La storia della prof che non ottiene i permessi di allattamento, continua a insegnare e viene sanzionata
- Postato il 9 aprile 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Aveva chiesto una riduzione oraria per usufruire dei permessi allattamento che spettano alle neomamme, ma non aveva ricevuto risposta dalla scuola dove insegna. Per evitare disagi alle sue classi, la docente aveva allora continuato a insegnare a tempo pieno, ma è stata successivamente punita dalla preside dell’istituto, che ha avviato contro di lei una sanzione disciplinare.
Protagonista della vicenda una giovane docente precaria di un istituto nel Comune di Pontassieve (Firenze). A raccontare la sua storia è la Flc Cgil fiorentina, che assiste la lavoratrice. A sostegno del suo caso c’è stato anche un presidio di protesta di lavoratori e lavoratrici, con operatori delle realtà di accoglienza della zona, cui si sono affiancati anche migranti dei centri di accoglienza, perché la struttura dove insegna la donna è rivolta anche a stranieri e ragazzi in situazioni di disagio.

La ricostruzione del sindacato
“La docente – spiega il sindacato – agli inizi di ottobre comunica alla scuola che intende fruire dei cosiddetti permessi per allattamento grazie ai quali può ridurre l’orario di lavoro giornaliero per prendersi cura della figlia; di conseguenza presenta alla dirigente scolastica un’ipotesi di orario ridotto. Dopo alcune mail e telefonate per ottenere il nuovo orario la sua richiesta cade nel vuoto e non le viene mai dato il via libera. Pur di non mettere in difficoltà gli studenti, si rassegna a svolgere tutte le proprie ore di lezione e riorganizza la propria vita”.
“Passano tre mesi – ricostruisce ancora il sindacato – e solamente agli inizi di gennaio la dirigente scolastica realizza che la docente ha continuato a lavorare per il suo orario integrale e la accusa di averla volutamente tenuta all’oscuro del fatto. Nonostante la docente, sostenuta dalla Flc Cgil, abbia ricostruito nel dettaglio come si fossero svolti i fatti, la dirigente scolastica è andata avanti per la sua strada e, invece di riconoscere le proprie mancanze, le commina addirittura una sanzione disciplinare”.
Dal presidio sono scaturite precise richieste, ricorda Emanuele Rossi, segretario generale della Flc Cgil di Firenze, “alla dirigente scolastica chiediamo di ritirare la sanzione disciplinare – sottolinea -. All’Ufficio scolastico, che avevamo già informato della incresciosa situazione e con cui c’era già stato un incontro per tentare di aprire una fase di confronto e dialogo con la dirigente, chiediamo di intervenire. Ai Comuni del territorio chiediamo di interessarsi maggiormente alle vicende del Cpia”.
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