La scrittrice cosentina Grazia Fasanella presenta “Ester America” al Terrazzo Pellegrini
- Postato il 9 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
La scrittrice cosentina Grazia Fasanella presenta “Ester America” al Terrazzo Pellegrini

La scrittrice cosentina Grazia Fasanella presenta “Ester America” al Terrazzo Pellegrini, tra ricordi, emozioni e riflessioni sulla resilienza delle donne.
COSENZA – Ci sono storie che attraversano lo spazio, il tempo e le generazioni, lasciando tracce profonde nell’anima di chi le incontra. Napoli, Cosenza, l’America… e poi il cuore. È questa la geografia emotiva di “Ester America” (Luigi Pellegrini Editore), il libro di Grazia Fasanella, che esplora l’intimità più profonda delle emozioni e dei legami familiari. Abbiamo incontrato l’autrice a Terrazzo Pellegrini, durante la presentazione del libro, a cui hanno preso parte Bianca Rende, consigliera comunale di Cosenza; Roberta Attanasio, presidente del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”; Lucia Nicosia, past presidente Fidapa BPW Italy sezione di Cosenza; e Assunta Morrone, dirigente scolastica e scrittrice. Tra ricordi, emozioni e riflessioni sulla forza delle donne, Fasanella ci ha raccontato la genesi di questa vicenda così intensa, attuale e universale.
Come nasce “Ester America”?
«È nata da una ricerca del passato. Volevo conoscere il nome della mia nonna paterna, di cui nessuno aveva mai parlato. Morì a soli 30 anni, quando mio padre ne aveva appena quattro, e la sua memoria era rimasta silenziosa. Un giorno mi chiamò un cugino: gli chiesi quale fosse il nome di nostra nonna e lui mi rispose: “Ester Americana”. Mi raccontò che era stata trovata neonata su un piroscafo alla fine dell’Ottocento, approdato a Napoli. Il comandante la chiamò Ester perché veniva dall’estero, Americana perché proveniva dalle acque americane. Quella storia ha fatto emergere in me un flusso di emozioni e ricordi, come se qualcosa di antico e dimenticato si fosse finalmente risvegliato».
Cosenza entra nella storia…
«È cresciuta al Convento delle Vergini. Nel ’91, quando tornai in città dopo aver vissuto a Roma, decisi di andare a trovare gli orfanelli del convento: raccontavo loro storie e a volte pranzavamo insieme. Successivamente, chiesi un permesso speciale per celebrare le nozze nella piccola chiesetta dove mia nonna era cresciuta e si era sposata. Da tempo, lì non si celebravano funzioni religiose. Gli orfanelli mi aspettavano davanti alla porta con uno striscione: “Siete bella come un cuore”. Concludo così il mio libro: “Sarà un’anima che passeggia in Paradiso e mi ringrazia di non averla dimenticata”».
Il racconto è romanzato. Come mai?
«Molti dettagli del passato sono sconosciuti. Nessuno sa chi fosse la madre di Ester, chi l’abbia abbandonata sul piroscafo o chi l’abbia portata al convento. Ho scelto di raccontare vicende di donne sofferenti, perché una scelta di questo tipo può derivare solo da un grande dolore o da una vita priva di pace».
Quando ha capito che la storia di Ester non apparteneva solo a lei, ma era diventata un racconto capace di toccare e risvegliare l’anima di chi l’avrebbe letta?
«Ogni giorno sentiamo parlare di femminicidi e di donne violate nei loro spazi e nei loro affetti. Ho capito che la storia di mia nonna, di sua madre e di tante altre donne poteva diventare un racconto universale: una memoria condivisa, un invito a riflettere sulla resilienza femminile e sul valore della vita».
Come si racconta un dolore così grande?
«Ho impiegato pochissimo tempo, perché la mia scrittura nasce dalle fiabe. È semplice, diretta, ma deve arrivare subito al cuore. Tutto nasce dal bisogno di dare voce a ciò che è stato dimenticato o taciuto».
C’è stato un passaggio difficile da scrivere?
«Tutto è stato difficile, ma ho spalle forti. La professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e opinionista, che ha scritto la prefazione di molti dei miei libri, afferma che ho un modo “lieve” di raccontare anche le storie più dure. Ho scritto anche la fiaba di Roberta Lanzino, molto amata dai bambini a scuola: racconto il dolore, ma sempre con delicatezza, con speranza».
Quale messaggio si augura che i lettori possano portare con sé dopo aver incontrato Ester?
«Prendersi cura di sé, proteggere quella parte di noi che merita attenzione e rispetto. Ester America è una storia di rinascita: dimostra che anche i gesti più piccoli, un abbraccio, una parola gentile, possono cambiare il destino di una persona».
La storia parla di “rinascita”. A suo parere, qual è il gesto, anche il più piccolo, che può cambiare il destino di una persona?
«Un abbraccio!».
Progetti futuri?
«Il teatro. Ogni anno porto in scena bambini e anziani di un centro sociale. Abbiamo vinto anche il Premio Letterario Caccuri. Le mie fiabe diventano spettacoli ironici, ma con messaggi importanti. L’obiettivo è emozionare, sensibilizzare e far riflettere».
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La scrittrice cosentina Grazia Fasanella presenta “Ester America” al Terrazzo Pellegrini