La Stanza delle lacrime dove il Papa può piangere: cosa succede dopo l’elezione in Conclave

  • Postato il 6 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È l’ultimo giorno in cui si svolge la Congregazione dei cardinali, la 12esima. Poi i porporati entreranno nel silenzio del Conclave, da rispettare senza eccezioni fino alla fumata bianca dal comignolo di San Pietro. La scelta del Ponteficein una Cappella Sistina con finestre chiuse, vetri oscurati e dove è vietato l’ingresso di qualsiasi dispositivo elettronico – avviene nel rispetto di un rito antichissimo, dove ogni minimo dettaglio è normato, previsto, e con una sua liturgia specifica. E anche la grande emozione del post elezione prevede un luogo deputato alla sua espressione: è la Camera lacrimatoria chiamata la stanza delle lacrime o del pianto. Si tratta di una piccola sacrestia, sulla sinistra dell’altare della Cappella Sistina. Anche il tempo è scandito e preciso ed è compreso fra la fase dell’accettazione e quello della vestizione. È il luogo dove il nuovo papa può dare sfogo allo smarrimento, al peso della responsabilità di assumere il ruolo di successore di Pietro e al conseguente pianto che tutto ciò comporta. In quella stanza intima gli viene concesso di sfogarsi e al tempo stesso di riacquistare quella necessaria tranquillità per mostrarsi al popolo di Roma e a tutta la Chiesa. Perchè probabilmente già dall’antichità era noto l’effetto calmante del pianto. A quel punto il Pontefice è pronto per la vestizione, potrà indossare per la prima volta i paramenti papali bianchi e rossi con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro, dopo l’habemus Papam. Nella sua prima apparizione Papa Francesco da quella Loggia esordì con ‘Fratelli e sorelle, buonasera!’, chiese ai fedeli di pregare per lui e si raccolse con loro in silenzio. E sempre da lì che lo scorso 20 aprile, il giorno prima di morire, Papa Bergoglio si è affacciato per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo nel giorno di Pasqua e con fatica ed un file di voce ha fatto gli auguri alla folla in piazza San Pietro. Anche i drappi rossi sono stati ormai collocati sulle grandi vetrate, la Loggia è pronta ormai.

Intanto, questa mattina alle 9, i cardinali si sono riuniti nell’Aula del Sinodo in Vaticano per quella che dovrebbe essere l’ultima Congregazione prima dell’inizio del Conclave che inizierà domani dalle 16.30. Nel pomeriggio – ad ora – non è prevista un’altra riunione. Ieri, nel corso della doppia congregazione, i cardinali hanno tracciato il profilo del prossimo Papa: “Una figura che deve essere presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale” e “un pastore vicino alla vita concreta delle persone”, come ha riferito dal portavoce vaticano Matteo Bruni. Da oggi poi i cardinali elettori potranno prendere possesso della loro stanza a Casa Santa Marta assegnata attraverso il sorteggio. Poiché le stanze della residenza dove ha vissuto Papa Francesco per dodici anni – la sua stanza, la 201 resterà sigillata – non basteranno per tutti i cardinali e per gli officiali e gli addetti a vario titolo che graviteranno attorno alla macchina organizzativa del conclave (ieri il giuramento di segretezza di un centinaio di persone), alcuni di loro risiederanno nell’edificio adiacente di S. Marta vecchia. Domani, e ogni volta che faranno ritorno a S. Marta per i pasti e il riposo, le 133 porpore elettrici saranno accompagnate su un apposito bus e percorreranno ogni volta un tragitto di un chilometro. Per tutto il tempo del Conclave i telefonini saranno schermati nelle aree interessate dal conclave: la misura non riguarderà Piazza S. Pietro.

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Il Fatto Quotidiano

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