La nuova Nato deve quadruplicare le difese aeree

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Di Panorama
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“I membri della Nato devono aumentare le loro difese aeree e missilistiche del 400% per contrastare la minaccia russa” Lo ha dichiarato ieri, lunedì 9 giugno, il segretario generale Mark Rutte specificando che l’Alleanza “deve fare un salto di qualità nella difesa collettiva per affrontare la crescente instabilità e le minacce”.

Rutte incontrerà il Primo Ministro britannico Keir Starmer prima del vertice Nato che si terrà nei Paesi Bassi il 24 e 25 giugno, quando l’Alleanza Nord Atlantica si impegnerà ad affrontare un forte aumento della spesa militare. Come altri membri della Nato, il Regno Unito ha rivalutato la propria spesa per la difesa dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 e il premier Starmer si è impegnato a raggiungere il 2,5% del prodotto interno lordo entro il 2027 e il 3% entro il 2034.

Ricordiamo che, al momento, 22 dei 32 paesi membri raggiungono o superano l’attuale obiettivo Nato del 2%. Rutte, in linea con altri rappresentanti dei dicasteri della Difesa europea, come l’italiano Guido Crosetto, ha proposto un obiettivo del 3,5% per la spesa militare e un altro 1,5% per le spese definite “indirettamente legate alla difesa” come quelle per le infrastrutture. Comunque una percentuale ancora lontana da quella del 5% richiesta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che per molto tempo ha messo in dubbio il valore della Nato e si è lamentato del fatto che gli Stati Uniti forniscano sicurezza ai paesi europei che non contribuiscono a sufficienza.

Rutte è molto chiaro nella sua convinzione che in Ucraina stiamo assistendo come la Russia diffonda il terrore dall’alto e per questo occorre rafforzare “lo scudo che protegge i nostri cieli. Le illusioni,” dice Rutte “non ci manterranno al sicuro, non possiamo ignorare il pericolo. La speranza non è una strategia, quindi la Nato deve diventare un’alleanza più forte, equa e letale”. Secondo Rutte servono migliaia di veicoli blindati in più e milioni di proiettili d’artiglieria, oltre al paventato aumento del 400% della difesa aerea e missilistica.

La scorsa settimana il governo del Regno Unito ha dichiarato che avrebbe costruito nuovi sottomarini d’attacco a propulsione nucleare, preparato il suo esercito a combattere una guerra in Europa trasformandosi in una nazione “pronta al combattimento”. Il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha anche annunciato la nascita di sei nuovi centri per la produzione di munizioni e di un nuovo centro di comando per la difesa da attacchi cibernetici ed elettronici. Tutto seppure la spesa per la difesa del Regno Unito aumenterà al 2,5% del Pil entro il 2027, rispetto al 2,3% precedente, con l’ambizione di raggiungere il 3% nella prossima legislatura qualora le condizioni economiche e fiscali lo permettano.

Kevin Craven, amministratore delegato di Ads, l’associazione britannica dell’industria aerospaziale e della difesa, ha affermato che la revisione sta dimostrando che il Ministero della Difesa ha un piano ritenuto “valido ed efficace”, spiegando comunque che “come per tutte le iniziative di questo tipo, ciò che conta davvero è la sua realizzazione e le risorse per finanziarlo”. Anche Clive Higgins, presidente e Ceo di Leonardo UK, ha espresso un parere favorevole al piano, ricordando però: “Naturalmente, parole così forti da parte del governo devono essere supportate da azioni altrettanto incisive. Il piano di investimenti per la difesa deve essere adeguatamente finanziato per garantire l’innovazione a un ritmo da tempo di guerra”. Charles Woodburn, numero uno di Bae Systems, ha dichiarato: “Accogliamo con favore la revisione, incluso l’impegno del governo a raggiungere il maggiore aumento sostenuto della spesa per la difesa dai tempi della Guerra Fredda, l’industria può ora investire nella produzione con la certezza che il governo britannico acquisterà i suoi prodotti.

Questo chiaro segnale dà al nostro settore la fiducia necessaria per investire nell’aumento della capacità produttiva, nella promozione dell’efficienza e nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia per soddisfare i requisiti in continua evoluzione necessari al Regno Unito e ai nostri alleati, stimolando al contempo la crescita economica attraverso le esportazioni e la creazione di migliaia di posti di lavoro altamente qualificati in tutto il Paese”. Una posizione alla quale è concorde anche Phil Siveter, amministratore delegato di Thales UK. C’è da chiedersi che cosa avverrebbe qualora, per un evento imprevisto, la guerra tra Russia e Ucraina dovesse finire.

Intanto il prossimo 16 giugno inizierà il Saone aerospaziale di LeBourget (Parigi), durante il quale sarà fondamentale capire quali saranno le attività di grandi gruppi della Difesa a cominciare da quelli statunitensi come Boeing, che nel Regno Unito possiede lo stabilimento di Sheffield. Il “Salon” parigino è da sempre la vetrina delle velleità francesi, tuttavia è stato per anni anche quello più aperto alle esposizioni dei costruttori dell’Est, inclusa ovviamente la Russia. Sarà un palcoscenico unico durante il quale l’Europa, in primis con Airbus Defence, dovrà mostrare che cosa sta facendo per ridurre la sua dipendenza dalla protezione dello Zio Sam, decidendo, per esempio, se tra i Paesi Ue debba continuare soltanto la Francia ad avere un deterrente nucleare indipendente da Washington.

Autore
Panorama

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