La nuova edizione di Art Basel in Qatar avrà un artista come direttore e non sarà la solita fiera
- Postato il 9 luglio 2025
- Fiere
- Di Artribune
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Si prepara a un nuovo capitolo la rassegna fieristica più importante di tutte: Art Basel, dopo aver annunciato il debutto della sua prima edizione in Qatar, in programma dal 5 al 7 febbraio 2026 con giornate di anteprima il 3 e 4 febbraio, decide di abbandonare il tradizionale modello a stand in favore di un’esperienza immersiva tra presentazioni monografiche e un quadro tematico centrale.
Le novità della prima edizione di Art Basel Qatar
Al polo creativo M7, al centro del Design District di Doha, dunque, non ci saranno stand ma al posto dei consueti box commerciali gallerie selezionate che proporranno progetti ad hoc al fine di stimolare riflessioni e il dialogo tra artisti, pubblico e collezionisti. E la rassegna si estenderà anche negli spazi pubblici del quartiere Msheireb, centro creativo e culturale della capitale. L’obiettivo? Costruire una piattaforma che favorisca una relazione più profonda tra il mercato e la ricerca artistica, con particolare attenzione all’area che comprende Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale.
Wael Shawky direttore artistico tra rigore intellettuale e immaginazione visiva
A guidare la direzione di questa prima edizione sarà Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971), artista egiziano riconosciuto a livello internazionale. Di base a Doha, Shawky ha recentemente ottenuto numerosi riconoscimenti per il video Drama 1882, con cui ha rappresentato l’Egitto alla 60ma Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia (2024). Tra le istituzioni in cui ha esposto la Tate Modern (2022), il Kunsthaus Bregenz (2016), il MoMA PS1 (2015), il Mathaf (2015), la Serpentine Gallery (2013) e The Hammer (2013). Ma Shawky ha anche partecipato ad altre importanti esposizioni internazionali, tra cui la 14ma Biennale di Istanbul (2015), l’11ma Biennale di Sharjah (2013), Documenta 13 (2012), la nona Biennale di Gwangju (2012) e SITE Santa Fe (2008). Nel 2010 ha fondato MASS Alexandria, un programma di studio indipendente per giovani artisti, mentre nell’ottobre 2024 è stato nominato Direttore Artistico della Doha Fire Station, dove ha avviato il programma Arts Intensive Study Program (AISP), ideato per promuovere il pensiero critico, l’apprendimento pratico e lo sviluppo professionale di un gruppo di 20 artisti emergenti, internazionali e qatarioti.
Il comitato di selezione di Art Basel Qatar
“È un privilegio collaborare con Art Basel su questo nuovo e innovativo formato. La possibilità di esplorare pratiche artistiche provenienti da tutta la regione MENA e oltre, all’interno di un quadro che valorizza la ricerca, la narrazione e la sperimentazione, è per me estremamente significativa. Non vedo l’ora di collaborare con gallerie e artisti per contribuire a creare una piattaforma che rifletta la complessità e la ricchezza della regione, pur mantenendo una rilevanza globale”, ha dichiarato Shawky che collaborerà con Vincenzo de Bellis, Chief Artistic Officer di Art Basel, e con un comitato di selezione composto da galleristi di primo piano provenienti da tutto il mondo tra cui Lorenzo Fiaschi di Galleria Continua (San Gimignano, Pechino, L’Avana, Boissy-le-Châtel, Parigi, Roma, Dubai, San Paolo), Shireen Gandhy di Chemould Prescott Road (Mumbai), Daniela Gareh di White Cube (Londra, Hong Kong, New York, Parigi, Seoul), Mohammed Hafiz di Athr Gallery (Gedda, Al Ula, Riyadh), Sunny Rahbar di The Third Line (Dubai) e Gordon VeneKlasen di Michael Werner Gallery (New York, Atene, Berlino, Los Angeles, Londra).
Il tema della prima edizione di Art Basel Qatar
L’edizione inaugurale esplorerà il concetto di Becoming, ovvero il ‘divenire’ come processo di trasformazione umana e culturale. Un tema che risuona in modo particolare nel Golfo, in cui si intrecciano memorie orali, reti digitali e flussi globali. “Con Art Basel Qatar, stiamo ridefinendo i confini del modello di fiera d’arte – ponendo l’intenzione artistica al centro, rispondendo allo stesso tempo alle dinamiche del mercato contemporaneo. Questo formato ci permette di supportare le gallerie nel presentare il lavoro degli artisti con maggiore profondità e risonanza. Doha è il contesto ideale per questa evoluzione: un luogo dove l’ambizione culturale si intreccia con una storia ricca e stratificata, e dove la sperimentazione è accolta e sostenuta”, ha spiegato De Bellis.
Redazione
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