La priorità del Ssn sarebbe ridurre i casi di cancro, non approvare in fretta costosissime terapie per curarlo!

San Gennaro anche il 19 settembre 2024 alle 10.01 ha fatto il miracolo, tradizionalmente legato alle buone sorti della città di Napoli e dei suoi cittadini. La sovrabbondanza acritica di informazioni provenienti dalla scienza medica non regge a qualunque minima riflessione razionale di affermazioni che certificano solo un cortocircuito comunicativo.

Tumori, Aiom: “In Italia 14 mesi prima di accedere a farmaci innovativi”

L’appello degli oncologi all’Esmo 2024 (Barcellona 13 settembre 2024): “Così si penalizzano i pazienti. Subito al lavoro con Aifa per abolire i prontuari regionali”. Quindi, a fronte di un continuo incremento di casi incidenti di cancro in Italia, ormai senza freni per assenza di prevenzione primaria, che ha raggiunto in Italia nel 2023 395mila nuovi casi di tumore, la priorità assoluta sembra essere solo quella di ridurre i tempi di approvazione dei farmaci innovativi costosissimi e non sempre davvero efficaci. “In tre anni, l’incremento di nuovi casi di cancro è stato di 18.400 diagnosi (pari ai residenti di una intera città come Sorrento! nda). Grazie anche alle terapie innovative, l’oncologia del nostro Paese ha fatto registrare importanti passi avanti, con migliaia di vite salvate. Dal 2007 al 2019, in Italia sono state evitate quasi 270mila morti oncologiche. Il cancro è sempre più una malattia curabile e molti pazienti guariscono”. Ma a quali costi?

La comunicazione poi è completamente da rivedere: in Oncologia il termine “guarigione” è infatti un termine inappropriato, dal momento che non esiste una restitutio ad integrum degli organi colpiti dopo la malattia, ma soltanto la possibilità statistica di raggiungere la medesima età di sopravvivenza (e spesso in cattiva qualità di vita!) rispetto a prima della diagnosi di malattia. In sostanza quindi il termine corretto è “cronicizzazione” della malattia, grazie a farmaci innovativi ad altissimo e spesso sconosciuto costo tutto a carico del Ssn, che così perde ingentissime risorse economiche per assistenza medica territoriale.

A mero titolo di esempio, laddove un Irccs oncologico spenda per farmaci innovativi per i propri pazienti 45 milioni di euro l’anno, grazie allo strumento giuridico/informatico cosiddetto “file f”, il 70% di questo costo (quindi ben 31,5 milioni di euro) viene ribaltato direttamente sulla Asl di residenza del paziente in cura per cui la Azienda Irccs oncologico fa ricerca impact factor e gode di buona salute aziendale, mentre il costo altissimo e ormai insostenibile dei farmaci ricade al 70% sulle Asl, a sbriciolarne le risorse economiche.

Ancora: “È dimostrato che un euro investito in uno studio clinico ne genera quasi tre (2,95) in termini di benefici per il Ssn”. Attenzione! Questo calcolo vale solo per i pazienti inseriti nella sperimentazione clinica, e per il tempo necessario alla sperimentazione finalizzata alla approvazione di indicazione. Per questo motivo è interesse prioritario della azienda farmaceutica vedere approvato il farmaco innovativo il prima possibile. Subito dopo l’approvazione, infatti, il costo della cura (512mila euro) ricade interamente sulla Azienda di ricovero (30%) e sulla Asl di residenza del paziente (70%).

Un solo ciclo di terapia è oggi pari a non meno di 7 anni dello stipendio medio di un dirigente medico neo assunto. E’ certo interesse delle aziende farmaceutiche quindi accorciare i tempi di approvazione, ma sarebbe priorità assoluta del Ssn ridurre il numero dei casi incidenti (prevenzione primaria), più che fare conto sulla “filantropia” delle aziende farmaceutiche nelle sperimentazioni cliniche.

Da molti decenni è stato certificato, e ce lo stiamo tranquillamente dimenticando, che ogni euro investito per curare e tutelare l’ambiente di vita e di lavoro (prevenzione primaria e non secondaria) produce non meno di 7 euro di risparmio per il Ssn, non 1 o 3. Quindi il vero risparmio e la priorità assoluta e dimenticata del Ssn, soprattutto in Campania che ha i dati sanitari peggiori d’Italia, sarebbe quella di tentare di ridurre l’incidenza dei casi di malattia, non certo di accorciare i tempi di approvazione di terapie innovative costosissime e ormai francamente insostenibili.

Dio non ci perdonerà se noi medici continueremo a dare priorità agli interessi delle aziende farmaceutiche e non a quelle della tutela della salute e dell’ambiente dei cittadini italiani. Nel 1912 sappiamo che si moriva a 59 anni in media. Oggi in Campania i maschi muoiono in media a 79 anni, ma a partire dai 59 si ammalano di una o più importanti malattie cronico-degenerative, cancro incluso, per inquinamento ambientale grave. In pratica, negli ultimi 40 anni a Napoli abbiamo concretizzato il famoso augurio di buon Natale di Lucariello a zio Pasqualino in Natale in casa Cupiello di Eduardo de Filippo (1924): “…tanti auguri di una lunga vita ma con qualche malattia certa!”. Da curare poi con farmaci innovativi a costi altissimi.

Quanti miracoli deve fare San Gennaro per i napoletani ogni giorno? Non meno di uno per ogni napoletano, e ogni giorno!

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