“La prima e l’ultima volta che recitiamo insieme”: Laura Chiatti e Marco Bocci si scambiano corpi, famiglie, ricchezza e indigenza in “Se fossi te”
- Postato il 19 dicembre 2025
- Televisione
- Di Il Fatto Quotidiano
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Scambiarsi la vita e i corpi per un fatale gioco del destino. Capire poi che, in fondo, né ricchezza e povertà influenzino gli unici desideri che muovono gli essere umani: amore, onestà e condivisione. È il messaggio di fondo del film tv “Se fossi te“, in onda in prima visione su Rai 1 domenica 28 e lunedì 29 dicembre con due protagonisti uniti nella vita Laura Chiatti e Marco Bocci. “La prima e l’ultima volta che recitiamo insieme”, ha detto l’attrice scherzando.
La storia mette a confronto due mondi apparentemente inconciliabili. Massimo Mancuso (Bocci) è un operaio vedovo che fatica ad arrivare a fine mese, schiacciato dal peso delle responsabilità familiari. Valentina Sangiorgi (Chiatti) è la figlia del fondatore dell’azienda dolciaria in cui Massimo lavora: una donna in carriera, con una famiglia solida e una vita agiata. Ma il destino rimescola le carte. Abbiamo incontrato i due attori.
Nel film c’è una inversione di ruoli. Quali sono i pregi e difetti dell’uno e dell’altro?
Laura Chiatti: I difetti di Marco sono tanti poi da moglie come potrei dirti che non ha tanti difetti, ma sicuramente è una persona forse troppo razionale quindi spesso non viaggiamo nella stessa sfera emotiva. Lui è molto risolutivo e questo è anche un bene, però diciamo che non riesce ad entrare molto nei panni dell’altro.
Marco Bocci: I pregi di Laura sono una marea. Quello che vince su tutti, secondo me, è la capacità di essere schietta, la sensibilità, la capacità e ‘impossibilità che lei non ti dica qualcosa davanti alla faccia, insomma, la chiarezza e il carattere per riuscire a dire tutto anche quando quel tutto magari è sconveniente insomma e quindi sai che è una persona che può essere leale. Questo è il pregio e il difetto. Dopodiché i miei pregi, i miei difetti, difetti non ne vedo e i pregi nemmeno.
Si parla di una economica etica in “Se fossi te”, per evitare il licenziamento e chiusura dell’azienda. Ma esiste realmente?
Marco Bocci: Se è possibile realisticamente parlando, non lo so, perché non me ne intendo però mi piacerebbe pensare che sia possibile. Mi piacerebbe pensare che l’unione, tante forze con buoni principi, con buone volontà di speranza, possano riuscire a creare qualcosa di stabile, qualcosa che possa in qualche modo creare condivisione.
È stato difficile per voi assumere le movenze e i comportamenti femminili e maschili dell’uno e dell’altra?
Laura Chiatti: Abbiamo fatto un lavoro molto preciso prima di iniziare le riprese, abbiamo cercato di trovare la giusta misura per non imitare i due poli maschile e femminile, ci interessava il percorso emotivo e le loro fragilità. È stato anche molto divertente perché abbiamo lavorato anche sulle nostre microespressioni, sul modo che spesso abbiamo di porci nei confronti degli altri anche a livello espressivo e pensavamo che questo fosse scontato, conoscendoci molto. Invece no, abbiamo lavorato molto anche su questo.
Marco Bocci: È stato difficile trovare il limite, nel senso che è stato una delle cose divertenti, queste qua, ti dico la verità, però bisognava mostrare attenti per cercare di dare credibilità e realismo, anche se c’era un elemento fantastico, era fondamentale trovare un limite. Quindi c’era un divertimento, ma doveva essere misurato.
Che cosa invidiate delle donne e degli uomini?
Laura Chiatti: Gli uomini hanno uno spirito cameratesco che le donne faticano ad avare amo degli uomini che non abbiano filtri e strategie e siano molto più diretti.
Qual è il Natale della vostra infanzia a cui siete più affezionati, al regalo che vi ha fatto battere il cuore?
Laura Chiatti: Io vivo il Natale in maniera magica e l’ho sempre vissuto con la mia famiglia che è molto numerosa. Ed è bello trovarsi e rincorrerci in quel giorno come un appuntamento fisso, un regalo che ricordo in maniera particolare Cindy una cagnolina che Babbo Natale mi portò all’età di 13 anni.
Marco Bocci: Un trattore a pedali giallo che mi ricordo che mi regalarono e un trenino, ma che proprio basici con la pista tonda.
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