“La Russia ha lanciato sull’Ucraina il missile da crociera 9M729. Causò l’uscita degli Usa dal Trattato Inf”

  • Postato il 31 ottobre 2025
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Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha confermato per la prima volta che la Russia ha utilizzato in combattimento il missile da crociera 9M729, lanciato da terra, contro l’Ucraina. Questo missile è lo stesso che, nel 2019, spinse gli Stati Uniti sotto Donald Trump ad abbandonare il Trattato INF – Forze Nucleari a Raggio Intermedio, un patto sul controllo delle armi nucleari siglato da Donald Reagan e Mikhail Gorbaciov nel 1987 – poiché violava i limiti imposti alla gittata delle armi terrestri (massimo 500 chilometri). Lo scrive Reuters in un’esclusiva online e la prima conferma ufficiale arriva da Sybiha. La Russia ha lanciato l’arma – chiamata in codice Nato SSC-8 – sull’Ucraina 23 volte da agosto. Secondo il sito web Missile Threat, il missile, che può trasportare una testata nucleare o convenzionale, ha una gittata di 2.500 chilometri. Tra le prove raccolte del suo utilizzo, c’è l’attacco del 5 ottobre al villaggio di Lapaiivka, quando un raid russo ha colpito un edificio residenziale, provocando la morte di 4 persone. Le immagini dei frammenti del missile esaminate da Reuters mostravano marcature 9M729, confermate da esperti come Jeffrey Lewis (Middlebury College). In più, i componenti identificati (motore, tubo con cavi, pannelli) sono coerenti con il design del 9M729. L’uso del 9M729 rappresenta una nuova fase di escalation nella guerra in Ucraina e una minaccia diretta alla sicurezza europea e si inserisce in un quadro geopolitico dove Trump, Putin e le politiche di disarmo nucleare tornano al centro del dibattito globale.

Sybiha ha dichiarato che l’uso del 9M729 è un segnale chiaro della mancanza di rispetto di Putin verso gli Stati Uniti e gli sforzi diplomatici di Trump. Sforzi che Kiev sostiene, insistendo però sulla comunità internazionale affinché faccia pressione sul Cremlino e sulla necessità di rifornire l’Ucraina di armi a lungo raggio come i missili Tomahawk, visti dalla Russia come elemento di pericolosa escalation. L’impiego del 9M729 amplia l’arsenale russo a lungo raggio e rappresenta una minaccia non solo per l’Ucraina ma anche per l’Europa. Analisti come William Alberque (Pacific Forum) e John Foreman (ex addetto alla difesa britannico) affermano che il missile è progettato per colpire obiettivi in Europa e che il suo uso è un segnale politico di Mosca durante i negoziati di pace. Dopo l’uscita dal trattato INF, la Russia aveva dichiarato una moratoria sui missili a raggio intermedio, ma nell’agosto 2025 ha rimosso ogni limite al loro dispiegamento.

Quest’arma consente alla Russia di colpire da più lontano, anche dal proprio territorio, riducendo il rischio per i suoi lanciatori. Offre nuove traiettorie di attacco, rendendo più difficile l’intercettazione da parte delle difese aeree ucraine. Secondo l’esperto Douglas Barrie (IISS), il suo impiego in Ucraina serve sia a testare il sistema in condizioni reali sia a potenziare le capacità operative russe. Peraltro nei giorni scorsi Mosca ha testato anche il missile da crociera nucleare Burevestnik e il siluro Poseidon, entrambi a propulsione nucleare. Le dichiarazioni arrivate dal Cremlino dei test condotti “con successo” non sono però verificabili. Trump, nel frattempo, ha ordinato di riprendere i test sulle armi nucleari americane, citando i programmi militari di altri Paesi. Un annuncio che ha colto di sorpresa perfino alcuni consiglieri del presidente Usa, ha riportato Cnn. “Storicamente, è il Dipartimento dell’Energia a mantenere e testare l’arsenale nucleare statunitense, non il Dipartimento della Difesa – sottolinea l’emittente – E gli ingegneri hanno affermato che test accurati possono essere condotti tramite simulazioni al computer, senza far esplodere una vera testata nucleare sott’acqua o nel deserto del Nevada. Poche ore dopo il post del presidente, non sembrava che il Pentagono si stesse muovendo rapidamente per testare un’arma nucleare”.

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