La Puglia “sottosopra”, un itinerario fuori dai soliti schemi
- Postato il 11 settembre 2025
- Di Panorama
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C’è una Puglia che non vive all’ombra delle cartoline di Alberobello o delle spiagge del Salento. Una Puglia che sorprende persino chi crede di conoscerla già, con paesaggi capovolti, scenari imprevedibili visti dall’alto e misteri sotterranei da scoprire passo dopo passo. È la Terra delle Gravine, tra Laterza, Ginosa, Gravina di Puglia, spingendosi fino a Castellana Grotte. Qui, tra canyon scavati dal tempo e grotte millenarie, si snoda un itinerario che sfida la prospettiva tradizionale del viaggio, invitando l’esploratore a guardare il territorio “sottosopra”.
L’avventura inizia all’alba, quando il sole dipinge di oro le pareti rocciose delle gravine di Laterza e Ginosa. Il cesto di vimini della mongolfiera di Landing on South Italy si solleva dolcemente dal terreno, trasportando i viaggiatori in una dimensione quasi onirica. Da lassù, a trecento metri d’altezza, le gravine rivelano la loro vera natura: non semplici canyon, ma autentiche sculture geologiche plasmate da millenni di erosione.
Laterza mostra dal cielo la sua gravina lunga oltre dodici chilometri, un vero e proprio museo naturale a cielo aperto dove nidificano il falco grillaio e il capovaccaio. Ginosa, invece, svela dall’alto i suoi antichi insediamenti rupestri, testimoni silenziosi di una civiltà che ha saputo adattarsi perfettamente all’ambiente roccioso. Durante il volo, che dura circa un’ora, il silenzio è rotto solo dal soffio del vento e dal lontano cinguettio degli uccelli rapaci che popolano questi canyon pugliesi.

Se le gravine sorprendono forse di più dei blasonati Sassi di Matera, proprio perché meno scontate, con i piedi per terra Laterza e Ginosa sono capaci di dispensare non solo scorci originali, ma soprattutto la vera e genuina ospitalità pugliese, quella ancora esente dalla tentazione di speculare sul turista “mordi e fuggi”. Sono proprio le persone del luogo, che si mettono in gioco attraverso tour operator o associazioni locali, a raccontare i segreti di questi posti, tra vecchie leggende su tesori nascosti e spiriti della terra, chiese rupestri e antichi riti, e antichissime testimonianze che risalgono addirittura al Paleolitico. Scenari talmente catartici che Mel Gibson li ha scelti come quinte naturali per i film “La Passione di Cristo” e l’atteso sequel “Resurection”.
Atterrati dolcemente nei campi di ulivi secolari, il viaggio prosegue verso Gravina di Puglia, la città che dà il nome all’intero fenomeno geologico delle gravine. Qui, il centro storico si sviluppa letteralmente sul bordo di un precipizio che si apre come una ferita nella terra calcarea. La particolarità di Gravina risiede nella sua capacità di fondersi con il paesaggio roccioso: chiese rupestri, abitazioni scavate nella pietra e antichi frantoi ipogei raccontano di una civiltà che ha fatto della roccia la propria casa. Passeggiando per le vie del borgo, si ha la sensazione di camminare su un confine sottile tra superficie e profondità, tra mondo visibile e universo sotterraneo. Sensazione che si percepisce chiaramente anche percorrendo a piedi il famoso Ponte Acquedotto, costruito alla fine del XVII secolo e poi ricostruito dopo un terremoto nel 1722 che impressiona per la sua struttura ad archi alta 37 metri.

Il viaggio “sottosopra” trova la sua dimensione più spettacolare nelle viscere della terra, alle celebri Grotte di Castellana. Ma prima di immergersi nell’abisso, vale la pena esplorare il grazioso centro storico della cittadina, con la sua architettura bianca tipicamente pugliese e il suggestivo passaggio delle “Porte delle Badesse”, un antico varco che un tempo collegava il monastero benedettino femminile al resto del paese. Questa testimonianza lontana di lungimirante “potere femminile”, rivive oggi in un progetto artistico/culturale tra esibizioni teatrali nei vicoli e porte trasformate in affreschi urbani, che ha il suo culmine in una manifestazione che si svolge ogni anno tra la fine di maggio e i primi di giugno.
Le Grotte di Castellana rappresentano uno dei sistemi carsici più importanti d’Italia, scoperte nel 1938 dal speleologo Franco Anelli. La discesa inizia dalla Grave, una caverna a cielo aperto profonda sessanta metri, per poi svilupparsi in un percorso sotterraneo lungo tre chilometri che attraversa sale dalle dimensioni imponenti. La Grotta Bianca, il gioiello del complesso, lascia letteralmente senza fiato (anche per l’inevitabile carenza di ossigeno): interamente rivestita di alabastro purissimo, rappresenta una delle grotte più belle al mondo. Le stalattiti e stalagmiti, formatesi goccia dopo goccia nell’arco di novanta milioni di anni, creano scenografie naturali di una bellezza primordiale che fa dimenticare l’esistenza del mondo in superficie.
C’è un altro momento irrinunciabile da vivere nelle Grotte di Castellana, infatti quando il sole tramonta, le rocce del sottosuolo si trasformano in un palcoscenico d’eccezione per “Hell in the Cave”, uno spettacolo multimediale che unisce musica, luci e tecnologia per raccontare il viaggio dantesco attraverso l’Inferno. Tra le stalattiti millenarie, attori e musicisti danno vita a una rappresentazione che sfrutta l’acustica naturale della caverna, creando un’esperienza teatrale che ha ben pochi rivali al mondo.
Ovviamente questa Puglia “sottosopra” concede anche atmosfere più chic e mondane come una cena a Grotta Palazzese nel blasonato ristorante di Polignano a Mare, tra l’altro eccellente residenza anche per una notte nell’hotel di lusso. Ma l’autenticità del luogo e il calore di chi il mestiere dell’albergatore lo fa quasi con spirito filantropico lo troverete sicuramente nel resort Metamare sorto con un sapiente recupero di un ex opificio in disuso, o tra le stanze dell’albergo diffuso Il Casale di Ginosa che si apprezza per la cura dei dettagli e per una colazione “popolare” con vista sulle gravine che sarà impossibile da dimenticare. Cibo, territorio e genuinità è anche la cifra del consigliatissimo Agriturismo Il Praedio della Reale sempre a pochi passi da Ginosa.