La Russia ci invaderà: l’allarme che spiega il riarmo europeo
- Postato il 10 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Dicono molti politici che “la Russia non si accontenterà di conquistare l’Ucraina, dopo invaderà gli altri Paesi europei”.
Così il Vecchio Continente con in testa la Germania è ormai entrato in una tale sindrome dell’invasione russa da suscitare allarmi sempre più forti.
Tant’è che proprio in Germania tre accademici – Stefan Luft, Jan Opielka e Jürgen Wendler – si sono premurati di pubblicare un lavoro di 320 pagine documentate in modo puntiglioso per chiedere un cambio di rotta nella politica di sicurezza e difesa, cambio basato su una revisione completa delle relazioni russo tedesche.
Quando è stato presentato con gli autori alla tv tedesca, il libro è stato lodato per avere “smascherato la follia guerrafondaia del governo”. Edito da Westend Verlag, non ancora tradotto in italiano, il libro si intitola “Mit Russland. Für einen Politikwechsel”: vale a dire, “Con la Russia. Per un cambiamento della politica”.
Dialogo con la Russia

Scatenando una forte polemica tra favorevoli e contrari, gli autori chiedono un nuovo approccio con Mosca basato sul dialogo e sulla cooperazione, piuttosto che sullo scontro, convinti – come a suo tempo la cancelliera Angela Merkel – che una politica di cooperazione che cerchi un terreno comune con gli interessi della Russia possa portare a una maggiore sicurezza e stabilità a lungo termine nell’intero continente.
Nella quarta di copertina del loro libro c’è scritto:
“Un’altra grande guerra non è destino. Può essere evitato accettando un mondo multipolare e trattando la Russia come parte integrante dell’architettura di sicurezza europea. I gravi sviluppi negativi rendono necessario un ribaltamento dalle valutazioni convenzionali, che è l’obiettivo del presente libro. I tre autori descrivono come tutte le parti della società tedesca sono state nuovamente condotte sulla via sbagliata della guerra”.
Il segretario della Nato da l’allarme
A iniziare la narrativa, diventata ormai un tormentone, dei russi alle porte è stato alla fine del 2023 l’allora segretario generale pro tempore della NATO Jens Stoltenberg, che ha dovuto prendere atto del fallimento della controffensiva ucraina. Un evidente tentativo, quello di Stoltenberg, di voler far dimenticare che la tragedia della guerra in Ucraina è nata dal continuo volersi espandere della NATO sempre più a est fino all’Ucraina, fino cioè ad “abbaiare della Nato alle porte della Russia” come ebbe a dire Papa Francesco nel maggio di tre anni fa.
Evidente tentativo di voler far dimenticare anche il fallimento dell’illusione della stessa NATO di poter vincere la guerra contro la Russia facendola combattere alla solo Ucraina, ormai è una gara a chi è più pessimista e la spara (parola adatta, trattandosi di guerra) più grossa. Facciamo degli esempi:
– Il presidente francese Emmanuel Macron si è spinto a offrire all’Union Europea “l’ombrello atomico della Francia”, vale a dire la protezione delle decine di armi nucleari francesi. Che comunque non si vede a cosa possano servire di fronte alle migliaia russe.
– Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ai primi di luglio ha affermato due volte: “Siamo già oggi sotto attacco della Russia. La Russia non sta solo combattendo contro l’Ucraina, ma anche contro la Germania”. Il 5 giugno nell’incontro a Washington col presidente USA Donald Trump ha potuto vantare i cento miliardi di euro stanziati per la Difesa. Miliardi che hanno portato il bilancio della Difesa tedesca al quarto posto nel mondo.
Come se non bastasse, il ministro Boris Pistorius ha dichiarato che per sicurezza tedesca è necessario spendere “mille miliardi nei prossimi anni”. E dopo avere detto otto mesi fa che “il conflitto russo ucraino è ormai internazionale, il 16 luglio scorso ha assicurato che “le truppe tedesche sono pronte a uccidere i russi in caso di attacco a un membro della NATO”.
– Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha anche indicato una data: “La Russia potrebbe colpire la NATO entro cinque anni”.
– L’ex comandante in capo dell’esercito britannico, generale Patrick Sanders, non ha voluto essere da meno e, confermando la data, ha esortato il governo inglese a investire di più nella Difesa perché “Una guerra con la Russia è una possibilità reale entro il 2030”.
– L’ex premier estone Kaja Kallas attuale Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, è sicura: “La Russia ha un piano a lungo termine per invadere l’Europa”.
La prova principale è che “Non si spende così tanto per l’esercito se non si prevede di usarlo”. Pur di sostenere la sua accusa la Kallas si inventa sabotaggi russi contro oleodotti e linee elettriche europee. Affermazioni che hanno un notevole peso perché pronunciate a Strasburgo in una sede ufficiale, davanti ai parlamentari europei. Chissà che dire allora del fatto che gli USA spendono in armamenti molte volte di più che la Russia…
Nel 2010 è stato edito negli USA il libro “Labirinto Iran”, un report di esperti di alto livello per illustrare alla Casa Bianca come risolvere, con la pace o con la guerra, i problemi con Teheran. Gli autori del report hanno calcolato, sulla base delle proprie esperienze, che per invadere l’Iran o qualunque altro Paese e tenerlo sotto controllo ci vuole un esercito composto da almeno 20 militari e poliziotti per ogni abitante del territorio invaso.
Ciò significa che se fosse vero che “dopo l’Ucraina la Russia invaderà l’Europa” l’esercito invasore per vincere e tenere a bada anche solo i quasi 300 milioni di abitanti di Polonia, Ungheria, Germania, Francia, Italia e Portogallo, senza calcolare tutti gli altri Stati europei, dovrebbe essere composto da almeno 15 milioni di soldati e poliziotti. Cosa semplicemente irrealistica. E perciò impossibile.
Teniamo presente che tutti i sei autori del report hanno ricoperto incarichi di responsabilità chi al Dipartimento di Stato e chi al Consiglio di Sicurezza Nazionale, chi nella Cia e nelle azioni degli Usa in Iraq, Corea, Pakistan e Afganistan, azioni sfociate come è noto in guerre e affini. Non manca neppure un ex ambasciatore in Israele e consigliere personale del presidente Clinton, come Martin Yndik, né un membro dello staff di governo del presidente Obama, come Suzanne Maloney.
POST SCRIPTUM
Da notare per onestà intellettuale e politica che la Russia, certo non un bell’esempio di democrazia, non ha fatto altro che imitare gli USA quando, a seconda guerra mondiale terminata:
– hanno invaso la Corea, con qualche milione di morti, per “prevenire il pericolo comunista” della Corea del Nord;
– hanno preso il posto dei francesi nel Vietnam del Sud, con una guerra di qualche altro milione di morti, “per contrastare il pericolo comunista della Corea del Nord ed evitare che diventassero comunista anche la Cambogia e la Tailandia”;
– hanno fatto invadere, senza successo, Cuba e la sottopongono ancora da decenni a sanzioni che ne hanno impedito l’uscita dalla povertà;
– hanno invaso Grenada e imposto un governo amico perché le elezioni erano state vinte da un partito “troppo amico di Cuba”.
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