La nuova Mecca del divertimento: l’Arabia Saudita sfida Orlando
- Postato il 23 agosto 2025
- Di Panorama
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C’è stato un tempo in cui l’Arabia Saudita evocava solo immagini di distese dorate di sabbia, pozzi di petrolio e fiabe da mille e una notte sospese come il tempo che sembrava non passare mai. Oggi, su quella stessa sabbia, si sta costruendo il contrario: un futuro che corre più veloce di Falcon’s Flight, la montagna russa destinata a frantumare ogni record mondiale. In pochi anni, il Regno è passato dall’essere spettatore di un’industria a tema che viveva altrove — Orlando, Tokyo, Parigi — a voler diventare il nuovo centro della mappa globale dei parchi di divertimento. E il mondo sta iniziando a crederci.
Vision 2030: il manifesto del nuovo Regno
Non è solo intrattenimento: è geopolitica emozionale. Vision 2030, il piano con cui l’Arabia Saudita sta ridisegnando la propria economia, ha trovato nel settore dei parchi a tema il manifesto perfetto. Presentato nel 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, questo progetto strategico mira a diversificare le entrate del Paese riducendo la dipendenza dal petrolio e puntando su turismo, cultura e innovazione. I parchi di divertimento sono la punta di diamante di questa trasformazione, pensati come catalizzatori di investimenti internazionali, occupazione qualificata e soft power. L’obiettivo è chiaro: fare dell’Arabia Saudita non solo un hub regionale, ma una destinazione globale capace di competere con le capitali storiche del divertimento.
Qiddiya, la città che vuole battere Orlando
Tre volte più grande della Disney World di Orlando, estesa su 334 chilometri quadrati, Qiddiya è molto più di un parco: è una dichiarazione di intenti. Il progetto, cuore pulsante della Vision 2030, è suddiviso in cinque grandi aree e prevede oltre trecento strutture ricreative ed educative. Il primo tassello sarà il Six Flags Qiddiya, realizzato con la texana Six Flags International Company, leader mondiale del settore, e ispirato alle tradizioni arabe ma con uno sguardo dichiaratamente globale. Dodici montagne russe — fra cui la leggendaria Falcon’s Flight, destinata a essere la più estrema mai costruita — si snoderanno in sei zone tematiche arricchite da 28 attrazioni, tra cui la Sirocco Tower, la torre a caduta libera più alta del mondo, una pista da sci e una di pattinaggio in pieno deserto, oltre a un parco acquatico con cascate, canali e geyser.

Accanto al divertimento puro, nasceranno il Resort Core — un cuore commerciale con hotel, ristoranti e boutique — e lo Speed Park, un distretto interamente dedicato all’automobilismo sportivo. Qui, un circuito firmato Alex Wurz e omologato “Grade 1” dalla FIA ambisce a ospitare il Circus della Formula 1, forte di trattative avanzate con il CEO della F1, Chase Carey, e del sostegno da 50 milioni di dollari in sponsorizzazioni garantiti dall’Aramco.
Entro la fine del decennio vedranno la luce altre due aree chiave. City Center sarà un villaggio polivalente per sport e arti, con uno stadio da 20mila posti, un’arena da 18mila, un ospedale sportivo, teatri, cinema multisala e un quartiere residenziale esclusivo. Eco Core, a nord-ovest, sarà invece il polmone verde del progetto: un’oasi con campo da golf a 18 buche, hotel di lusso, spa, ippodromo e percorsi per l’equitazione. Per domare i 100 giorni di caldo estremo tipici dell’estate saudita, è prevista una rete capillare di nebulizzatori hi-tech e l’apertura serale delle strutture.
Il piano è faraonico: oltre venti studi di architettura, 500 professionisti di 30 Paesi e migliaia di lavoratori coordinati dal danese Bjarke Ingels Group stanno dando forma a un investimento colossale, di cui le cifre ufficiali restano avvolte nel riserbo. Quel che è certo è l’impatto occupazionale: 17mila posti di lavoro a regime, con l’obiettivo di intercettare parte dei 30 miliardi di dollari che ogni anno i sauditi spendono in vacanze all’estero.
Come ha dichiarato Mike Reininger, CEO di Qiddiya Investment Company: «L’idea è semplice ma potente: creare un luogo per divertimento, sport e arti che offra uno stile di vita sano, felice e coinvolgente». Un progetto cucito addosso a una popolazione giovane, istruita e progressista, che incarna la visione del principe Mohammed bin Salman: modernizzare il Regno, ridurre la dipendenza dal petrolio e fare del turismo uno dei pilastri economici.
Qiddiya non sarà un’eccezione isolata: il successo atteso farà da apripista a nuove destinazioni, dalla futuristica città di Neom al recupero dei cinque siti UNESCO sauditi, passando per l’oasi di Al-Ahsa e il centro storico di Jeddah. Per sostenere questa trasformazione, il Paese ha fissato un obiettivo ambizioso: 100 milioni di turisti l’anno entro il 2030, 500mila nuove stanze d’albergo, alta velocità ferroviaria e aeroporti ampliati. Un cambio di rotta radicale, reso possibile anche dalla liberalizzazione dei visti e dall’allentamento delle rigide norme sociali — niente più obbligo di abaya per le donne straniere, musica nei locali, e l’abolizione della rigida separazione tra uomini e famiglie. Una rivoluzione silenziosa che accompagna il sogno di fare di Qiddiya non solo la capitale del divertimento del Medio Oriente, ma uno dei poli più influenti del turismo mondiale.
Boulevard World: il teaser del futuro
Per capire dove sta andando l’Arabia Saudita basta passare da Boulevard World durante il Riyadh Season. È il parco “pop-up” che in pochi mesi costruisce un mondo in miniatura: quartieri tematici che replicano città iconiche, attrazioni immersive e la più grande laguna artificiale del pianeta. Qui non si tratta solo di divertimento visivo: Boulevard World è anche un esperimento sociale, capace di attrarre milioni di visitatori in un unico luogo e di offrire esperienze multisensoriali che fondono tradizione e innovazione. È il laboratorio dove il Paese testa la sua capacità di stupire il pubblico internazionale, giocando con format flessibili, storytelling immediato e un livello di scenografia che nulla ha da invidiare a Las Vegas.
Il passato resiste, ma il futuro accelera
C’è ancora spazio per luoghi come l’Al-Shallal Theme Park di Jeddah, con le sue giostre più tradizionali e il fascino leggermente rétro. Qui si respira ancora l’aria di un’epoca in cui il parco era un appuntamento settimanale per le famiglie locali, con montagne russe in acciaio, piste di pattinaggio e sale giochi. Ma questi luoghi storici oggi si trovano accerchiati da un’onda di progetti faraonici che promettono esperienze sempre più immersive. Il concetto stesso di “parco” sta cambiando: non più solo attrazioni, ma universi narrativi in cui l’ospite entra e vive un’esperienza senza soluzione di continuità tra realtà e finzione, con tecnologie di realtà aumentata e ambienti completamente climatizzati, pronti a funzionare 365 giorni l’anno.
I parchi già presenti: una base solida
Prima dell’ondata di Vision 2030, il Regno già contava su una rete di parchi regionali: dal King Abdullah Economic City con il suo parco costiero, alle strutture indoor come Al Hokair Land e Jungle Land a Jeddah. Questi luoghi, pur più piccoli, hanno svolto un ruolo chiave nel preparare il pubblico locale alla cultura del parco a tema, aprendo la strada a un turismo domestico del divertimento che oggi trova in Qiddiya il suo naturale sbocco internazionale.
Parchi e poli culturali: l’altra metà dell’offerta
Se Orlando vive di un’industria quasi esclusivamente ludica, l’Arabia Saudita sta costruendo una doppia anima: accanto ai parchi, grandi poli culturali. Riyadh ospita il Diriyah Gate, complesso storico e culturale candidato a diventare Patrimonio UNESCO, mentre Jeddah sta ampliando il suo waterfront con musei e spazi espositivi. L’obiettivo è offrire pacchetti turistici in cui un giorno si visita un museo di arte islamica e il giorno dopo si sfreccia su una montagna russa a 250 km/h.
Abu Dhabi: il vicino che fa scuola
Per capire la traiettoria dell’Arabia Saudita basta guardare a meno di un’ora di volo, dove Abu Dhabi ha già trasformato una lingua di sabbia in una delle concentrazioni di parchi a tema più spettacolari al mondo. Yas Island, oggi, è il manifesto del “tutto in uno”: adrenalina, lusso e comfort in versione climatizzata. Qui c’è Ferrari World, il tempio della velocità che ospita Formula Rossa, la montagna russa più veloce del pianeta, capace di lanciare i passeggeri a 240 km/h in meno di cinque secondi. A pochi passi, Warner Bros. World Abu Dhabi offre sei aree tematiche completamente indoor, dal mondo dei Looney Tunes alle strade cupe di Gotham City, con scenografie degne di un set cinematografico. Yas Waterworld è il regno dell’acqua, con un intreccio di scivoli e piscine che sfida il caldo desertico, mentre SeaWorld Yas Island Abu Dhabi è un acquario e parco marino di nuova generazione, dove vasche oceaniche e habitat riprodotti con precisione millimetrica si affiancano a esperienze interattive. E non finisce qui: sono già in cantiere un’area a tema Harry Potter dentro Warner Bros. World, nuove attrazioni da record a Ferrari World e due spiagge urbane lungo Yas Bay Waterfront, collegate a hotel tematici di fascia alta. Tutto firmato Miral, il colosso che gestirà anche il futuro parco Disney. Abu Dhabi ha dimostrato che il Golfo non solo può competere con Orlando, ma può superarlo in comfort e accessibilità: parchi completamente climatizzati, code ridotte al minimo, trasporti integrati e una cura scenografica che trasforma ogni attrazione in un set da cartolina. È questa la lezione che l’Arabia Saudita sta studiando da vicino, pronta a reinterpretarla su scala ancora più vasta.
Disney: il colpo da maestro
Il focus centrale è Disney. Dopo quindici anni senza inaugurare un nuovo parco a tema nel mondo, la Casa di Topolino ha scelto il Golfo per tornare a sorprendere. L’annuncio di Disneyland Abu Dhabi, a meno di un’ora di volo da Riyadh, è stato un terremoto nell’industria dell’intrattenimento. Ma l’onda lunga di questa scelta travolgerà anche l’Arabia Saudita, che già osserva e pianifica come cavalcare lo stesso standard di eccellenza. Il nuovo parco, previsto sull’isola di Yas, non sarà una copia carbone di Anaheim o Parigi: sarà il più tecnologicamente avanzato mai realizzato da Disney. Niente castello europeo o Main Street in stile vittoriano: al centro, un’architettura iconica che richiama lo skyline scintillante del Golfo, una torre futuristica capace di essere di giorno simbolo architettonico e di notte un gigantesco schermo per proiezioni 3D, show pirotecnici e spettacoli di droni sincronizzati.

Ogni area sarà completamente climatizzata — non solo gli edifici, ma anche le strade coperte da sistemi di ombreggiatura high-tech e ventilazione a microclima, per garantire temperature costanti tutto l’anno. Le attrazioni principali integreranno tecnologie immersive di nuova generazione: realtà aumentata integrata negli scenari, animatronics di ultima generazione con movimenti facciali iper-realistici e interazioni vocali AI che permetteranno ai visitatori di “parlare” con i personaggi in tempo reale. La gestione sarà affidata a Miral, colosso dell’intrattenimento di Abu Dhabi, ma la creatività e il controllo qualitativo resteranno saldamente nelle mani degli Imagineers Disney, gli stessi che hanno trasformato Star Wars: Galaxy’s Edge e Pandora – The World of Avatar in esperienze totali. Se per Abu Dhabi sarà un biglietto da visita globale, per l’Arabia Saudita sarà un benchmark ravvicinato. E considerando il successo del pop-up Disney ospitato a Riyadh nel 2023 — un evento temporaneo che ha attirato folle record per assistere a show dal vivo di Frozen, Aladdin e Il Re Leone — l’idea che un giorno Minnie e Topolino possano avere residenza fissa a Qiddiya non è più fantascienza, ma una possibilità concreta.
Economia del divertimento
L’impatto economico è colossale. Vision 2030 prevede investimenti miliardari nel settore dell’intrattenimento, con Qiddiya stimata a generare decine di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti e a contribuire in maniera significativa al PIL non-oil del Paese. I dati preliminari parlano di un’industria capace di attrarre oltre 20 milioni di visitatori annui entro il 2030, con un indotto che spazia dall’edilizia di lusso alle tecnologie immersive.
Turismo e ospitalità
Le grandi catene alberghiere internazionali stanno già firmando contratti per aprire resort, boutique hotel e strutture extra-lusso a Riyadh e Qiddiya. L’obiettivo è replicare il modello “stay & play” di Orlando: pacchetti che includano biglietti per i parchi, pernottamenti in hotel tematici e servizi premium come ingressi prioritari, ristorazione stellata e transfer privati. Con collegamenti aerei potenziati e un sistema di e-visa semplificato, l’Arabia Saudita si posiziona come destinazione accessibile, pronta a intercettare i flussi turistici da Europa, Asia e Medio Oriente, offrendo un’esperienza dove l’adrenalina e il comfort viaggiano alla stessa velocità.
Un nuovo orizzonte del divertimento
Forse il futuro del divertimento mondiale non si misurerà più solo in chilometri di montagne russe o in numero di attrazioni. Forse il vero lusso sarà poter passare da una corsa nel cuore di un drago di acciaio a una cena sotto le stelle del deserto, con il profumo di spezie nell’aria e le luci di una città che non esisteva dieci anni fa. L’Arabia Saudita sta riscrivendo la geografia del tempo libero, e lo fa con l’ambizione di chi non accetta paragoni: non una copia di Orlando, ma un’altra storia, un’altra firma, un altro sogno. E, chissà, tra qualche anno, quando si pronuncerà la parola “parco”, il primo nome che verrà in mente potrebbe non essere più in Florida, ma nel cuore ardente della penisola arabica.