La spia russa che sparì da Napoli smascherata a causa dell’amore per la sua gatta

  • Postato il 15 dicembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Poco più di tre anni fa la storia della spia russa — sparita da Napoli dopo aver “infiltrato” gli ambienti militari della Nato e dell’esercito americano — aveva fatto il giro del mondo. Oggi gli stessi giornalisti investigativi, che avevano scoperto il caso, sono riusciti a risalire al suo vero nome. A raccontarlo è Christo Grozev, giornalista investigativo di The Insider ed ex capo investigatore russo di Bellingcat, che in un video sul suo canale YouTube l’ha soprannominata “Cat Lady”. Non per vezzo narrativo, ma perché è proprio un gatto ad aver svelato la vera identità della spia.

Maria Adela Kuhfeldt Rivera – che si presentava come una gioielliera peruviana – in realtà si chiama Olga Kolobova. Indagando sulla donna, Grozev ha scoperto che tutti gli amici italiani di Maria Adela ricordavano un dettaglio preciso: il suo amore viscerale per la gatta Luisa. Parte così la caccia al felino della spia. I gatti hanno un microchip e ogni microchip possiede un numero unico a livello mondiale. Trovato quel codice, gli investigatori iniziano a scandagliare i database veterinari russi. Il colpo di scena arriva quando Luisa risulta registrata presso una clinica veterinaria in Russia.

Da lì il passo è breve. Su VK, il Facebook russo, compare una donna che segue quella clinica veterinaria, mette “Mi piace” ai suoi post e pubblica foto di un gatto identico. Il puzzle si ricompone in poche ore. Dopo anni di addestramento, documenti falsi e identità costruite con cura maniacale, a smascherare una spia russa non è stato un hacker, un satellite o un traditore, ma una gatta.

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Il Fatto Quotidiano

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