La prima eclissi solare artificiale nello spazio

  • Postato il 23 giugno 2025
  • Di Focus.it
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A marzo 2025, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha segnato una tappa rivoluzionaria nella storia dell'ingegneria spaziale con la missione Proba-3, riuscendo in un'impresa mai tentata prima: due veicoli spaziali, il Coronagraph e l'Occulter, hanno volato in formazione a soli 150 metri di distanza l'uno dall'altro, mantenendo una precisione millimetrica per diverse ore, e tutto senza il controllo diretto da Terra. E questo ha permesso di ottenere un'eclissi artificiale del Sole di grande interesse scientifico. Solo ora però, sono state divulgate le prime immagini.. L'eclissi solare artificiale. Una volta allineati, i due satelliti danno vita a un'operazione senza precedenti: creano eclissi solari artificiali nello spazio. Il satellite Occulter porta a bordo un disco di occultamento largo 1,4 metri che, allineandosi con il Sole, oscura il suo disco luminoso per il Coronagraph, proiettando su di esso un'ombra di appena 8 centimetri. In quell'istante, lo strumento ottico ASPIICS (Association of Spacecraft for Polarimetric and Imaging Investigation of the Corona of the Sun), montato sul Coronagraph, può osservare la corona solare con un dettaglio mai raggiunto prima, privo del bagliore solare che normalmente ne impedisce la visione. Sviluppato da un consorzio guidato dal Centre Spatial de Liège in Belgio, ASPIICS dispone di un'apertura di soli 5 cm, ma grazie all'innovativa configurazione duale dei satelliti riesce a ottenere immagini paragonabili a quelle di un'eclissi totale naturale. Con un vantaggio notevole: mentre le eclissi naturali si verificano solo una volta all'anno e durano pochi minuti, Proba-3 è in grado di generare un'eclissi ogni 19,6 ore e mantenerla fino a sei ore.. Svelati i segreti del Sole. L'osservazione della corona solare è fondamentale per comprendere fenomeni come il vento solare e le espulsioni di massa coronale (CME), esplosioni di particelle che il Sole emette quasi quotidianamente e che, nei periodi di massima attività, possono avere effetti significativi sulla Terra. Per esempio come quando nel maggio 2024 una potente CME ha compromesso comunicazioni, sistemi GPS e reti elettriche in diverse parti del mondo. L'ASPIICS di Proba-3 riesce a osservare la corona vicino alla superficie solare, grazie a una drastica riduzione della luce dispersa.. Un arsenale di strumenti. Per capire come funziona il Sole, oltre ad ASPIICS, Proba-3 è equipaggiata con altri due strumenti scientifici: DARA (Digital Absolute Radiometer) misura la irradianza solare totale, ovvero la quantità di energia emessa dal Sole in ogni istante. 3DEES (3D Energetic Electron Spectrometer) rileva gli elettroni nelle fasce di radiazione terrestre, misurando le loro direzioni e livelli energetici. Le immagini di ASPIICS vengono processate dal Centro Operativo Scientifico (SOC) ospitato presso l'Osservatorio Reale del Belgio, dove il team guidato da Andrei Zhukov, Principal Investigator di ASPIICS, elabora le osservazioni e invia i comandi operativi al coronografo. «Ogni immagine è composta da tre esposizioni diverse, combinate per ottenere una visione completa della corona», spiega Zhukov. «Il fatto che queste immagini siano paragonabili a quelle delle eclissi naturali, ma molto più frequenti e prolungate, rappresenta un enorme balzo avanti per l'astrofisica solare».. Verso la completa autonomia. Il flight control team supervisiona attualmente il volo in formazione, ma la missione punta alla completa autonomia operativa, eliminando anche la necessità del monitoraggio da Terra. "Il nostro unico compito ora è raggiungere la piena autonomia rispetto al monitoraggio di routine da Terra", ha affermato Damien Galano, responsabile della missione. In collaborazione con l'università belga KU Leuven, l'ESA sta utilizzando il software COCONUT, integrato nel Centro di Modellistica Meteorologica Spaziale Virtuale (VSWMC), per simulare e confrontare le osservazioni reali della corona. «Proba-3 è l'unico strumento in grado di osservare la corona in modo così chiaro, cosa che finora era possibile solo durante le eclissi naturali», afferma Jorge Amaya, coordinatore ESA per la modellistica spaziale. Le simulazioni, combinate con altri modelli fisici, aiutano a comprendere meglio i fenomeni che collegano Sole e Terra, migliorando le previsioni meteorologiche spaziali e la preparazione delle infrastrutture terrestri agli eventi solari estremi..
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Focus.it

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