenere sospetti complottisti, chiedendo però indagini accurate per chiarire le circostanze. La vicenda si inserisce in un contesto politico particolarmente delicato: le elezioni arrivano a dieci anni dall’ondata migratoria del 2015, quando circa un milione di persone, soprattutto siriani e afghani, entrarono in Germania grazie alla scelta dell’allora cancelliera Angela Merkel di mantenere aperti i confini.

Migrazione e nuove strategie politiche
A dieci anni da quell’evento, la Germania vive un cambio radicale di prospettiva. Il nuovo cancelliere Friedrich Merz, leader della CDU e successore di Merkel, ha imposto una linea dura sull’immigrazione. Tra le misure principali figurano controlli più severi alle frontiere, restrizioni sul ricongiungimento familiare e la naturalizzazione, oltre al rimpatrio dei criminali afghani, anche verso il Paese oggi governato dai talebani.
Per Merz, irrigidire la politica migratoria è l’unico modo per contenere l’ascesa di AfD, che negli ultimi mesi ha guadagnato consensi sfruttando paure legate a episodi di violenza attribuiti a migranti. Allo stesso tempo, Merz riconosce che la Germania resta un “Paese di immigrazione” e che è fondamentale favorire un’integrazione di successo, come avvenne negli anni ’50 con i lavoratori provenienti da Italia, Grecia e Turchia.
Oggi circa il 30% della popolazione tedesca ha origini migratorie, pari a oltre 25 milioni di persone, tra cui più di un milione di siriani arrivati dopo il 2015. In questo scenario, i decessi dei candidati AfD non rappresentano solo un episodio di cronaca, ma diventano un simbolo di tensioni politiche e sociali che attraversano il Paese, diviso tra paure identitarie e necessità di inclusione.
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