La Porsche di Sinner e Swiatek: il tennis a pezzi, un mattoncino alla volta. Lego, sport e dopamina

  • Postato il 24 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Jannik Sinner e Iga Swiatek a una manciata di ore da US Open 2025. Ma non è solo tennis. C’è ben altro filo conduttore che lega due tra i più grandi campioni contemporanei del tennis mondiale porta lontano dalla sabbia, dall’erba e dal cemento. Una miriade di mattoncini da assemblare un pezzo alla volta: l’extra campo dell’altoatesino e della polacca si consuma spesso in una stanza d’albergo, davanti a una scatola di Lego.

Assemblano costruzioni, scelgono modelli differenti – ma la Porsche l’hanno realizzata entrambi: Sinner ci ha messo cinque ore buone, poi ha comprato il modello extralarge – e il metodo resta identico. Pausa, costruisci, respira.

Sinner, Swiatek e i Lego

Le energie si bruciano tutte tra le linee di un rettangolo, a colpi di dritti e rovesci, ma parecchie delle attitudini, i due fuoriclasse, le coltivano altrove. La mente recupera così: costruiscono cose.

Se quella di Jannik è una passione che abbiamo scoperto di recente, per Swiątek si tratta di un passatempo noto da tempo. Galeotta fu la pandemia, nei mesi di emergenza Covid ha iniziato ad ammiccare al castello di Disney World e alla Stazione Spaziale Internazionale. Consiglio della psicologa, poi Iga ha dato cenni di assenso totale e scoperto che i Lego le servono a conservare la calma.

È poi diventato argomento di dominio pubblico, al punto che l’azienda ha optato per un regalo pressoché unico nel suo genere: per Swiatek sono stati realizzati set personalizzati che traggono ispirazione dalla carriera della tennista.

Mica roba da poco: undicimila pezzi e oltre duecento mini figure. Una collezione di cui andare gelosi: c’erano un mini-campo in terra battuta, la presenza sugli spalti del connazionale Robert Lewandowski assiepato tra gli spettatori, la racchetta Tecnifibre, dettagli relativi a Raszyn, la città natale.

Sinner e il negozio di Lego a due passi dall’albergo

Sinner l’ha confessato nelle scorse ore. US Open alle porte, Jannik s’è lasciato andare in una delle interviste forse più intime che abbia concesso finora. Parco nell’elargire info del privato, stavolta un paio di dettagli li ha tirati fuori. Ha detto di essere innamorato e, per come è fatto Sinner, è una confessione spiazzante. Un altro Jannik, più leggero, meno serioso, in linea con quanto va dicendo dopo la sconfitta di Wimbledon. Ha scoperto che non esiste solo il tennis e che staccare e concedersi del tempo aiuta a focalizzare meglio.

Poi c’è la storia dei Lego: giorni di attesa prima del debutto a Flushing Meadows contro Vit Kopriva, di cui beneficiare nel migliore dei modi. Jannik, a una certa, ha lasciato la stanza d’albergo ed è andato a fare shopping: “A New York c’è un negozio di Lego vicino al mio hotel. Ci sono andato, ho comprato una Porsche e l’ho finita in cinque ore. Me ne serviva una più grande ma l’istinto mi dice che l’ultima che ho acquistato lo è troppo. Però mi piace. Metto su la musica e penso ad altro.

Jannik Sinner e Iga Swiatek celebrano le rispettive vittorie a Wimbledon 2025

Quanti sono gli atleti che costruiscono Lego

Jannik, Iga. E poi una schiera di sportivi che condivide lo stesso passatempo. I Lego sono un must have, possederli è di fatto entrare in un circolo nemmeno poi tanto isolato. Prendi Euro Woman 2025 di calcio, per dire: le giocatrici della nazionale inglese sono arrivate alla vittoria realizzando costruzioni coi Lego. Il Guardian ha raccontato che Lauren Hemp, attaccante del Manchester City e fresca campionessa europea, ha realizzato il castello della Bella e la Bestia. Questione di reilienza e controllo emotivo.

Allisha Gray, tra le giocatrici di basket più attenzionate della WBNBA, si rilassa assemblando mondi Marvel e Star Wars. Levi Colwill, difensore del Chelsea, ha scoperto che i Lego gli restituiscono serenità e sono un modo efficace per staccare dalla pressione.

L’inglese Lewis Dunk, durante i ritiri con la nazionale inglese, ha finito di montare Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria in cui si ambientano i romanzi di Harry Potter.

Eric Dier, trascorsi al Tottenham e al Bayern Monaco e oggi di casa al Monaco, adora il Land Rover Defender mentre Victor Wembanyama con i primi soldi dell’Nba è corso a comprare il LEGO Star Wars Millennium Falcon.

Un passatempo per ogni età dagli innumerevoli benefici

Un approccio medico contestualizzato per i più piccoli e gli adolescenti porta all’importanza della Lego therapy, parte di un trattamento che aiuta in maniera significativa nella fase di crescita e di apprendimento ma sono innumerevoli i benefici che, secondo la medicina, le costruzioni con i mattoncini restituiscono anche agli adulti. Mindfulness, immersione e rilassamento cognitivo, creatività e problem-solving, espressione e intelligenza emotiva, socialità e coesione.

Una ricerca relativa al 2022 resa nota dal gruppo Lego restituiva un dato emblematico: l’86% degli adulti che giocano con i mattoncini riferisce di riuscire a staccare dopo il lavoro. La percentuale sale all’89% rispetto alla sensazione di restare mentalmente attivi.

Nel rapporto annuale Group’s 2022 Well Report, condotto su un campione di 32.781 genitori e adulti, i risultati parlano da soli:

  • il 90% ha sentito di rafforzare il rapporto con i figli o con il partner
  • l’88% degli adulti crede di aver aumentato fiducia e autostima
  • il 79% pensa di aver sviluppato intelligenza emotiva
  • il 78% ha visto migliorare il proprio benessere
  • il 76% ha provato momenti di felicità
  • il 74% ritiene di aver migliorato le capacità di ascolto

I benefici dei Lego: il caso delle Lionesses

Di recente è stato l’inglese The Guardian, attraverso un articolo celebrativo in cui si esaltava il cammino della nazionale inglese di calcio femminile, a focalizzare l’attenzione sui benefici garantiti dal lego agli atleti: non solo strumento che aiuta a regolare le emozioni e favorire il recupero nervoso ma anche attività low‑tech che agevolano uno stacco mentale necessario a gestire adrenalina, stress, emotività e combattere il rischio di burnout.

La dottoressa Amy Izycky, psicologa britannica clinica specializzata in sport professionistico e neuropsicologia, ha preso a modello l’esempio delle Lionesses, le calciatrici della nazionale inglese fresche vincitrici di Euro 2025, in riferimento all’utilizzo da parte delle inglesi di attività low-tech come i Lego, quindi a basso coinvolgimento tecnologico. Si tratta di stimoli che aiutano la mente a staccare ed è una pausa preziosa nello stato di inseguimento del rush da dopamina.

“Per gli atleti è fondamentale gestire le montagne russe cognitive, emotive e alimentate dai neurotrasmettitori insite nello sport, per evitare disregolazione emotiva, depressione, dipendenza e burnout. Padroneggiare lo sport professionistico richiede resilienza. È qui che le Lionesses hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta delle attività ricreative: quelle più lente e a basso contenuto tecnologico come i Lego, i puzzle e la scrittura di un diario offrono una via d’uscita per la ricerca di dopamina. Permettono di sviluppare resilienza emotiva e psicologica. Se avete mai provato a costruire una complessa costruzione Lego saprete quanto sia necessaria la pazienza. Tollerare il disagio di un progetto complesso può aiutare a sviluppare la regolazione emotiva e la resilienza, fondamentali per gestire i punti di pressione scomodi in campo”.

La chiosa di Izycky è un assioma che di fatto riscrive la storia delle citazioni ad hoc: “Quando il gioco si fa duro, i duri… fanno puzzle”.

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Virgilio.it

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