La sinistra ha paura di parlare della sicurezza
- Postato il 4 novembre 2025
- Italia
- Di Libero Quotidiano
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La sinistra ha paura di parlare della sicurezza
La classifica sulla sicurezza in Italia pubblicata dal Sole 24 Ore certifica che nel 2024 i reati denunciati sono aumentati dell’1,7%. Il dato manda in sollucchero la sinistra, che così può accusare il centrodestra di aver attuato «politiche fallimentari» e di aver «tradito le promesse». I numeri dicono anche che, rispetto a dieci anni fa, quando c’era il Pd al governo, i reati sono calati del 15%. Il confronto con la realtà però non è di casa all’opposizione. La classifica dice anche che le prime sei città più pericolose hanno una guida di centrosinistra. A chi obietta che è scontato, visto che i sindaci rossi sono di più, è facile replicare che, viceversa, tra le sei città più sicure del Paese, quattro sono amministrate dal centrodestra, una da una coalizione civica e una sola da un esponente del Pd. L’altra notizia di giornata sull’argomento è che Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di legge a tutela delle forze dell’ordine.
La norma vuole abolire l’indagine come atto dovuto e inevitabile, anche in assenza di denuncia, nei confronti degli agenti che, in servizio, fanno male a qualcuno. Viene anche garantita copertura alle spese legali degli agenti, in caso di processo, e viene stabilito che essi non potranno vedersi rallentata la carriera in corso di giudizio, fino a che non si arriva a sentenza definitiva. Una novità in soccorso delle divise che viene contestata dall’opposizione, la quale la critica con i consueti temi dello Stato securitario e della destra autoritaria.
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Viene da chiedersi a questo punto quando e perché la sinistra, che pure aveva una tradizione di tutela dell'ordine pubblico e di rispetto della legalità anche allorché scendeva in piazza, ha assunto sul tema della sicurezza una posizione sempre più lassista, che ormai è debordata in un'indifferenza complice. C'era un tempo nel quale nei cortei della Cgil era attivo un servizio d'ordine che interveniva ben prima degli agenti per sedare sul nascere ogni minima violenza. Oggi il segretario del sindacato rosso, Maurizio Landini, incita dal pulpito alla rivolta sociale e nelle manifestazioni a favore di Gaza si tollerano infiltrazioni di violenti che vandalizzano le città e assaltano i poliziotti.
C'era un tempo nel quale Giorgio Napolitano, ministro dell'Interno del primo governo di Romano Prodi, difendeva le divise che avevano caricato i manifestanti no global che sfilavano contro l'esecutivo spiegando che «c'era la necessità di mantenere l'ordine pubblico». Oggi l'ex capo della Polizia, Franco Gabrielli, da consulente per la sicurezza del sindaco di Milano, Beppe Sala, ha criticato i carabinieri che hanno inseguito Ramy Elgaml sostenendo di fatto che hanno esagerato.
La prima risposta che viene da dare è che la mutazione genetica della sinistra in tema di sicurezza è avvenuta con l'esplosione dell'immigrazione illegale e della criminalità a essa connessa, al punto che oggi nelle carceri italiane un detenuto su tre è straniero. Incapaci di tutelare i confini, imbevuti di ideologia terzomondista e ostaggio delle forze estremiste, gli esecutivi progressisti hanno iniziato a chiamare risorsa un problema che non riuscivano a risolvere ea minimizzare le conseguenze negative. L'immunità di fatto per il reato di immigrazione clandestina si è così trasformata in immunità morale per tutti i reati che i clandestini commettono, quasi essi siano idealmente svincolati dagli obblighi di legge in quanto poveri e sfortunati. Altrettanto decisivo è stato il fatto che, viceversa, la destra, come da sua tradizione, ha fatto della sicurezza uno dei temi fondanti della propria azione politica quando era all'opposizione e di governo una volta divenuta maggioranza. Non a caso, il decreto sui rave party è stata una delle prime iniziative di questa esecuzione e quello sulla sicurezza ne è stata forse la più emblematica finora.
Questa scelta identitaria, che peraltro va incontro alle richieste della maggioranza dei cittadini, viene strumentalizzata dall’opposizione per accusare la destra di voler imprimere una svolta autoritaria al Paese. Lo scopo è tenere attaccato alla sinistra un elettorato antagonista ormai deluso dalle proposte dei progressisti e che pertanto va alimentato a odio, che dal governo si riversa automaticamente nei confronti dei tutori dell’ordine. Ma il divorzio tra la sinistra e la sicurezza intesa come valore in realtà data molto prima, probabilmente proprio dalla caduta del governo Prodi, di cui Napolitano era ministro e dalla vittoria di Berlusconi, nel 2001. Come risultò subito evidente con il G8 di Genova di quell’anno, che pure quel governo non seppe gestire, dove a margine del corteo pacifico dei manifestanti sfilarono decine e decine di criminali che misero a soqquadro la città.
Non si può arrivare a dire chela violenza di piazza o le posizioni estremiste esibite siano oggi o siano state allora tollerate in quanto considerate un’estrema alternativa antigovernativa. Certo però non vengono mai adeguatamente stigmatizzate dalla maggior parte dell’opposizione, diversamente da quello che fa la destra verso gli eccessi della sua minoranza nostalgica e ripudiata. Dall’ebreo Emanuela Fiano zittito dai compagni alle mostruosità che vengono scandite durante i cortei pro-Pal fino ai manichini a testa in giù dei leader della maggioranza, è tutto tollerato. È l’ideologia che, priva ormai di contenuti, si fa difesa dell’insicurezza.
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