La nuova frontiera del calcio per far soldi con l’azzardo: un sito di scommesse della propria squadra. L’esempio del Flamengo
- Postato il 24 luglio 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Scommettere sulle partite della propria squadra utilizzando il canale ufficiale del club. Arriva dal Brasile una potenziale nuova frontiera per il guadagno delle società attraverso il gioco d’azzardo. La squadra in questione è il Flamengo, che nel corso del Mondiale per club Fifa è sceso in campo con una maglia sponsorizzata Flabet. Tra le tante controversie generate dal torneo fortemente voluto da Gianni Infantino, questa è passata inosservata, anche se si tratta di una situazione al limite, o forse oltre, del regolamento Fifa. La quale, come da prassi, non ha offerto alcuna spiegazione quando è stata sollecitata sull’argomento.
Flabet è una piattaforma di scommesse on-line “interna” al Flamengo, il quale ha ceduto a Pixbet, uno dei maggiori bookmaker in Brasile, lo sfruttamento della licenza del proprio nome per creare un portale dove sia possibile scommettere live sulle partite della squadra, con “super quote” riservate agli iscritti prima del calcio di inizio. Sul sito vengono anche trasmesse partite, come quelle del Flamengo femminile. Secondo iGamingBusiness, l’accordo – valido fino al 2027 – ha portato nelle casse del Flamengo circa 13.2 milioni di euro, più un 1% sul fatturato lordo del gioco d’azzardo generato dalla piattaforma, a patto che venga superata quota 13 milioni.
Flabet è un potenziale trendsetter, specialmente nella sua capacità di indentificare e sfruttare le lacune normative per trovare una nuova fonte di entrate per i club. In Brasile, infatti, c’è già chi ha copiato l’iniziativa; in terza divisione il Londrina, club strutturato come società per azioni, ha lanciato Bet do Tubarão, nel quale la squadra figura come partner della società di scommesse Esporte365, specificando sul proprio sito come i ricavi saranno utilizzati per lo sviluppo del club. Se nel paese sudamericano Flabet e Bet do Tubarão hanno causato conflitto tra la legislazione statale e il regolamento federale, soprattutto riguardo al divieto di azionisti e partner delle società di betting di possedere interessi, diretti o indiretti, in una società professionistica sportiva (previsto dalle normative federali), il caso è controverso anche fuori dai confini del paese.
Il Codice Etico della Fifa, infatti, all’articolo 28.2 prevede che “le persone vincolate dal presente Codice non dovranno avere alcun interesse finanziario diretto o indiretto (attraverso o in collaborazione con terzi) in attività quali scommesse, gioco d’azzardo, lotterie o eventi o transazioni simili connessi a partite e competizioni calcistiche”. Flamengo e Londrina, invece, hanno attivato vere e proprie partnership, con i primi che la hanno pure presentata a livello globale attraverso il citato Mondiale per club. Interpellato dal rivista web norvegese di inchieste sportive Josimar, l’Istituto Brasiliano per il Gioco Responsabile ha dichiarato che “l’uso dei marchi Flabet e Bet do Tubarão rappresenta un esempio lampante di strategia che viola sia gli standard normativi sia i principi costituzionali di uguaglianza e libera concorrenza, garantendo un indebito vantaggio competitivo ai suddetti operatori di scommesse; inoltre, mette a repentaglio la fiducia del pubblico nell’integrità degli eventi, compromettendo la percezione di imparzialità nelle competizioni sportive e generando incertezza sulla legittimità dei risultati”.
Come nel caso delle multiproprietà per la Uefa, il mancato intervento della Fifa appare come un primo passo verso una possibile deregolamentazione del settore, o comunque di un estremo ammorbidimento delle regole. Lo stiamo vedendo anche in Italia, con le pressioni esercitate dalle società di Serie A per consentire nuovamente le sponsorizzazioni da parte di operatori di gambling e betting, che hanno portato alla stesura di una bozza di disegno di legge che andrebbe a superare il Decreto Dignità del 2019. Va anche ricordato il caso dell’Inter e del suo main sponsor 2024-25 Betsson Sport, che ha aggirato la normativa in quanto ufficialmente sito di infotainment, vale a dire di informazione e intrattenimento, nonostante appartenga al network di una delle società più ramificate nel settore scommesse, il Betsson Group. Tassello dopo tassello, gli ostacoli vengono rimossi, e a quel punto per un Flabet italiano sarà solo questione di tempo.
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