La Regione Sicilia vieta smartphone e tablet in mano ai bambini sotto i 5 anni: ora serve l’ok di Roma

  • Postato il 31 gennaio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Sicilia come la Svezia: niente device digitali per i bambini sotto i cinque anni con rischio di sanzioni da 100 a 500 euro. È stata votata mercoledì pomeriggio all’Assemblea regionale siciliana la legge voto che impone il divieto. Un’approvazione bipartisan per una norma che ora dovrà essere ratificata dal Parlamento per diventare effettiva, una pura formalità, secondo i più esperti all’Ars, vista anche l’unanimità della votazione.

Il testo della norma è stato presentato dal M5s e porta la firma del deputato, nonché pediatra, Carlo Gilistro: “Ormai dovunque si sta prendendo coscienza che le apparecchiature digitali sono fondamentali, ma vanno usate con enorme cautela, specie da parte dei più piccoli. I danni possono essere irreparabili e i genitori devono saperlo: gli smartphone che a cuor leggero consegnano ai propri bambini per tenerli buoni non sono innocui giocattoli, tutt’altro. Si rischia veramente la catastrofe”. È questo l’allarme lanciato dal deputato M5s e che è stato accolto da tutta l’Assemblea. La parola adesso passa a Montecitorio: “Purtroppo – dice Gilistro – una regione non può normare autonomamente in una materia del genere, per cui ora occorre il via libera da Roma. Il sì dell’Ars è comunque un segnale fortissimo, che arriva dal Parlamento della regione più grande d’Italia”.

L’isola dunque si allinea alla Svezia che pure vieta smartphone e tablet per i più piccoli, e supera la Nuova Zelanda dove il divieto è vincolato al solo utilizzo dei divice in ambito scolastico. Ma cosa prevede esattamente la legge siciliana? Divieto dell’utilizzo “dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame” nei primi cinque anni di vita e un uso limitato dai sei anni in su ma solo sotto la supervisione di un adulto. Il divieto è previsto anche per gli alunni all’interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche. Questo è quanto previsto dalla legge che impegna anche la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri della Salute e dell’Istruzione, nella promozione e realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori, “finalizzate alla corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del bambino derivanti dall’uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali”.

“Siamo consapevoli – dice Gilistro – che un divieto del genere è difficile da far rispettare e quindi da sanzionare: ma la legge vuole essere soprattutto un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori, che molto spesso scambiano un cellulare per una babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che rischiano di minare per sempre la loro salute psico-fisica”. I rischi sono chiari: “Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti – continua il pediatra e deputato siciliano – sono tra i più comuni, ma anche disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali. Da non dimenticare tra le possibili devastanti conseguenze anche il cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario (il fenomeno degli hikikomori) fino a causare suicidi. Quasi sempre i bambini accusano sintomi aspecifici, innescando una serie di esami inutili e dannose radiografie alla ricerca di inesistenti patologie, cosa che non fa altro che provocare ulteriori danni ai bambini ed evitabili spese alla sanità, contribuendo giocoforza a gonfiare le liste d’attesa”. La parola adesso passa a Roma.

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Il Fatto Quotidiano

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