La rivista della fondazione della pace? Tifa riarmo. Petizione per far dimettere il reggente della Campana dei caduti
- Postato il 19 aprile 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Rovereto città della pace o della guerra? Un paio di foto di militari in assetto di guerra, accompagnate da un editoriale che sostiene le ragioni del piano di riarmo europeo, hanno indotto un gruppo di cittadini a lanciare una petizione con cui chiedere le dimissioni di Marco Marsilli, ambasciatore, il reggente della Fondazione Campana dei Caduti. La fondazione – come si legge sul sito – promuove la aspirazione di “pace universale” e conta sull’adesione di 106 Nazioni “in ossequio al grande ideale di Pace e fratellanza dei vivi nel ricordo dei morti, simbolicamente rappresentato” dalla campana di bronzo sul colle di Miravalle.
La petizione è indirizzata ai presidenti del Senato Ignazio La Russa e della Camera Lorenzo Fontana, al presidente del consiglio della provincia autonoma di Trento Claudio Soini e alla sindaca di Rovereto Giulia Robol. Fa riferimento all’articolo 50 della Costituzione, al Regolamento della Provincia e al Regolamento comunale per lʼesercizio dei diritti di partecipazione dei cittadini. E’ una presa di posizione contro l’articolo (“Difesa comune”) apparso sul numero di aprile de La Voce di Maria Dolens, edito dalla Fondazione Campana dei Caduti, che riceve finanziamenti dalla Provincia di Trento.
Promotori dell’iniziativa sono Ennio Bordato, Roberto Chemotti, Matteo Gottardi e Marco Luscia, di diversa estrazione politica, che hanno reagito in questo modo considerando che Rovereto è “città della pace”, in base a una legge del 2006, che le affida compiti di promozione della cultura di non belligeranza. Propongono di modificare l’intestazione in “Città per la pace”, dove la preposizione significherebbe che attualmente Rovereto non corrisponde al compito che le è stato assegnato. “Chi chiede il riarmo non si rende conto – affermano – che per l’Italia esso si tradurrebbe in una spesa di 120 miliardi di euro in quattro anni, con gravi effetti sulle spese per il sociale e la sanità. Vogliamo tornare al 1940-45, aspettando che le nuove generazioni tornino in Italia da un fronte di guerra morti, dentro sacchi neri?”.
La protesta ha obiettivi che vanno al di là dell’articolo non proprio pacifista: “In una situazione straordinaria, com’è quella che attualmente stiamo vivendo, servono risposte straordinarie. Non bastano parole, servono azioni. Per questo chiediamo un consiglio comunale straordinario, accompagnato da una presa di posizione della giunta di centrosinistra contro il riarmo europeo. Dopo Pasqua organizzeremo un’assemblea, con l’invito a promuovere un tavolo della pace con tutte le associazioni, così che Rovereto possa essere all’altezza del suo nome”.
La petizione ha già raccolto un numero di firme sufficiente per essere presentata in Comune: “Il reggente formula un ragionamento la cui conclusione risulta un elogio del piano ReArm Europe con una serie di considerazioni politiche e militari che poco si addicono alla cultura della pace”. Che cosa ha scritto l’ambasciatore Marsilli? “L’Europa commetterebbe una grave leggerezza se non si attrezzasse in maniera seria per far fronte con proprie accresciute capacità a ipotesi di aggressioni esterne. Il ReArm Europe (sigla infelice, va riconosciuto) potrebbe essere pertanto utilizzato come sprone (e al tempo stesso come monito) per trasferire progressivamente dalle 27 capitali nazionali a Bruxelles le materie attinenti alla difesa, permettendo all’Unione Europea di andare oltre la sua, pur formidabile, success story in campo economico e sociale, e di creare una base per la creazione in futuro degli Stati Uniti d’Europa. Un’evoluzione, ne siamo convinti sfidando le opinioni contrarie, di cui le giovani generazioni sarebbero le prime a beneficiare”.
Il commento dei cittadini: “Le considerazioni sono assolutamente incompatibili con l’istituzione e i fini della Fondazione Campana dei Caduti da sempre custode, con la Maria Dolens, del ricordo del sacrificio di molti giovani a causa della guerra e simbolo di pace, dialogo e ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il nome “Maria Dolens” fu dato alla campana dal sacerdote Antonio Rossaro che ebbe l’idea di realizzarla con il bronzo dei cannoni delle diverse nazioni che avevano partecipato alla Prima Guerra Mondiale. La prima campana è stata rifatta più volte, fino alla quarta versione, benedetta da papa Paolo VI nel 1965 in Piazza San Pietro a Roma.
Giuseppe Pietrobelli
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