La ribellione dei quartieri: perché le «piazze tattiche» stanno fallendo a Milano
- Postato il 23 novembre 2025
- Di Panorama
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Quando a fine agosto gli abitanti di via Toce, all’estremità del quartiere Isola di Milano, sono tornati dalle vacanze e hanno trovato la strada chiusa, le rastrelliere montate e 25 parcheggi spariti, hanno pensato a un errore. Nessuno aveva detto nulla: né un cartello, né una mail, né una riunione di quartiere. La via, da normale strada di passaggio, era diventata all’improvviso una “piazza tattica”. «Ci siamo trovati tutto fatto», racconta Alessandra Poltronieri, portavoce di un gruppo di residenti. «Le transenne, i disegni sull’asfalto, le panchine, i tavoli da picnic e da ping-pong, i vasi con le piante. Non avevamo ricevuto alcun avviso. È stata una decisione calata dall’alto, come se non esistessimo». Era il 2020, in piena pandemia, quando comparvero i primi arredi provvisori. Poi, nel 2023, quella “piazza provvisoria” è diventata definitiva.
Nessuna comunicazione, tensione crescente
«Nessuna comunicazione ufficiale», continua. «Ci siamo accorti del cambiamento quando abbiamo visto le ruspe. Hanno cancellato 25 posti auto e chiuso una strada di collegamento alla via Carlo Farini, e da allora la piazza tattica, oltre al normale utilizzo diurno da parte di bambini, genitori e nonni, è diventata un punto di ritrovo notturno. Con rumori, schiamazzi, urla, bottiglie rotte, ogni sera decine di persone restano fino a notte fonda. Ho chiamato la Polizia locale più volte, ma nessuno interviene».
La nuova pedonalizzazione segreta
La sorpresa più amara è arrivata alla fine dell’estate scorsa, quando i residenti hanno scoperto che il Comune di Beppe Sala stava pianificando una seconda pedonalizzazione. Un tecnico di Mm Spa informa Poltronieri del prossimo cantiere. «Ho chiesto spiegazioni alla presidente del nostro Municipio 9… L’assessora mi risponde così via mail…: “Sì, è vero, il progetto verrà fatto e siamo certi che vi piacerà”».
Ma «come si può essere certi che lo apprezzeremo, se nessuno ci ha mai chiesto un parere?».
La protesta esplode
La protesta, a quel punto, è esplosa. «Per noi ormai la parola “riqualificazione” è diventata sinonimo di problema. È usata per giustificare tutto». Poltronieri trova il progetto online: la giunta del Municipio 9 aveva dato parere favorevole nella delibera n. 85 del 23 maggio 2024. «Tutto è stato tenuto segreto… residenti e consiglieri lo hanno saputo solo nell’ottobre 2025. Un colpo basso».
Aiuole secche, arredi degradati: il fallimento delle piazze tattiche
Una parte della popolazione obietta che questo tipo di piazza serva solo a fare immagine: aiuole abbandonate, arredi trascurati, sporcizia. Via Toce è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di esperimenti urbani falliti.
Costi “bassi” solo sulla carta
Nonostante la retorica degli interventi “a basso costo”, una piazza tattica può valere 15-60 mila euro, senza contare progettazione, inaugurazioni, manutenzione. Le riqualificazioni definitive arrivano a milioni di euro in delibere cumulative che rendono difficile capire la spesa reale.
Un modello identico ovunque
Da piazza Bettini al Corvetto, da Spoleto-Venini a Pacini, da Lavater a Bruzzano: stessa formula, stessi problemi. Vandalismi, bivacchi, rumori, calo dei clienti, proteste sulla viabilità.
Il fallimento percepito nei quartieri
A piazza Bettini raccolte 2 mila firme contro la chiusura. Al Corvetto, malamovida e degrado. A Pacini, arredi logori e commercianti in difficoltà. A NoLo, ritrovi notturni di centinaia di giovani.
Situazione simile in piazza Lavater.
Criticità tecniche e sociali
Persino chi era favorevole al progetto oggi ammette gli errori. «È mancato il ragionamento di arredo urbano… è stato applicato un modello identico ovunque».
Di notte, dice Salamon, le piazze diventano after hour: «È un fenomeno sociale… ma non si può fingere che non succeda».
Telecamere, sicurezza e realismo
«Le piazze non possono essere zone franche. Serve controllo, illuminazione, videosorveglianza. Nessuno delinque sotto una telecamera accesa».
E aggiunge: «A Milano siamo arrivati al paradosso dei ping-pong: ogni piazza deve averne almeno due, anche se nessuno li usa».
La sintesi del malinteso urbano
La vicenda di via Toce è l’esempio perfetto: due giardini chiusi di notte ai lati, una piazza aperta 24 ore su 24 nel mezzo. «Non è urbanistica, è improvvisazione».
La distanza tra narrativa e realtà
La giunta Sala difende il progetto come «modello di partecipazione e innovazione».
Ma nei quartieri la realtà è diversa: vernice nei rendering, degrado nella realtà.