“La proroga al 2027 non è valida”: il Tar della Liguria stoppa il governo sulle concessioni balneari
- Postato il 21 febbraio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. La proroga delle concessioni dei balneari fino a settembre 2027 decisa dal governo Meloni non è valida. È quanto ha stabilito il Tar della Liguria respingendo il ricorso di tre stabilimenti di Zoagli, nel Tigullio, contro la delibera della giunta comunale che aveva confermato la scadenza al 31 dicembre del 2023, dando il via alle gare previste dalla Bolkestein. Un nuovo capitolo della saga che sembrava conclusa a settembre con l’approvazione del decreto scaturito dall’accordo con l’Ue, anche se ormai diversi Comuni hanno avviato procedure ad evidenza pubblica per riassegnare le concessioni.
Secondo la sentenza del Tar Liguria “sulla base del quadro regolatorio attualmente vigente, in forza delle sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege, hanno cessato i loro effetti in data 31 dicembre 2023, sicché le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della direttiva Bolkestein”.
Il tribunale amministrativo conferma quindi la correttezza della delibera della giunta comunale di Zoagli che “correttamente ha stabilito di esperire le selezioni per i nuovi affidamenti”. Il punto, secondo il Tar, è che non esiste un atto normativo su cui dovrebbe poggiarsi la proroga delle concessioni balneari: “Per contro – si legge – non vale invocare un accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea, secondo cui le amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari sino al settembre 2027: e ciò sia perché non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto sia in quanto, in ogni caso, un simile accordo non potrebbe prevalere sul dictum della Corte di Giustizia in ordine all’incompatibilità unionale del rinnovo automatico delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, essendo la Curia europea l’organo deputato all’interpretazione autentica del diritto eurounitario, con effetti vincolanti sia nei confronti delle autorità nazionali che delle altre istituzioni dell’Unione”.
Cosa succede adesso? In attesa di una prevedibile pronuncia del Consiglio di Stato, i Comuni che non hanno ancora provveduto dovrebbero mettere subito tutte le concessioni a gara per non incorrere in altri guai giudiziari. Il rischio è quello di una nuova ondata di contenziosi e caos normativo.
La Regione Liguria, come ha spiegato l’assessore Marco Scajola in consiglio regionale, non adotterà linee guida operative per uniformare i criteri di assegnazione e gestione delle concessioni, ma allo stesso tempo spinge per riconoscere gli indennizzi ai titolari uscenti. È stato inoltre sospeso fino al 30 dicembre 2027 l’obbligo per i Comuni liguri di avere una percentuale minima di spiagge libere e libere attrezzate pari al 40% del fronte mare totale, un provvedimento tecnico per permettere alle amministrazioni di rilasciare concessioni demaniali, senza toccare gli attuali “rapporti percentuali” tra spiagge libere e in concessione. Un terzo dei Comuni costieri liguri, comunque, non rispetta già oggi la quota minima del 40%.