La storia dei Maya cambia: scoperto il complesso rituale di una civiltà senza re
- Postato il 10 novembre 2025
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- Di SiViaggia.it
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Un monumento rituale gigantesco, rimasto nascosto per oltre 3.000 anni nella giungla del Tabasco, in Messico, sta riscrivendo la storia delle antiche civiltà Maya. Più grande di siti celebri come Tikal in Guatemala, è emerso portando con sé un messaggio sorprendente: a crearlo non furono re né imperi, ma una comunità unita da una visione comune del cosmo.
È la scoperta di Aguada Fénix, il sito che sta cambiando ciò che credevamo di sapere sui Maya e sulle origini del potere.
Il vasto complesso ritrovato di Aguada Fénix
Gli archeologi dell’Università dell’Arizona, guidati dal Professor Takeshi Inomata e dalla Distinguished Professor Daniela Triadan, della Fred A. Reicker University, hanno scoperto un imponente complesso cerimoniale che si estende per oltre un chilometro e mezzo nello stato di Tabasco, nel sito di Aguada Fénix, nel Messico sud-orientale.
Le loro scoperte, pubblicate su Science Advances, rivelano il più antico e grande cosmogramma conosciuto, costruito dalle prime comunità legate ai Maya intorno al 1050-700 a.C.

Grazie alla tecnologia Lidar (Light Detection and Ranging), che permette di “vedere” attraverso la vegetazione, gli studiosi hanno potuto mappare il terreno dall’alto e scoprire un vasto altopiano rettangolare lungo 1,6 km e alto fino a 15 metri. La sua linea centrale si allinea perfettamente con il sorgere del sole il 17 ottobre e il 24 febbraio, date che rappresentano metà del ciclo del calendario rituale mesoamericano.
Durante gli scavi, è stata individuata una fossa a forma di croce contenente manufatti cerimoniali e ornamenti in giada a forma di animali sacri e figure umane. Nel cuore dello scavo, piccoli depositi di pigmenti minerari colorati – blu, verde, giallo e rosso – disposti in base ai quattro punti cardinali: la prima prova diretta del simbolismo cromatico direzionale in Mesoamerica. “Simboleggiano il concetto di uno spazio ordinato dell’universo – hanno spiegato gli studiosi -, un’idea che sarebbe sopravvissuta per oltre duemila anni nelle culture Maya e Azteche”.
Ma la scoperta non si ferma qui. Il sito rivela anche una rete di strade rialzate, corridoi e canali che testimoniavano un’organizzazione sociale già complessa e condivisa.

Una scoperta che riscrive la storia dei Maya
Sono diversi gli aspetti che rendono quello avvenuto ad Aguada Fénix un ritrovamento eccezionale. Il complesso precede di quasi un millennio siti come Teotihuacan e Tikal (in Guatemala), ribaltando l’idea che la civiltà mesoamericana sia nata da un lento processo di centralizzazione del potere. “Quello che stiamo scoprendo è che ci fu un ‘big bang‘ di costruzioni all’inizio del 1000 a.C., di cui nessuno era a conoscenza”, ha affermato l’archeologo Inomata.
Ancora più straordinario è il fatto che non esistesse un re a guidare quei lavori. A differenza di altri centri monumentali, Aguada Fénix fu costruita grazie alla collaborazione volontaria di comunità unite da credenze cosmologiche comuni e guidare piuttosto da leader intellettuali. “Questi leader non avevano il potere di costringere gli altri”, ha spiegato Inomata. Le persone partecipavano perché credevano profondamente nell’idea di rappresentare l’universo attraverso l’architettura.
La scoperta dimostra come già 3.000 anni fa fosse possibile realizzare grandi opere senza gerarchie rigide, ma con cooperazione e una visione condivisa. “La gente ha l’idea che servono persone potenti per realizzare qualcosa di straordinario. Ma una volta che si analizzano i dati reali del passato, si scopre che non era così. Non abbiamo bisogno di una disuguaglianza sociale così grande per raggiungere obiettivi importanti”, ha concluso lo studioso.
La storia che conosciamo sui Maya continua a cambiare e, forse, guardando al passato, possiamo davvero imparare qualcosa anche per il nostro futuro.
