La nomina e la lettera di dimissioni firmata all'inizio del Pontificato

  • Postato il 21 aprile 2025
  • Di Agi.it
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La nomina e la lettera di dimissioni firmata all'inizio del Pontificato

AGI - A scanso di equivoci, lo disse lui chiaro e tondo nel marzo del 2023, durante un'intervista al quotidiano spagnolo Abc: la lettera di dimissioni esiste già, l'ho firmata poco tempo dopo la mia elezione. Cioè dieci anni prima. La data ante quem è il 15 ottobre di quell'anno, perché era ancora segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone. Queste infatti le sue parole: "Io ho già firmato la mia rinuncia. Era quando Tarcisio Bertone era segretario di Stato. Ho firmato la rinuncia e gli ho detto: 'In caso di impedimento medico o che so io, ecco la mia rinuncia. Ce l'hai'. Non so a chi l'abbia data Bertone, ma io l'ho data a lui quando era segretario di Stato".
Il Papa voleva evidentemente che la cosa si sapesse - "per questo lo sto dicendo" - e confermava con l'occasione come anche Paolo VI avesse lasciato scritte le sue dimissioni in caso di impedimento: "Esatto, e credo che anche Pio XII l'abbia fatto". "È la prima volta che lo dico - sottolineava Francesco a proposito della sua rinuncia già firmata, non senza rinunciare ad una stoccatina ai numerosi oppositori alla sua linea -. Ora forse qualcuno andrà a chiedere a Bertone: 'Dammi quella lettera'... . Sicuramente lui l'avrà consegnata al nuovo segretario di Stato, il cardinale Parolin. Gliel'ho data in quanto segretario di Stato".
E che comunque le sue condizioni di salute, con le difficoltà di deambulazione per la persistente gonalgia, non giustificassero neanche lontanamente un'eventuale rinuncia, il Papa lo faceva capire in un'altra parte dell'intervista, quando asseriva che "si governa con la testa, non con il ginocchio".

In ogni caso, lui non aveva alcuna intenzione di definire lo status giuridico di Papa emerito, figura che lo avrebbe riguardato in caso di abdicazione: "No. Non l'ho toccato affatto, né mi è venuta l'idea di farlo. Ho la sensazione che lo Spirito Santo non ha interesse a che mi occupi di queste cose". Ad ogni modo il suo unico consiglio al successore sarebbe stato questo: “Non commettere gli errori che ho fatto io, punto e niente di più". Ci sono molti errori? "Sì, ci sono, sì".
La lettera di dimissioni di Francesco ricalca quello di Papa Montini: nel 2018, in un libro curato da monsignor Leonardo Sapienza, veniva resa nota la missiva con la quale nel 1965 Paolo VI dichiarava di rinunciare in caso di malattia invalidante o grave impedimento. Quel documento è stato commentato anche da Francesco, che in un contributo pubblicato nel libro curato da Sapienza scrisse: “Ho letto con stupore queste lettere di Paolo VI che mi sembrano una umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa; e una ulteriore prova della santità di questo grande Papa… Ciò che a lui importa sono i bisogni della Chiesa e del mondo. E un Papa impedito da una grave malattia, non potrebbe esercitare con sufficiente efficacia il ministero apostolico”.
Ad ogni modo sia nel caso di Paolo VI come in quello di Francesco, si trattava di una lettera “preventiva”, legata cioè al fatto che il Pontefice si trovi impedito senza aver più la possibilità di rinunciare liberamente e in piena coscienza. Si tratta dunque di lettere che nulla hanno a che fare con la rinuncia di Benedetto XVI.

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Agi.it

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