La scoperta archeologica medievale riscrive la storia di Sassari, il sito archeologico è visitabile per poco

  • Postato il 24 giugno 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Mentre venivano svolti alcuni scavi presso l’università di Cagliari è successo qualcosa di straordinario: i lavori di ristrutturazione dei palazzi dell’amministrazione centrale hanno portato alla luce un tesoro archeologico. Nel cortile dell’ex Estanco gli archeologi hanno rilevato tracce del passato medievale della città.

Tutto è iniziato durante un intervento edilizio per realizzare nuove strutture tecniche. Ma sotto i nostri piedi si nascondeva ben altro: un sottosuolo pieno di sorprese, con resti e stratificazioni che raccontano secoli di vita sassarese. A guidare queste delicate operazioni ci ha pensato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, insieme all’Università.

Il progetto, sostenuto da un finanziamento di circa 7,5 milioni di euro, ha messo in luce quanto sia ricca la storia delle città italiane. E per chi vuole vedere tutto con i propri occhi, c’è un’occasione da non perdere: il 24 e 25 giugno l’area di scavo sarà eccezionalmente aperta al pubblico. Due giorni per esplorare da vicino questi ritrovamenti, accompagnati da guide esperte che racconteranno ogni dettaglio. Una vera immersione nel passato, a pochi passi dalle aule universitarie.

Le scoperte archeologiche sotto l’università di Sassari

Durante gli scavi nel cuore dell’Università di Sassari è venuto fuori un vero e proprio puzzle del passato: un intreccio di strutture e reperti che raccontano storie dimenticate, risalenti a un periodo compreso tra la fine del Quattrocento e il Seicento. Tra le scoperte più affascinanti ci sono antiche murature medievali, vecchie canalizzazioni, impianti artigianali, discariche, sepolture e persino i resti di quella che potrebbe essere stata una torre.

E proprio questa torre, con i suoi blocchi squadrati e la forma rettangolare, potrebbe essere quella ipotizzata da Enrico Costa in una mappa storica del 1899. Una sorta di leggenda cittadina che, a quanto pare, aveva un fondamento reale.

Ma non finisce qui: tra i ritrovamenti più suggestivi spiccano anche i resti di una cinta muraria medievale, costruita in almeno due fasi differenti. Un dettaglio che rivela molto: la zona era abitata e fortificata ben prima della nascita del Collegio Gesuitico, ovvero il primo nucleo dell’attuale Università. Insomma, Sassari ha ancora tante storie da raccontare.

I depositi funerari rinvenuti offrono anche uno spunto per approfondimenti antropologici e genetici. I resti scheletrici saranno oggetto di studio da parte del Laboratorio di Archeologia Medievale e del Dipartimento di Genetica Medica, con l’obiettivo di ottenere nuove informazioni sulla popolazione sassarese dell’epoca.

L’importanza della scoperta

Oltre al valore scientifico dei reperti, la scoperta riveste un’importanza cruciale per la ricostruzione storica della città. Sassari, spesso identificata per il suo sviluppo in età moderna e contemporanea, si arricchisce ora di nuove prove materiali che ne testimoniano la vitalità urbana e culturale già in epoca medievale.

I ritrovamenti sono l’occasione per rileggere la storicità della Sardegna, le sue origini e altri dettagli. Viene facilmente ricollegata la presenza dei Gesuiti alla fondazione del primo nucleo universitario e si amplia la comprensione della vita quotidiana e dell’organizzazione sociale del capoluogo antico.

Non meno importante è l’impegno dell’Università e della Soprintendenza nel valorizzare il sito e i suoi contenuti. Sebbene i reperti non saranno visibili in maniera permanente per ragioni conservative, saranno protetti e ispezionabili tramite apposite botole.

La tecnologia farà la differenza: con strumenti digitali avanzati quali modelli tridimensionali e video mapping si potrà raccontare al meglio questa scoperta. Il sito archeologico è occasionalmente aperto al pubblico: nelle giornate del 24 e del 25 giugno tramite visite guidate è possibile vedere da vicino gli importanti ritrovamenti che stanno riscrivendo la storia.

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SiViaggia.it

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