La storia della lavoratrice incinta, licenziata, reintegrata e poi allontanata di nuovo quando ha perso il bambino

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Affrontare un percorso di fecondazione assistita è già di per sé un cammino impegnativo, se poi l’azienda per cui si lavora rema contro, la situazione può diventare ingestibile. Lo sa bene una dipendente di un’azienda di Granarolo dell’Emilia (Bologna), che al rientro dal periodo di assenza per la FIVET, è stata licenziata con il pretesto dell’esternalizzazione della sua attività. La denuncia arriva della Fiom Cgil di Bologna, che ritiene il fatto “gravissimo”.

“Come troppo spesso accade dopo il Jobs Act, quando si vuole mascherare un licenziamento illegittimo, viene data una motivazione di natura economica”, rende noto il sindacato, che dopo un primo intervento aveva ottenuto il reintegro della dipendente. Ma la situazione è ulteriormente precipitata: “L’aspetto più drammatico della vicenda – aggiunge Fiom – è che l’azienda nei fatti non ha mai consentito alla lavoratrice di riprendere l’attività lavorativa e, nel momento in cui ha ritenuto che la lavoratrice avesse avuto un’interruzione di gravidanza, ha comminato immediatamente un nuovo licenziamento”. Per il legale della vittima, si tratta di un “licenziamento discriminatorio”.

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Autore
Blitz

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